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Buon IPA Day a tutti: è l’ora di scolarsi qualche India Pale Ale

Se nei vostri frigoriferi avete una India Pale Ale da parte e aspettavate il momento migliore per stapparla, direi che oggi è l’occasione giusta, poiché si celebra il primo IPA Day. L’iniziativa è nata e si è sviluppata nella comunità degli appassionati, dando vita, come suggerisce Alberto Laschi, a una sorta di festival virtuale dedicato allo stile più famoso del momento. Da questa semplice idea si è creato un vero e proprio fenomeno virale, che oggi si concretizzerà in una serie di eventi organizzati da birrifici e associazioni di tutto il mondo. Da parte mia, non posso non dedicare un post all’argomento.

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Celebrare le India Pale Ale può sembrare quasi superfluo, considerando che la tipologia (e le sue evoluzioni) negli ultimi anni ha raggiunto un livello di penetrazione impressionante. Come molti saprete lo stile nacque in Inghilterra come variante delle “prestigiose” Pale Ale, nel momento in cui queste birre rientrarono tra i beni di consumo destinati alle colonie in India. Il lungo viaggio via mare implicava la necessità di salvaguardare l’integrità del prodotto: un problema a cui i birrai trovarono una soluzione aumentando la quantità di luppolo – che ha un potere antiossidante e conservante – e di alcool. Queste dunque le caratteristiche principale dello stile.

Dalle prime autentiche interpretazioni della tipologia, recentemente le India Pale Ale si sono evolute profondamente, soprattutto grazie al contributo del movimento brassicolo americano e, di riflesso, di quello scandinavo. I gusti dei bevitori statunitensi hanno eccentuato gli elementi distintivi delle IPA, facendole gradualmente crescere sia in termini di tenore alcolico che di unità di amaro. I classici luppoli inglesi sono stati sostituiti dai ben più aromatici luppoli americani, mentre rispetto alla ricetta originale sono nate diverse varianti, al punto da definire nuovi sottostili. Oggi accanto alle classiche IPA (sempre più difficili da trovare), abbiamo Imperial IPA, American IPA, Double IPA, West Coast IPA e così via. L’equazione “luppolo uguale India Pale Ale” ha spinto qualcuno a proporre il nome Black IPA (praticamente un orrore semantico) in alternativa a quello più corretto di Cascadian Dark Ale – nuovo stile nato nella regione americana della Cascadia.

L’ultimo passaggio esemplifica bene quella sorta di fanatismo che si è creata intorno alla tipologia in questione. Il successo è tale che in passato abbiamo documentato diverse aberrazioni (l’ormai famoso “fenomeno AiPiEi”), che in più occasioni fanno riflettere su un’eventuale standardizzazione del gusto dei consumatori, sempre più orientati esclusivamente a tutto ciò che è amaro, con buona pace di tanti stili birrari che non fanno di questa caratteristica il loro punto di forza. In una giornata dedicata alle India Pale Ale, secondo me è importante rivolgere l’attenzione anche sulle interpretazioni più classiche, nonché sull’evoluzione che ha avuto questo stile. Un buon punto di partenza può essere il resoconto del laboratorio che Giaguarino e io fummo disponibili a organizzare durante un passato IBF di Roma.

Oltre dunque che per stappare qualche bottiglia a tema, la ricorrenza di oggi può rappresentare un ottimo pretesto per saperne qualcosa di più sulle India Pale Ale. A tal riguardo vi segnalo qualche articolo scritto per l’occasione su diversi blog stranieri:

Ovviamente non mi rimane che chiedervi: quale birra berrete stasera per festeggiare l’#IPAday?

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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24 Commenti

  1. siamo a Cambridge…ma in questo periodo si trovano un sacco di golden ales in giro e poche IPA (a parte l’inutile Green King)…cercheremo qualche cosa di interessante!
    ciao
    Monica

  2. Festeggiare? Certe. E’ sempre una buona cosa festeggiare. Diciamo che non posso che continuare a osannare (dopo i deliri alcolici di ieri sera al Festival delle Birre artigianli di Castellalto(TE)) questa spelndida creazione che è la SIERRA NEVADA Pale Ale. W gli ammericani.

      • Stracolmo di gente… volevo prendere una 10 e lode in barrique ma non ce l’ho fatta, troppa fila!
        Per il resto bellissima atmosfera, ottima organizzazione e birre davvero notevoli. Migliori finora per me la Pivovar Kout na Šumavě, Perle ai Porci e la citata 10 e lode (provata da un amico). Conferme da Guldemberg, Op & Top e Duchesse (non l’avevo mai trovata alla spina, ottima). Delusione dalla Fiori di Testa. Oggi vado con la seconda carrellata.
        Ultima cosa: eccato per l’invasione degli scarafaggi, spero abbiano risolto.

        • ottima la 10 e lode in barrique! la migliore che ho provato insieme alla pivovar Kout na Šumavě e ovviamente cantillon. molto buona anche la 4punto7 H.C.E.
          stavolta la fiori di testa ha deluso anche me, l’avevo bevuta al febar ed era tutta un’altra cosa, delicata ma profumata e sapida!
          esperienza da evitare la black ’09 di mikkeller, l’unica volta in vita mia che non sono riuscito a finire una birra..
          stasera forse mi riaffaccio, mi hanno detto che avevano fatto due disinfestazioni prima del festival e che avrebbero continuato, spero che abbiano risolto perché gli scarafaggi erano ovunque, ti salivano anche addosso!

  3. dovevo andare in sardegna..viareggio,alto adige….ma come sempre alla fine madonna di campiglio! sempre o quasi dal 1998! c’e una enoteca che ha alcune birre del ducato,e birra del borgo!!!! e io ripulisco il frigor dove sono messe!!! ciaoooooooo

  4. Stasera mi bevo l’IPA per eccellenza: Ridgeway IPA. E subito dopo una Harvest di Sierra Nevada o una spendida Ipè del Birrificio San Paolo. Buona IPA a tutti.

  5. Mannaggia.. oggi ho bevuto una Gueze, una Oatmeal Stout e una Blond Belgian Ale, ma niente IPA.. sono così fuori moda??

  6. Azz a saperlo mi bevevo una delle ultime bottiglie di Wothington White Shield..l’ultima vera IPA bottle conditioned disponibile sul mercato italiano

    Buone Vacanze

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