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Una valanga di nuove birre italiane

Complice anche il recente Salone del Gusto, che rappresenta sempre un’importante vetrina per nuovi progetti commerciali, ci ritroviamo a distanza di due settimane a fare un punto delle novità birrarie provenienti dai produttori nazionali. Della Sognodoro de La Buttiga ho parlato una decina di giorni fa, ora siamo tutti in attesa di conoscere il risultato del concorso collegato alla creazione e organizzato in collaborazione con Birrophilia. Oggi invece andiamo a scoprire le ultime primizie provenienti dagli altri produttori.

Partiamo allora da una curiosa collaborazione tutta italiana, che vede protagonisti il Birrificio Italiano e Croce di Malto. Il nome della birra è Due Mondi, che identifica proprio l’incontro tra due realtà molto diverse: un pioniere del movimento brassicolo nazionale come Agostino Arioli e uno degli esponenti della “seconda generazione” di birrai, Alessio Selvaggio. Una collaborazione “nata per amicizia, per anni passati a degustare assieme, per stima reciproca, per osare, per collaborare, per ricercare, e soprattutto per piacere!”. In particolare sarà una Doppelbock sui generis, con un uso massiccio di luppoli americani in fermentazione.

Se siete curiosi di assaggiare la Due Mondi, potrete farlo in due distinte serate di presentazione. La prima è in programma martedì 2 novembre al Birrificio Italiano di Lurago Marinone (CO), la seconda è fissata per giovedì 4 novembre presso La Frottola di Vigevano (PV). Entrambe gli appuntamenti saranno delle cene con degustazione e presenza dei due birrai. Per informazioni e prenotazioni contattate i due locali.

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Restando al Nord, segnalo che il birrificio Bauscia ha in serbo una nuova creazione, che sarà lanciata a fine novembre. Le notizie al riguardo sono davvero scarse, visto che si conoscono solo il nome (La Milano da bere) e lo stile di appartenenza (Pils). Il nome, quantomeno bizzarro, ci catapulta nei fantastici anni ’80, tanto che per la presentazione della birra è stata organizzata una serata a tema, compreso un menu con chiare ispirazioni alla “gastronomia” del decennio in questione.

Ecco allora che lunedì 29 novembre il rinnovato BQ di Milano (via Losanna 36) ospiterà l’evento di lancio de La Milano da bere, con una cena con degustazione basata sul seguente menu: cocktail di gamberetti, tortellini panna e prosciutto, penne alla vodka, risotto allo champagne, palmito, carpaccio rucola e grana, scaloppine ai funghi, profiterol e panna cotta. Per informazioni contattate il locale, consci del fatto che riceverete uno sconto del 20% se vi presenterete vestiti a tema (cito “spalline, paninari, rockabilly, ecc.”).

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In apertura ho citato il Salone del Gusto, ed ecco che ci torno in chiusura di articolo. Durante la kermesse di Slow Food sono state presentate alcune nuove birre italiane. Il ligure Maltus Faber era presente con la novità Imperial Barricata, ovviamente versione maturata in botte di una delle sue produzioni più celebrate. In particolare viene affinata per almeno sei mesi in botti utilizzate precedentemente per Brunello di Montalcino, caricandosi dunque di un nuovo ventaglio di aromi e di una sfumatura vinosa. Si trova nel formato da 33 cl e misura 7,8% alc.

Sempre al salone il torinese San Paolo ha presentato la sua Harvest 2010, una Ipa prodotta con l’impiego di luppolo fresco coltivato in Liguria. Se ne volete sapere di più potete leggere l’opinione di Maurizio Maestrelli. Concludo infine come avevo aperto, cioè con una collaborazione, stavolta tra Andrea Bertola di Pausa Cafè e Jurij Ferri di Almond ’22. Dal loro incontro è nata la Fuori, anch’essa presentata al Salone. Visto che ho saltato la manifestazione torinese, chiedo direttamente a voi se avete avuto occasione di provare qualcuna di queste novità. Che ne pensate?

