Nonostante la forte tradizione vinicola, l’Umbria è stata la prima regione in Italia a fiutare la crescita e il potenziale della sua scena birraria artigianale (la fondazione del CERB – Centro di Ricerca per l’Eccellenza della Birra – risale al 2003). Anche su questa base la Regione ha creato un itinerario ideale in cui scoprire birre, birrifici e prodotti locali, ispirandosi alle Strade del Vino ma senza cartelli a indicare le località e con un nome sicuramente meno suggestivo: BeerAdvisor. Rimane però un tentativo timido, dalla consultazione non immediata e che non sfrutta appieno il potenziale turistico della regione. La guida che segue è invece frutto di chilometri e chilometri percorsi in ogni angolo dell’Umbria.
Quella che segue non vuole essere una lista esaustiva, ma piuttosto una selezione di alcuni indirizzi chiave attraverso cui scoprire borghi e cime collinari, zone industriali e stradine sterrate la cui percorrenza è ricompensata da panorami unici e appaganti scoperte brassicole.
Centolitri
Cominciamo da Sud, precisamente da Centolitri (sito web), primo birrificio aperto nel ternano (provincia ignorata dalla mappa di BeerAdvisor). Qui la scelta di una produzione limitata e meticolosa dà spazio alla sperimentazione, che rimane però localizzata nell’uso dei prodotti. Tra ulivi, vigneti, e nient’altro, la piccola tenuta che ospita il birrificio si presta bene a visite, pasti e degustazioni in compagnia dei colli umbri e delle birre realizzate in loco. A listino spiccano le Italian Grape Ale, che rincontreremo nelle prossime tappe. A questa categoria appartengono la Clandestina e la Mosch’iga, con la seconda che vede l’utilizzo del mosto di Moscato locale. Buona parte della gamma non disdegna sentori fruttati e rimandi acidi, come la Granada col suo melograno e la complessità agrumata e resinosa di Anima.
Centolitri
Località Canneti 32
Baschi (TR)
Birrificio Amerino
Scendendo dal borgo medievale, il Birrificio Amerino (sito web) si presenta con un’estetica decisamente più pop rispetto a pietre e mattoni viste in cima. I colori sgargianti della facciata e le panche all’esterno suggeriscono il dualismo del luogo: birrificio di giorno, ristopub di sera, dove una costellazione di luci esterne illumina serate in compagnia di birra, hamburger e musica dal vivo. Quelle di Amerino sono birre con forti richiami d’oltreoceano, dove aromi fruttati affiancano sentori di luppolo che, tra le varie sperimentazioni, vede anche l’utilizzo di coltivazioni italiane. Oltre alle varie luppolate
c’è spazio anche per divagazioni come la Mundial (bilanciata Belgian Tripel), la Gruff (complessa Dry Stout) e la pluripremiata Northup (Saison speziata e floreale). Parliamo comunque di birre adatte anche a bevute spensierate e direttamente dalla lattina, come
suggerisce il luogo e le scritte sugli stessi contenitori.
Birrificio Amerino
Strada della Rivetta 2
Amelia (TR)
BirrAlfina
Il nome del birrificio BirrAlfina (sito web) deriva da quello dell’altopiano Alfina, dove sorge. Lo stabilimento si raggiunge tramite tortuose strade collinari, che a piedi o in macchina regalano prima un maestoso scorcio sull’altura di Orvieto e il suo duomo, poi su campi e stradine alberate. Ma non è solo il panorama che induce a una visita alla tenuta agricola: le sue birre sono sempre più affermate a livello locale e oltre – se non volete raggiungere la cima della collina, un indirizzo in centro a Orvieto dove provarle è Bottega Vera, dove trovare anche birre di Centolitri e altri prodotti locali. La gamma di BirrAlfina è una commistione di influenze, ma sempre coerente nella ricerca di sapori decisi e originali: dalla IPA Cecilia di stampo americano, intensa e complessa già all’olfatto, all’Italian Grape Ale Vinum, dove il mosto fa da sottofondo a sentori avvolgenti. Poi c’è un sali-scendi di fermentazione controllato con maestria, dalla Belgian Blond Annozero (impossibile da non menzionare) alle diverse Italian Pilsner.
BirrAlfina
Località Canonica 89
Orvieto (TR)
Mastri Birrai Umbri
Ci spostiamo da ovest al centro dell’Umbria, verso un’istituzione ormai nazionale: il birrificio Mastri Birrai Umbri (sito web). Il primo stabilimento, aperto Giano dell’Umbria, risale al 2011. Quello attuale, aperto nel 2015 dove prima c’erano solo campi, è praticamente un polo turistico per gli amanti della birra artigianale. L’impianto originale è visibile nella tap room, dove gustare in ogni bicchiere storia e avanguardia, raccontate con entusiasmo da chi vi serve. Non è un caso che una delle birre più di spicco si chiami Utopia: IPA fatta solo a settembre con luppoli locali. Altrettanto locale è l’orzo, che proviene dai terreni del gruppo Farchioni, proprietario del birrificio, nel quale è presente una delle pochissime malterie interne in Italia, visitabile in un giro guidato con degustazione della durata di mezz’ora circa.
Come l’intera scena brassicola umbra, quella di Mastri Birrai è stata una scommessa vinta: nel territorio del Sagrantino, il birrificio si è imposto conquistando, prima di chiunque altro, gli scaffali dei supermercati. Ma tante birre qui presenti non si trovano nella grande distribuzione: a prezzi che sfiorano i € 4,00 ci sono specialità come la Dorian Red, Bitter caramellata dal retrogusto delicato, o la California, West Coast IPA fruttata ma meno pretenziosa di tante colleghe. Poi l’influenza del territorio si trova nell’Italian Grape Ale Umbr’iaca e nel Barley Wine Gorilla. O ancora nella Sor Pompeo: Dubbel con lenticchie umbre.
