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E’ la Bomb la prima creazione del Collettivo Birra di Bad Attitude

Non più tardi di quattro mesi e mezzo fa Cronache di Birra presentò in anteprima uno dei progetti più interessanti mai proposti nel panorama brassicolo nazionale. Sto ovviamente parlando di Collettivo Birra, l’iniziativa nata dallo staff di Bad Attitude e intesa a creare il primo birrificio virtuale a partecipazione collettiva. Sempre in anteprima oggi sono in grado di rivelare il frutto della proposta di Lorenzo Bottoni e compagnia, che – inutile dirlo – consiste in una nuova birra, denominata Bomb. Un nome che suggerisce subito il valore deflagrante di un progetto guidato dal basso, al quale hanno partecipato una ventina di appassionati, seguendo ogni fase della genesi della birra, dall’iter puramente produttivo agli aspetti di marketing, dalla formulazione della ricetta alla pianificazione economica generale.

La Bomb è una India Pale Ale fortemente luppolata, di colore ambrato, piacevolmente amara e dissetante. Sarà disponibile in bottiglie da 33 cl e in fusto e, come annunciato a suo tempo, il ricavato di tutte le operazioni commerciali, al netto dei costi individuati, sarà devoluto all’associazione Libera, che si distingue per la sua lotta contro le mafie.

Ecco un passaggio del comunicato stampa che chiarisce ulteriormente gli aspetti dell’iniziativa:

Il nome “Bomb” […] vuole sottolineare l’assoluta novità di questo progetto, che con il suo “scoppio” vuole affermare la sua completa diversità rispetto a qualsiasi tipo di birra, artigianale e non, presente sul mercato al momento. Bomb non è nata dall’alto di una direzione aziendale, ma è stata creata dal basso, a partire da dei consumatori, attraverso una collaborazione tra dei veri appassionati di birra artigianale. La forza di Bomb sta nelle persone che l’hanno ideata: non una realtà aziendale ma dei veri “birrofili” che hanno messo in questo prodotto tutta la loro passione e la loro creatività.

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In questi mesi gli appassionati partecipanti al progetto sono stato coinvolti in ogni fase creativa, come documenta il blog realizzato appositamente per l’occasione. Ogni passaggio è stato reso pubblico: addirittura è stata postata la ricetta nei suoi dettagli, rafforzando il senso democratico dell’iniziativa. Per calarsi invece nell’atmosfera partecipativa che ha portato alla nascita della Bomb, è possibile consultare il forum del progetto, dove si possono scoprire alcuni aspetti del “dietro le quinte” della sua genesi e scovare informazioni interessanti, non ultima i locali che proporranno la birra. Per completare la panoramica, è disponibile anche un mini sito ufficiale.

In linea con lo spirito dell’idea, anche i prezzi sono di pubblico dominio. La Bomb sarà disponibile in confezione da 12 bottiglie al prezzo complessivo di 21,6 euro + iva e in key keg da 20 litri al prezzodi 76 euro + iva. In entrambi i casi il contributo a Libera è già compreso nel prezzo e ammonta rispettivamente a 6 e 18 euro.

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La presentazione della Bomb avverrà a breve in una serie di eventi organizzati in tutta Italia (e non solo). Che ne pensate di questo progetto? Qualcuno di voi vi ha partecipato personalmente?

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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56 Commenti

  1. Ottimo progetto e ottima idea alla base di esso. Sarebbe bello se ci fossero piu’ birrifici indirizzati verso questo tipo di iniziative.

  2. Consiglio ai geni che hanno inventato il nome di non far mancare una serata di presentazione a Palermo al bellissimo Pub Belle Epoque, sito in via D’Amelio.
    Serata scoppiettante!

    • Come già espresso in precedenza mi sembra di cattivo gusto chiamare Bomb una birra a favore di chi “lotta contro le mafie”. Sarebbe come chiamare Claymore una birra pro-Emergency…

        • Parole da non usare perchè mettono i brividi:

          Bomba
          TNT
          Nobel
          Atomo
          Detonatore
          Fanatismo
          Dittatura
          Democrazia
          Alcol
          Droga
          Guerra
          Pace
          Uomo
          …. si può continuare all’infinito.

