Avete mai bevuto una birra blu? Probabilmente no, ma forse ricorderete che a inizio 2022 rimbalzò sulle principali testate la notizia di una birra francese contraddistinta da questa peculiarità. La Line del birrificio Hoppy Urban Brew è infatti una Session IPA realizzata con l’aggiunta di alga spirulina, che conferisce al prodotto la curiosa sfumatura cromatica. Ora l’insolita esperienza è garantita anche dall’italiano Vento Forte (sito web), che una decina di giorni fa ha annunciato la sua Blue (7%), una West Coast IPA piuttosto in linea con il modello di riferimento, brassata con l’impiego di luppoli Lemondrop, Columbus e soprattutto Citra. Ma la particolarità risiede nell’aggiunta di Butterfly Pea Flowers (fiori blu di pisello farfalla) che rendono la birra non solo di un tono bluastro, ma persino cangiante: in base alla luce l’aspetto si modifica leggermente, passando dal viola intenso fino, appunto, al blu. Una caratteristica che sicuramente renderà la Blue molto “instagrammabile”, senza dimenticare la bontà del prodotto in sé.
Se la novità di Vento Forte possiede quasi una vena futuristica, quella del marchigiano MC-77 è esplicitamente nostalgica. La Crystal Bold (7,5%) – chissà che il nome non nasconda un riferimento al gioco “chimico” anni ’80 – vuole infatti omaggiare le luppolate old-style, quelle che ottennero successo a cavallo tra gli anni ’90 e 2000. Erano IPA ambrate, con una trama maltata piuttosto strutturata che serviva a contrastare la potenza aromatica dei luppoli. Il malto protagonista di certe birre era il Crystal, diverso da tutti gli altri “caramel” perché realizzato con un processo particolare che favorisce lo sviluppo di aromi “puri” di caramello, senza l’interferenza degli effetti della reazione di Maillard (biscotto, crosta di pane). Il Crystal è sempre stato un malto controverso, perché difficile da usare senza rischiare di sovrastare i luppoli e rendere la bevuta stucchevole, per questa ragione negli anni il suo utilizzo è calato radicalmente, favorendo lo “scoloramento” delle IPA moderne. Con la sua creazione, invece, MC-77 ha voluto andare in controtendenza, accettando la sfida di produrre un’American Strong Ale con malto Pale e una percentuale di Crystal e Double Roasted Crystal. Il risultato? Non resta che valutarlo di persona, poiché la birra è disponibile proprio in questi giorni.
Dopo tanto malto (ma anche tanto luppolo) torniamo a parlare di IPA con la prestigiosa collaborazione tra Brewfist (sito web), birrificio che ha scritto la storia della birra craft italiana, e Ritual Lab (sito web), uno dei più fulgidi interpreti moderni del nostro panorama birrario. La novità si chiama Sticky Choice (6%) ed è un’American IPA che si contraddistingue per un uso massiccio di luppolo Citra, impiegato nella forma Incognito – concentrato liquido 100% naturale da aggiungere in whirpool. Profumatissima ed estremamente dissetante, è perfetta per le prime giornate di sole che ci attendono a breve. È disponibile in fusto e in lattina “grande”, formato che per fortuna Brewfist continua ad adottare per tante sue produzioni.
Si chiama invece La Bestemmia Collettiva (5%) l’ultima novità del birrificio Chianti Brew Fighters (sito web). Se il nome vi sembra particolare sappiate che rientra nella linea “blasfema” del produttore toscano, dedicata alle lattine. In questo caso siamo al cospetto di un’American Pale Ale interpretata in chiave moderna, diretta e facile da bere, che punta a valorizzare le peculiarità del luppolo Sabro, utilizzato sia in amaro che in aroma e a freddo. La ricetta è stata messa a punto con il supporto della Brew Fighters Community, dando vita a una birra collettiva sulla falsariga di altre esperienze analoghe sperimentate soprattutto all’estero. Contestualmente alla Bestemmia Collettiva segnaliamo la nuova versione de La Rumba, New England IPA che nella sua ultima incarnazione prevede l’impiego di luppoli Zappa e HBC 586.
Lo scorso venerdì santo è stata presentata in oltre 20 locali italiani la God of Laif (4,5%), Session IPA prodotta dal birrificio 50&50 (sito web) di Varese appositamente per il pub romano Yeastcoastbar (pagina Facebook), con il supporto di Organic Lab. La God of Laif è una Session IPA apprezzabile per un profilo pulito e una chiusura secca, due elementi che la rendono facilissima da bere. La particolarità è nell’impiego del luppolo Eclipse, una varietà che si incrocia raramente e che è stata utilizzata proprio per evadere dal solito ventaglio aromatico che caratterizza le IPA moderne, non di rado molto simili tra loro. Le note agrumate (limone, mandarino) e un accenno di resina rendono la birra molto godibile soprattutto con l’arrivo dei primi caldi.
Concludiamo la carrellata odierna con un’altra luppolata, annunciata negli scorsi giorni dal birrificio abruzzese Bibibir (sito web). Si chiama Pacific IPA (6,2%) e si ispira all’omonimo sottostile di American IPA, contraddistinto dall’impiego di luppoli provenienti dall’area del Pacifico. In particolare qui il protagonista assoluto è la varietà Galaxy, originario dell’Australia ma ottenuto come evoluzione del Perle tedesco. Il profilo aromatico è dominato da toni fruttati (agrumi, pesca e soprattutto passion fruit e frutta tropicale) e risulta molto facile da bere. Il grist è composto da solo malto d’orzo, peculiarità che troviamo sempre più spesso: sembra che l’era delle IPA prodotte con cereali alternativi (avena, frumento) sia al tramonto, così come l’interpretazione dolciona e vellutata solitamente associata al New England. Staremo a vedere…
[…] il podio, come la Fovea Light di Rebeers (è stata una delle Debuttanti della Italy Beer Week), la Crystal Bold di MC-77, la Spiga di Malaspina e la Chillbomb di Canediguerra – quest’ultima curiosamente è […]