Mastri Birrai Umbri
Via Madonna del Puglia SNC
Gualdo Cattaneo (PG)
Birra Nursia
Come da tradizione benedettina, la produzione di Birra Nursia (sito web) era opera dei monaci del monastero di San Benedetto in Monte, raggiungibile tramite strade rurali e collinari che costeggiano la città di Norcia e portano al complesso monastico sopraelevato. Dal terremoto del 2016, però, lo stabilimento non è più operativo. Ora il monaco mastro birraio realizza le cotte presso lo stabilimento di Mastri Birrai Umbri. Ma anche per questo il negozio del monastero merita una visita: l’acquisto delle birre contribuisce alla ricostruzione delle strutture e di altre opere nella zona. Qui si trovano la Bionda, leggera e avvolgente, la Extra, coi suoi 10 gradi alcolici, e l’intensa Tripel. Bottiglie da 75 cl a € 10,00, quelle da 33 cl a € 5,00, e la scatola da tre con con cui risparmiare qualche euro. Ricordatevi tuttavia di telefonare prima di programmare una visita al negozio: gli orari seguono quelli degli impegni liturgici e possono variare.
Birra Nursia
Via Case Sparse 164
Norcia (PG)
Birra dell’Eremo
Torniamo su strade agevoli e per lo più pianeggianti, verso un’altra meta assolutamente imperdibile: Birra dell’Eremo (sito web). Lo stabilimento, che vanta una produzione annua di 7.000 hl, si trova in un’area industriale poco lontano da Assisi. Il visitatore è accolto dai tavoli esterni che annunciano l’ingresso alla tap room. Questa, insieme a bottiglie e soprattutto lattine, propone birre coraggiose, che pur partendo da alcuni capisaldi dell’odierna scena artigianale (come amaro e complessità aromatica) sanno osare e sorprendere, rendendo ogni sorso memorabile. I frequenti rimandi di stampo tropicale sanno anche essere discreti, come nella Fiji, una DDH Pale Ale dove il profumo stuzzica l’olfatto per poi lasciare il posto a note più amare. Decisamente amara è anche la Magnifica, IPA con luppolo neozelandese Nelson Sauvin, delicato e avvolgente. Discorso simile per uno dei cavalli di battaglia: la Session IPA Aria, dove la frutta tropicale si accompagna a sentori maltati e precede una chiusura secca.
Birra dell’Eremo
Via Monte Peglia 5
Capodacqua d’Assisi (PG)
Birra Perugia
Non mancheranno altre occasioni di percorrere stradine impervie e bucoliche. Ma per ora ci
dirigiamo nei pressi del capoluogo, in un birrificio che non può mancare alla lista: Birra Perugia (sito web). Pur trattandosi di un marchio storico (risalente al 1875 e rifondato nel 2013), lo stabilimento è relativamente piccolo e visitabile su prenotazione il venerdì e il sabato. Tuttavia anche solo la tap room vale il viaggio: tavoli esterni e qualche seduta all’interno, numerosi premi esposti alle pareti e personale gioviale. Ampia è la selezione di birre, da quelle alla spina (circa € 3,00 l’una) a quelle in bottiglia, che raramente superano i € 4,00 e inducono a uscire con una piccola scorta. Tra le birre di stampo anglosassone spiccano numerose varietà ad alta fermentazione, come il cavallo di battaglia Calibro 7: forti note fruttate e una complessità generale che non ne compromette la bevibilità, anzi. Poi spazio anche a specialità come Italian Grape Ale, Scotch Ale, Sour con ciliegie locali, Stout e Porter dove caffè e cioccolato (come da tradizione locale) hanno un ruolo da protagonisti.
Birra Perugia
Via Bufaloro 23
Torgiano (PG)
La Gramigna
Non sorprende che presso il birrificio La Gramigna (sito web) si possa anche alloggiare, data la bellezza del luogo a cui il toponimo non rende giustizia. Il “Bed & Beer” si trova in una tenuta agricola a nord di Perugia, così come lo stesso birrificio che fa delle sue origini agricole il proprio marchio. Qui si utilizzano quasi solo ingredienti coltivati nel circondario: orzo di produzione propria, luppoli Cascade e Chinook “trapiantati” in Umbria, più alcuni esperimenti con varietà autoctone. Nel negozio si può degustare e acquistare da un variegato ventaglio di proposte, per il quale è difficile tracciare un solo filo conduttore: birre frutto di sperimentazioni, ricche di sentori ma sempre molto beverine: dalle Bock alle IPA, dalle Pils alle Porter passando per le Sour. E ancora prodotti agricoli come farina, zafferano, olio, vino e canapa delle aziende locali.
La Gramigna
Strada della Passera S. Lorenzo Pagino
Casa del Diavolo (PG)
Altotevere
Ultima tappa nell’estremo nord della regione, tra l’abbondanza agraria della valle del Tevere, è il birrificio Altotevere (sito web). Produttore di stampo anglosassone, l’elegante tap room propone però anche esercizi di stile tutt’altro che campati per aria. È possibile indugiare sui tavoli e panchine sul prato esterno, dove sorseggiare birre che regalano
complessità. Da menzionare la Noir: Porter che si staglia nella categoria grazie ai suoi sentori torrefatti e luppolati. O ancora la Pale Ale Ronin, impreziosita dalle note agrumate dello yuzu giapponese. Lo stabilimento, vicino a una tenuta agricola, è visitabile (chiedere sempre in anticipo), o ancora è possibile cenare attingendo da un ricco menù di piatti tipici e novità.
Altotevere
Via Enrico Mattei, 2
San Giustino (PG)