          Il problema è che ogni parola, come ogni idea, può essere utilizzata con vari scopi e vari significati. La birra stessa ha ucciso molte più persone delle bombe. Non vi fa venire i brividi leggere quella “parola”?

          Vorrei sapere se c’è veramente qualcuno che crede che il nome di questa birra sia una apologia alle stragi di mafia.
          Altrimenti il sospetto è di uso strumentale di fatti tragici che andrebbero ricordati in altri contesti e con altre modalità.

          • stai facendo della prosopopea sul nulla. a molti quel nome sembra profondamente cretino, io fra quelli. trovo anche devoli le motivazioni addotte da marcos, che mi sembrano un’arrampicata a posteriori per una leggerezza precedente. mi sembra semplice da capire

            se il Bottoni, visto che l’idea nacque da me, mi avesse chiesto un parere (non che avrebbe dovuto, inteso), glielo avrei detto anche in privato come credo Schigi o Tyrser. senza alcun fine polemico

            poi, non credo che per questo debba essere ritirata dal mercato… di nomi scemi, legati ad un’occasione o meno, non sarà nè il primo nè l’ultimo

  3. @tyrser
    trovo riduttivo pensare che mafia = bombe.
    in questo caso il gioco stava nel provocare una riflessione su cosa sia mafia e cosa no.
    l idea originaria nasce da una riflessione fatta da SR che mi trova daccordo. la mafia non si sporca piu le mani.
    o meglio non solo. la mafia o meglio le mafie, sono compenetrate con vari aspetti della societa per bene ( non credo serva citare il presidente del consiglio no?).
    per una volta, con i limiti dell iniziativa, vogliamo essere noi a mettele la bomba. il suo sco(p)p(i)o e benefico.
    ora il punto e: l iniziativa, con tutto quello che vuol dire, sia nel versante charities sia per quanto riguarda le modalita attraverso le quali si e sviluppato il progetto, riesce solo a stimolare una critica ( legittima) sull opportunita del nome e basta?
    trovo che la partecipazione di appassionati all intero processo realizzativo, la trasparenza dei prezzi ( e dei costi appena saro di riento in ufficio) e il fatto che “semplici” appassionati siano di fatto proprietari di un birrificio artigianale diffuso ( seppur parzialmente virtuale) sia qualcosa di cui discutere.
    le persone proprietarie delle quote dl collettivo hanno potuto, in larga parte, prendere parte anche fisicamente alla lavorazione.
    credo che tutti i partecipanti si siano potuti sentire birrai ed abbiano compreso cosa voglia dire pensare, produrre, commercializzare una birra artigianale.
    per me, anche nel mondo normale dei birrifici, spesso vittima di atteggiamenti “mafiosi” o comunque prevaricatori dei grandi, la possibilita e la trasparenza mostrate possano meritare commenti differenti.
    se cosi non e allora devo dire che il commento di livingstone, che mi sembra comunque esagerato, e anche sbagliato.
    meglio allora rimanere al color “tonaca di frate”….
    o no?

    • Non può essere sbagliato quello che rappresenta una impressione personale, essendo soggettivo e non oggettivo.
      Quando vedo alcune delle iniziative di bad attitude mi diverto e credo che si capisca perfettamente quello che vuole la gente. Ritrovo speranza nell’uso della fantasia e immaginazione a trececentosessanta gradi.

