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Come cambierà il mercato della birra nel 2025? Scenari e previsioni

L’inizio del nuovo anno si accompagna a speranze e aspettative e questo vale anche per la birra artigianale. Il 2024 si è chiuso con luci e ombre, ma con la consapevolezza che, al netto delle difficoltà, il settore è ancora vitale e, forse, più che mai propenso a rimettersi in gioco. Il 2025 probabilmente proseguirà con lo stesso leit motiv, alternando alti e bassi nel tentativo del comparto di trovare una sua dimensione diversa dal passato. Non mancheranno le chiusure, che già hanno caratterizzato gli ultimi due anni, ma neanche nuovi interessanti progetti destinati a infondere linfa vitale al nostro ambiente. La birra artigianale italiana vive un periodo di stallo, aggrappata a una struttura molto fragile. Sta ai suoi operatori rinforzarne le fondamenta o, al limite, cercare nuovi punti d’appoggio. Sarà questo l’obiettivo del 2025 per il settore.

Abbiamo menzionato le chiusure, di cui abbiamo una percezione sempre limitata a causa dell’assenza di dati certi. Per farci un’idea di ciò che sta succedendo, e che presumibilmente continuerà anche nel 2025, dobbiamo affidarci a notizie sparse, voci di corridoio, aggiornamenti non ufficiali. Ne emerge una situazione difficile per diversi birrifici e locali, che proseguirà anche nei prossimi mesi suggerendo a qualcuno di mollare la presa. Come accaduto nel corso del 2024 e del 2023, diversi produttori abbasseranno le saracinesche, ma in molti per cause fisiologiche. Le chiusure post-pandemia, infatti, hanno riguardato quasi sempre progetti poco più che hobbistici, o praticamente esauriti anche per motivi non puramente economici. In altre parole si sta verificando quella “selezione naturale” che molti analisti avevano previsto da tempo come risposta alla saturazione del mercato. L’errore di tanti appassionati è stato pensare che questa selezione avrebbe premiato i birrifici con le birre migliori – magari il loro birrificio preferito – piuttosto che le aziende più solide e capaci di adattarsi ai cambiamenti del mercato.

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A fronte delle chiusure non mancheranno gli investimenti. Sarà molto interessante verificare lo stato del progetto di crowdfunding di Baladin, che lo scorso anno raggiunse traguardi impressionanti. In particolare dovrebbe cominciare a prendere forma Open Hub, l’idea del birrificio collettivo che promette di rivoluzionare alcuni aspetti, ormai piuttosto aridi, del nostro settore. Un primo indizio su come andrà il 2025 lo avremo a febbraio con Beer&Food Attraction, che già lo scorso anno fornì indicazioni piuttosto chiare sull’andamento del mercato. È probabile che i birrifici italiani confermeranno a Rimini il basso profilo del 2024, ma non escluderei la presenza di alcune importanti novità a ravvivare la scena.

Da un punto di vista globale, il 2025 dovrebbe fornire un po’ di ossigeno ad aziende e famiglie. L’inflazione dovrebbe scendere, con ripercussioni leggermente positive per i tassi d’interesse e il potere di spesa delle famiglie italiane – sebbene all’orizzonte ci sia sempre lo spauracchio dell’aumento dei costi energetici. Questi elementi, in aggiunta agli sconti introdotti in termini di accise, dovrebbero offrire qualche piccolo spiraglio per i birrifici italiani. Sarà una breve boccata d’ossigeno per le aziende in salute, ma non cambierà tanto le cose per chi si trova in una situazione di gravi difficoltà. Mettiamoci anche che a livello anagrafico il settore sta invecchiando e diversi operatori possono cominciare a essere stanchi di lottare nell’ambiente.

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Non mancheranno spunti positivi dalla filiera della birra artigianale, ma la vera incognita sarà rappresentata dall’approccio dei consumatori nei confronti della bevanda. Il nuovo codice della strada ha creato depressione nell’ambiente del beverage, ma il suo impatto per il momento rimane nel terreno delle opinioni personali. È facile però immaginare che avrà un impatto sul consumo degli alcolici, birra compresa. Questa considerazione potrebbe spingere ulteriormente l’abbassamento medio della gradazione, con la nascita di nuovi prodotti low-alcohol. Continueranno a crescere gli stili di facile approccio, come le Lager di stampo tedesco e ceco e le luppolate sul modello della West Coast americana.

È piuttosto difficile prevedere cosa ci riserverà il 2025 in ambito birrario. Veniamo da dodici mesi altalenanti, in cui il settore ha sofferto molto, ma ha anche messo in campo nuove idee e nuove risorse. Non ci resta che augurarci il meglio, sperando che le soddisfazioni non manchino. Buona lotta a tutti.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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