Martedì è stata approvata una legge che mira a promuovere e valorizzare la filiera brassicola della Toscana. Una notizia che segna un passo importante per i microbirrifici toscani, sulla falsariga di quanto avvenuto in passato per altre regioni italiane. L’intervento, approvato all’unanimità dal Consiglio regionale della Toscana, nasce dal riconoscimento della birra artigianale come patrimonio culturale e gastronomico legato al territorio. Si tratta di un provvedimento che non punta solo a sostenere le singole aziende, ma a consolidare una filiera integrata, capace di stimolare l’agricoltura locale, favorire la biodiversità e incentivare pratiche sostenibili. La legge, approvata grazie alla preziosa intermediazione di Unionbirrai, stanzierà fino a 200.000 euro all’anno per i prossimi tre anni.
I vantaggi concreti per i birrifici saranno molteplici. In primo luogo, la possibilità di accedere a contributi regionali per la ristrutturazione e l’ammodernamento degli impianti, nonché per l’acquisto di macchinari e strumenti tecnologici. Un sostegno che potrà rivelarsi decisivo per le realtà più piccole, spesso in difficoltà quando si tratta di investire in nuove attrezzature o innovare i processi produttivi. Non meno importante il supporto alla formazione degli operatori, con bandi mirati a migliorare le competenze tecniche e a promuovere una maggiore consapevolezza sulla qualità del prodotto. Un aspetto che riguarda anche chi opera nella vendita e nella somministrazione, contribuendo così a creare un circolo virtuoso di conoscenza e promozione della birra artigianale.
Un ulteriore punto di forza della legge è la promozione dell’uso di materie prime regionali — in particolare luppolo, cereali e castagne — e il sostegno alla creazione di una filiera locale. Un incentivo che potrà favorire la nascita di birre sempre più legate al territorio, capaci di raccontare la Toscana non solo nel bicchiere, ma anche attraverso la filiera agricola che le sostiene. Infine, la legge riconosce il potenziale turistico della birra artigianale, prevedendo iniziative di promozione territoriale che coinvolgano produttori, enti locali e operatori turistici. Un’opportunità per i birrifici di inserirsi in percorsi di valorizzazione enogastronomica e rafforzare il proprio legame con la comunità locale e i visitatori.
Vittorio Ferraris, direttore generale di Unionbirrai, commenta così la notizia:
La Toscana colma oggi una lacuna, allineandosi finalmente alle altre Regioni italiane che già da tempo hanno riconosciuto il valore della birra artigianale. Ma non è un punto d’arrivo: ora inizia la fase più delicata, quella dell’attuazione. Unionbirrai è pronta a collaborare con la Regione per la definizione dei bandi, la promozione delle opportunità e la costruzione di un modello toscano virtuoso e replicabile.
Gli fa eco Francesco Mancini, componente del direttivo Unionbirrai e fondatore del Birrificio del Forte:
Abbiamo seguito e accompagnato questo percorso sin dall’inizio, offrendo il nostro contributo tecnico e rappresentativo – afferma Francesco Mancini, componente del direttivo Unionbirrai –. La previsione di criteri premianti come la conduzione giovanile o femminile e il radicamento in aree interne va nella direzione giusta: quella di una filiera brassicola inclusiva, sostenibile e capace di generare sviluppo diffuso.
Sulla stessa lunghezza d’onda Claudio D’Agnolo, referente regionale Unionbirrai:
Questa legge è il frutto di un lungo percorso che abbiamo sostenuto con convinzione e costanza. È un risultato che riconosce finalmente il ruolo economico, culturale e ambientale della birra artigianale anche in Toscana. Oggi, grazie a questo strumento, i microbirrifici potranno investire sulla qualità, sul legame con il territorio e su nuove opportunità di sviluppo.
In definitiva, si tratta di un segnale forte che la Toscana lancia a sostegno di un comparto in continua crescita, confermando la birra artigianale come risorsa culturale ed economica per il territorio.