      La birra come strumento di giustizia sociale invece mi lascia freddino, ma la mia natura cinica non aiuta…

    • Lorenzo, capisco l’idea e il marketing dietro al nome (l’idea della razione K te l’ho regalata;-) ).
      Ma non mi piace quel tipo di comunicazione, quella di Toscani e tante altre che fanno della “violenza” verbale/visuale un’arma da usare contro chi fa violenza.
      Col risultato che poi rimane solo Benetton…
      Non sono neanche per il “volemose bene” ovvio. E non è neanche questo il luogo in cui fare retorica sui “colletti bianchi” che poi finiamo a dire che il marcio è a Roma e Andrea si arrabbia ;-))))
      Lorenzo, vedi. c’è una cosa che mi fa pensare.
      Sai che il Baladin offre delle cotte a degli homebrewer nel 2011/2012: certo non c’è un collettivo, un gruppo di “ultras” nè risonanza della cosa in giro, per ora. E neanche uno scopo benefico, ovviamente.
      Bhè se io fossi un hombrewer vincitore sarei comunque al settimo cielo.
      Ma non se ne parla e c’è chi scrive “non sono mica i primi”.
      Per me, nel mondo normale dei birrifici, spesso vittima di atteggiamenti “mafiosi” o comunque prevaricatori di alcuni, la possibilità mostrata a Piozzo dovrebbe meritare commenti differenti.
      E non importa se le iniziative hanno la sciarpa o l’eskimo se valgono. O sbaglio?

    • Ormai sembra un marchio di fabbrica di Bad Attitude fare della solidarietà una leva di marketing.
      A me hanno sempre insegnato che il bene si fa stando zitti.

  4. @tyrser
    comprendo il tuo punto di vista. io la penso diversamente. su baladin devo essere antipatico ma spesso cio che fa non lo fa per primo. direi anzi che fa del prendere idee di altri ( e realizzarle bene e magari meglio – gli va dato atto) una sorta di marchio di fabbrica. sam calagione e il suo libro sono una sorta di vademecum del piano di marketing di baladin.
    se offre ad hb di fare cotte, ben venga, non e certo il primo, non sara l ultimo. io lo faccio di default. da sempre (birra di natale di spaghetto) hb hanno fatto cotte con me. trovo che gli hb siano una fonte di inspirazione. alcuni di loro lavorano nel mio birrifcio anche oggi.
    @schigi
    la raccolta fondi la puoi fare solo se riesci a stimolare l interesse di alcuni e per farlo devi comunicare.
    quella che tu chiami “fare del bene” si chiama carita ed e un atto che fa leva sulla disponibilita del singolo.
    se ho danaro ne dono un po, se ho tempo idem et. etc.
    in questo caso raccogliamo fondi, lo faccio da sempre, e il mio modo di rendermi utile. se dovessi devolvere a libera parte dei miei soldi non arriverebbe loro nulla.
    cosi invece per esempio, abbiamo raccolto (abbiamo per he hai dato una mano anche tu) circa 5000 euro netti per una bottega equo solidale dopo il terremoto d abruzzo.
    non una parola in merito per fare pubblicita piu di quella che era necessaria.
    in questo caso chi ha preso parte al progetto ha potuto essere parte attiva di tutto.
    la raccolta fondi e solo una parte del progetto.
    abbiamo voluto creare collettivo birra per poter ribadure che bad attitude e un progetto che fa dell interazione tra produttore e cliente un must. cb e solo una parte di cio.
    fare marketing per vendere bomb e fondamentale. lo facciamo in accordo con i memvri del collettivo.
    e gli utili ( anzi ben piu degli utili) vengono destinati ad un progetto di solidarieta.
    non ci arricchiamo di certo con bomb.
    non e questo lo scopo.
    se poi la critica e che cerchiamo sempre di essere originali ( ci proviamo ) beh, io non riesco a pensare alla birra come si pensa al vino.
    io continuo a preferire le persone.
    e quelli che ho incontrato finora con il mio progetto da birraio mi hanno tutti dato qualcosa.
    continuo a pensare che la birra sia un di cui.
    non pretendo di avere ragione, ma credo di poter affermare la nostra personalita.
    puo piacere o meno. ma e in base al gusto che le persone s elgono cosa comprare. e quello io non lo posso ne voglio modificarlo.
    come invece sembra voler fare qualcun altro.
    besos

    • Devo dire che, anche per una questione anagrafica, Baladin ha fatto quasi sempre tutto per primo.
      Anzi il commento che spesso ho sentito è “Teo se né inventata un’altra!”
      Affermare che spesso ha copiato è andare contro la realtà storica della birra in Italia.
      Tanto per dirne una, Baladin ha fatto la prima birra con mosto di vino, ora tanto di moda.
      Ma gli esempi sono millanta.

