Domandare a un appassionato se preferisce le Altbier o le Kölsch è un po’ come chiedere se si vuole più bene alla mamma o al papà. Le alte fermentazioni della Renania sono infatti perle brassicole con tratti simili a livello produttivo, ma abbastanza differenti in termini organolettici, ognuna con le sue peculiarità. A ogni modo se adorate le “vecchie birre” di Dusseldorf, sarete felici di sapere che dalla collaborazione tra Shire Brewing (sito web) e il Birrificio Bajon (sito web) è recentemente nata la Schicksalstag (5%), un’interpretazione tutta italiana delle Altbier, prodotta con una miscela di malti relativamente complessa (Pilsner, Munich, Caramunich I e Carafa III Special) e luppolata con Spalter Select. Conoscendo la predilezione dei due birrai – rispettivamente Mirko Giorgi e Simone Bedeschi – per le tradizioni brassicole europee possiamo scommettere che sarà una Altbier molto fedele al modello originale. Il nome dalla non facilissima pronuncia si riferisce al “giorno del destino”, cioè il 9 novembre, data in cui si sono verificati avvenimenti fondamentali nella storia della Germania. Indovinate un po’ quando si è tenuta la cotta della Schicksalstag…
Mercoledì scorso il birrificio Alder (sito web) ha annunciato la sua ultima novità del 2022, un anno ancora molto prolifico per la creatura di Marco Valeriani (su Beer Zone a noi risultano 20 nuove birre lanciate negli ultimi dodici mesi, ma probabilmente sono anche di più). La new entry si chiama Ponch (8%) ed è una Double IPA realizzata seguendo la filosofia della West Coast americana, quindi limpida, secca, discretamente amara e di colore dorato chiaro. L’intenso ventaglio aromatico integra note di frutto della passione, arancia e uva spina, mentre in bocca il generale equilibrio e il contrappunto tra malti e luppoli mantengono il sorso agile ben oltre quanto ci si aspetterebbe dalla gradazione alcolica. Come sempre meritano menzione gli ingredienti, oggetto dell’immancabile lavoro di ricerca: solo malti tedeschi e luppoli El Dorado, Mosaic (in forma Incognito) e Nelson Sauvin (raccolto 2020 importato direttamente dal birrificio). Già solo descriverla fa venire l’acquolina in bocca!
Torniamo a parlare di collaborazioni per introdurre quella tra i birrifici Extraomnes (sito web) e De Lab Fermentazioni (sito web), che già a fine 2021 si incontrarono per realizzare insieme la Druiven. Poco più di un anno dopo il connubio si rinnova per rimanere ancora nell’universo delle Italian Grape Ale, con quella che possiamo considerare la sorella minore della Druiven, declinata in rosso. La Druiven Rood (11,1%) cambia colore e vitigno: non più Arneis, ma mosto di Nebbiolo da Barolo, fornito dall’azienda vitivinicola Marengo Mauro. L’uva si esprime al meglio, con tutto il suo corredo aromatico in cui ritrovare sfumature di viola, rosa, fragolina e addirittura anguria. La data di uscita dovrebbe arrivare a giorni (se non è già disponibile), giusto il tempo che si concluda la rifermentazione. L’etichetta è molto simile a quella della Druiven, con un’evidente variazione cromatica, mentre il contenitore scelto è ancora la lattina. Se non andiamo errati c’è solo un’altra IGA italiana che viene confezionata nello stesso modo, sapete quale?
Tantissime sono le novità provenienti dal birrificio Mister B, che nelle ultime settimane non è certo rimasto con le mani in mano. Innanzitutto ha deciso di sopperire a un limite che contraddistingue da sempre la propria gamma, ossia l’assenza di una birra natalizia. Per recuperare il tempo perduto ne ha annunciate ben quattro: Brulè (10,5%) è una sorta di Braggot (antica birra speziata medievale) caldo e corposo, che prevede l’aggiunta in fermentazione di miele, cannella e zenzero e una maturazione in botti di rovere; Biassanot (10,5%) è un Barley Wine realizzato con l’impiego di castagne e tabacco in maturazione e affinato in barrique di rovere francese; anche Babbà (10,5%) è un Barley Wine, ma in questo caso non sono previsti ingredienti aggiuntivi, mentre l’affinamento è ottenuto con botti di rum della Martinica; la quarta natalizia, infine, non è una novità assoluta ma la versione 2022 della Imperial Stout Bolombo, invecchiata in questo caso in botti di Bourbon per un anno.
Ma le novità di Mister B non si fermano qui, perché occorre aggiungere all’elenco anche la Bella Uncle (8%), una Double IPA in stile New England realizzata in collaborazione con il birrificio finlandese Tired Uncle (sito web). Aspettiamoci dunque una birra succosa, profumata, morbida e opalescente, con una chiusura comunque secca e un profilo aromatico che spazia dalla fragola ai frutti rossa al bubblegum. In questo caso il luppolo protagonista è lo sperimentale HBC 630, supportato dalle varietà Galaxy ed Enigma. Anche se non si tratta di una birra, merita infine menzione Boop, un gioco di società griffato Mister B che può essere considerato una variazione alcolica del gioco dell’oca, in cui occorre superare imprevisti e probabilità prima di raggiungere l’agognato pub.
A proposito di collaborazioni internazionali, qualche giorno fa il campano South Soul (sito web) ha annunciato la Fruttato (7,8%), brassata presso l’impianto del birrificio polacco Browar Nepomucen (pagina Facebook). La birra è definita una Imperial Pastry Sour Ale, denominazione che ci introduce direttamente in un terreno brassicolo molto particolare. La ricetta infatti vuole in qualche modo replicare le sensazioni di uno smoothie, una specie di frullato di frutta che però non usa il latte come base, bensì lo yogurt o il latte di cocco. Oltre ai classici ingredienti brassicoli, qui troviamo anche pesca, mandarino, bergamotto, marshmallow e vaniglia, per un trionfo di frutta in cui la generale dolcezza è bilanciata da un tocco acidulo. Una birra fuori dagli schemi e sicuramente divisiva, ma che merita sicuramente di essere assaggiata.
Concludiamo con un salto in Umbria, dove a inizio mese il birrificio Centolitri (sito web) ha presentato la sua Birbotta (11%), prodotta in occasione del decimo anniversario dell’azienda. La Birbotta è molto particolare, perché realizzata con il metodo classico grazie al supporto dell’enologo Roberto Chioccia. Può dunque essere considerata una Bier Brut (come la belga Deus, per capirci), in cui sono seguiti tutti i passaggi della produzione dello Champagne: affinamento sui lieviti per dodici mesi, presa di spuma, remuage, sboccatura e aggiunta del liqueur d’expedition. Il risultato è una birra dal profilo elegante, con un carattere peculiare e molto versatile, valida sia da sola che in accompagnamento a creazioni gastronomiche. È disponibile unicamente in bottiglie da 75 cl.