    • Vieni a provarla a bergamo sabato…
      La Bomb e Bad attitude saranno ospiti del birrificio elav.. grigliata ed una decina di diverse birre che gireranno nella serata…
      Se poi hai di meglio da fare…
      Almeno dopo mi potrai dire se è una birra inutile o no..

  5. A me sembra di leggere giudizi sulle persone più che sui progetti.
    Ma forse è semplicemente più facile distruggere che costruire…

    @ Tyrser

    Su Toscani non sono d’accordo.
    Per cambiare uno stato di cose devi provocare. Devi rompere con il passato. Devi tirarti fuori dalla mischia.
    Toscani, a mio modo di vedere, è un altro genio che ha dato un contributo cercando di creare attraverso la provocazione. Non si è limitato a fare della sterile critica.

    Sterile critica…

    • esulando dalla questione, se Toscani è un genio stiamo freschi… è un furbastro che sapeva fare le foto e che con delle provocazione che possiamo inventarci anche io e te dopo un paio di birre è riuscito a fare un pacco di soldi

      genio: si ripropone la domanda iniziale del Tyrser

      non è che tutti quelli che fanno soldi sono dei genii. magari sono soltanto dei bravi professionisti o imprenditori

      • Non sono d’accordo.

        Sul giudizio della persona Toscani, come LB non entro nel merito.
        Per quanto riguarda i risultati, se io e te avessimo potuto arrivare prima di loro perchè non l’abbiamo fatto?

        Le idee le hanno in tanti, in pochi riescono a metterle in pratica, in pochissimi ad avere successo. Quelli sono i geni.

    • Sarebbe bello che un altro produttore avesse le palle di pubblicare i costi per poter fare un confronto.

      Dai Schigi, stupisci i tuoi detrattori e fai vedere che puoi anche contribuire positivamente alla discussione.

      Dacci i numeri!

          • scusa eh, ma secondo te si fanno così i dibattiti? cosa dice da anni il Ricci? poche chiacchiere, pubblicare i BILANCI

            fossi in Schigi sparerei numeri a casaccio in cui risulta che fanno 3000 euri di utili all’anno

          • Niente da nascondere, i prezzi sono ufficiali e tanto basta.
            Per il resto basta guardare qui http://www.movimentobirra.it/prezziexw.aspx
            e fare due conti partendo da quel 0,78 al litro.
            Poi se uno è così frescone da fare i collettivi e pubblicare gli excel dei costi mi deve anche spiegare la differenza dei prezzi tra la birra “benefica” e le birre “regular”.

    • Visto che vorrei capire….. perchè la consideri cara??
      A me prendere la tua blond da un (credo l’unico) fornitore che vende a tutti, anche chi come mè non ha partita iva, costa 2.34€, mentre la bomb con iva costerebbe 2.16€ ..
      Non capisco… Sarà che ho solo parteciopato ad un collettivo e non ho un birrificio.. ma non sò.

  6. @SR

    Sai che non riesco a capire le tue risposte?
    Forse scrivo talmente male che fraintendi sempre le mie argomentazioni.
    Di fatto rispondi a cose che non scrivo, o pensavo di non aver scritto.

    Mi riferisco alla polemica sul nome.
    Mettimi in evidenza, per favore dove ho scritto che il nome è bello o semplicemente “non cretino”.

    Nei post precedenti a quello al quale tu hai risposto si metteva (Tyrser e Schigi) in parallelo il nome “Bomb” a “Stragi di mafia” e “Morte”.
    Questo si che mi sembra cretino.

    Poi ripeto, se si esce allo scoperto e si dice che Lorenzo Bottoni va attaccato a prescindere perchè fa parte di una “fazione diversa” ed è un “testa di cazzo” allora smetto subito di scrivere. O magari mi unisco a voi per bastonare il traditore populista e paranoico. Ma a viso scoperto e senza metodi mafiosi.

    Ad ora vedo però un articolo che riguarda una bella iniziativa e finchè nessuno dichiara altrimenti mi limito a giudicare quella. E a giudicare un’azienda e non una persona.

    • “Tyrser metteva in parallelo il nome “Bomb” a “Stragi di mafia” e “Morte”.
      Questo si che mi sembra cretino.”

      Grazie. Sono l’unico cretino a pensare che chiamare Bomb una birra che devolve alcuni proventi ad una associazione antimafia sia fuori luogo.
      Ah già, mettere in relazione bomba-mafia è da cretini. Non ci aveva pensato nessuno.
      Potevano chiamarla Piovra, Faida o anche Cosa Nostra. La birra del Padrino no?
      Come chiamare Eroina una birra per San Patrignano, o Condom quella per un’associazione di ragazze madri.
      Tutto va bene, specialmente se hai kefiah o passamontagna.
      Ah l’associazione si chiama Libera, e in birrificio fanno la Birra Libera. Per questo forse il nome migliore non hanno potuto usarlo…

      Per quanto riguarda l’attacco a Lorenzo, passo. Non sono spesso in armonia con lui ma so che è talmente folle da crederci. Non ce l’ho con lui a prescindere.
      Ma di solito ce l’ho con chi fa business con la beneficenza. E con chi si fa un logo stile BR. Si sa, non sono allineato.

      PS
      “Tombe ecatombe esplosioni di bombe”…

      • Quindi se chiamo “Padrino” una birra che serve a finanziare la lotta anti mafia commetto un errore?

        Ma conta di più la forma o la sostanza?

        Ti rendi conto che si sta parlando di forma daore senza che nessuno abbia detto che il contenuto, la sostanza, è valido? O non valido…

        A me è piaciuto il progetto per il coinvolgimento dei ragazzi e per la forza innovativa. Neanche a me fa impazzire il legame “sociale”. Ma non è un problema che mi tange.

        • >Ma conta di più la forma o la sostanza?

          Nel caso in questione entrambe, in modo paritetico.
          La forma è espressione della sostanza.
          Hai presente quando hai un concetto in mente e non riesci ad esprimerlo bene e questo causa un casino? La sostanza è giusta ma la forma zoppica e eclissa la sostanza.
          Come se dicessi alla donna di cui sei innamorato “Oh, me ne sono fatte a centinaia ma tu sei la migliore!”. Non suona così bene come vorresti;-)
          Il progetto mi piace. Molto nella sostanza, meno nella forma.
          Mi sono spiegato?

    • sostituisci “cretino” con “che mette i brividi” (nel tuo ironico), fai un bel respiro e riparti senza passare dal via

      dai che ce la fai

      ripeto: E’ UN NOME CRETINO. non dipende dalla paternità. è già stato detto, forse da qualche altra parte sul web e con meno visibilità, una decina di giorni fa

      se a te piace, è un problema tuo e della tua sensibilità. fai un favore a tutti, fai una birra a favore dei coloni ebrei ultraortodossi, chiamala Zyklon B e valla a vendere a Tel Aviv. vedrai quanta gente verrà a complimentarsi per la tua sagacia

  7. @ SR in relazione ai prezzi

    Curioso che adesso non ti interessi più sapere quanto costa la birra.

    Evidentemente anche te sai che i numeri di Schigi ti sputtanerebbero senza appello.

    • mi pare semplicemente assodato che in Italia i prezzi siano inefficienti per permettere ad aziende traballanti di stare in piedi con beneplacito di chi traballante non è, che fa dei buoni utili e con la prospettiva di crescere si frega la mani

      la campagna informativa è stata fatta. 5 anni fa eravate tutti lì a sviolinarla con il prezzo del luppolo e le cuffie dei fermentatori. anzi, mi attenderei un ringraziamento

        • se vuoi come numero di posso dire quanti euro ho nel portafoglio

          è il solo numero che conta, per quanto mi riguarda. sei tu che devi vendere, mica io

        • forse ho di meglio da fare che girare le camere di commercio di tutta Italia

          se ti/vi (meglio vi, tu manco ce l’hai un birrificio) sta a cuore dimostrare che i birrifici stanno a galla tirando la cinghia, producete i pdf degli ultimi 2 o 3 bilanci e metteteli on line. ci vuole una mezz’ora

          altrimenti restano le solite lagne

          • Perfetto allora appena ho due minuti faccio un po’ di pulizia
            Elimino il post di Livingstone al quale ho risposto, levo la mia risposta, questa tua e non accetto più OT, di nessun utente.

  8. @ Schigi

    Quando uno si nasconde funziona meglio se tace.

    Non ho chiesto i “prezzi”.

    Ho chiesto i COSTI.

    Da ex consigliere MoBI sei stato impegnato in prima persona nella battaglia dei prezzi.
    Ma la battaglia dei prezzi non ha senso se non si conoscono i costi di produzione. Che non corrispondono allo 0,75€/litro che include solo i costi variabili trascurando costi fissi e ammortamenti.

    Te lo chiedo un’ultima volta, dopo di che sarà evidente che nascondi ai consumatori un dato fondamentale per la lotta al caro prezzi. E che ti nascondi come un quaqquaraqquà qualsiasi.

    Schigi, in qualità di uomo immagine di Extra Omnes, puoi fornire cortesemente i soli costi variabili e di produzione (quindi inclusivi di costi fissi e ammortamenti) al fine di poter capire quale possa essere il ricarico efettuato dai Padroni Ladroni produttori di birra? Ovviamente il tutto rapportato ad una produzione annua realistica.

    Non sto chiedendo nè che ricarichi applichiate nè a che prezzi vendiate. Tanto meno ciedo quale sia il guadagno di fine anno.

    Solo i costi.

    E’ chiedere tanto?

    Su, tiraci fuori le palline…..

    • Uomo immagine è fantastica.
      Te lo ripeto anche di qua.
      Non sono un’imprenditore, solo un dipendente.
      L’unico numero che mi interessava è il prezzo finale della birra, addirittura più al dettaglio che ai pro.
      Su quello ho rotto le balle, con risultati che ritengo discreti.
      Per il resto, compro le birre Extraomnes allo spaccio del birrificio, con regolare scontrino.
      Se costassero di meno sarei più felice, ma mi accontento guardandomi in giro.

  9. Bene, anche stavolta siamo degenerati in un bello OT.

    Unica consolazione è stato scoprire definitivamente che chi accusa i birrifici di coprirsi d’oro non ha la più vaga idea di quelli che siano i numeri in gioco.
    E non vuole neanche cercarli.

    Peccato perchè veramente ci sarebbe bisogno di un occhio vigile da parte del consumatore. Ma senza consapevolezza e senza autorevolezza la causa è persa in partenza.

  10. Mai letta una sfilza di commenti più noiosi…

    Seghe mentali a parte, il progetto di Collettivo Birra (del quale faccio parte) è, al momento, l’unico esempio che io conosca di beneficenza nel mondo della birra italiana (italo-svizzero, se vogliamo fare i pignoli).

    @chi fa le pulci sui costi: potreste dirmi qual’è il vostro problema? Il prezzo di vendita è alto? Mi sembra che i costi siano stati ben sviscerati dal sottoscritto nell’excel citato da Schigi.

  11. «Per molti la noia è il contrario del divertimento; e divertimento è distrazione, dimenticanza. Per me, invece, la noia non è il contrario del divertimento; potrei dire, anzi, addirittura, che per certi aspetti essa rassomiglia al divertimento in quanto, appunto, provoca distrazione e dimenticanza, sia pure di un genere molto particolare. La noia, per me, è propriamente una specie di insufficienza o inadeguatezza o scarsità della realtà

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