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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26 Commenti

  1. Provata la Imperial barricata di maltus Faber e mi sembra verramente notevole. Il passaggio in legno ha aggiunto complessità, acidità e struttura, ad una birra già di per sè molto buona

  2. Anche io ho assaggiato l’Imperial barricata e l’approccio è stato abbastanza complesso, vuoi per il trambusto e per la confusione, vuoi per il primo assaggio di giornata poco dopo le 11: personalmente devo riprovarla, la tannicità che esprime è davvero notevole e ne deriva un’asciuttezza più vinosa che birrosa. Pur non essendo esattamente nelle mie corde mi ha lasciato sorpreso sulla lunga persistenza e sulle piacevoli sensazioni setose tipiche di un vino elegante trasportate in una birra non banale

  3. la barricata è sicuramente interessantissima, ma a mio personale giudizio il vinoso è eccessivamente coprente e caratterizzante. sembra quasi un vino alla birra… problema che capita abbastanza spesso con le botti di primo riempimento e coi primi esperimenti di maturazione

    il vero capolavoro è la Imperial base…

  4. Dissento dallopinione che il trattamento in legno sia eccessivamente coprente, tra l’altro se la barrique ha ospitato Bdm Talenti tanto nuova non era. Comunque a prescindere da ciò la diversità di opinioni è spesso una ricchezza. Per me la Imperial barricata è una gran birra

  5. Ovviamente è riferito all’Imperial Barricata l’impressione che non il trattamento in legno sia coprente perchè in generale può esserlo, e come sempre dipende….

  6. Dal punto di vista della birra concordo con Mazzola.
    Per quanto riguarda i tortellini, essendo di origine bolognese, concordo in pieno con Roberto, tortellini panna e prosciutto non si può proprio sentire, o vogliamo mettere la panna nel risotto alla milanese?
    Dimenticavo: Roberto la tua saison è veramente interessante ed a breve ti contatto per l’impegno romano di cui abbiamo parlato al birrificio.

  7. È ovvio che i produttori riescono a recuperare le botti del territorio ma se devo ritrovare sentori di vino in una birra preferisco bere vino direttamente.
    Poi potrà essere sicuramente la birra più buona del mondo.

  8. @Paolo

    le opinioni sono opinioni, ma che la barrique fosse nuova di pacca me l’ha detto il birraio, mica le me lo sono sognato… anzi, mi ha pure detto che l’ha riempita il prima possibile

    ed anche lui conveniva con me che l’aspetto vinoso andasse oltre il semplice apporto divenendo coprente, anche se parimenti mi diceva che molti questo aspetto lo apprezzavano. a Schigi ad esempio è piaciuta molto proprio perchè vinosissima

    grande birra. ma per me la base e come è costruita sono il vero capolavoro

  9. @Indastria

    nel quotarti, ti faccio notare come Montalcino e Genova non siano esattamente nello stesso territorio… 🙂 quella botte è un gentile scambio fra birrai ed alla birra che ne è uscita faccio le identiche critiche che feci (non pubblicamente) ad un’altra birra maturata in quelle botti

    può essere che riducendo i tempi in botte (mi pare che Fausto l’abbia tenuta 6 mesi se ricordo bene) l’apporto sia più discreto, ma non sono un birraio

  10. Stefano, Fausto mi ha detto che la barrique gli è venuta da Moreno ed aveva contenuto Brunello dell’azienda Talenti, quindi non era nuova, Mi ha detto che eravate passati a provarla, e non mi meraviglio se lui stesso era in attesa di conferme, perchè è la prima volta che produce una birra del genere

  11. @Paolo

    mi sono espresso male nel secondo intervento e non ci siamo capiti. con nuova intendevo di primo passaggio (dopo il vino ovviamente) come avevo scritto nel primo intervento, come si usa dire per i whisky. se fosse nuova peraltro non potrebbe avere il vinoso di cui parlo… l’eccessiva caratterizzazione della botte non riguarda il legno, ma il vinoso, cioè in sostanza per me è troppo caratterizzata da Brunello precedentemente contenuto che prevalica la birra

    peraltro, mio gusto personale, nelle birre molto tostate come le Imperial Stout preferisco l’apporto di botti che hanno contenuto distillati in genere. in ogni caso Fausto che è un grande birraio non potrà che migliorarla di edizioni in edizione

  12. In “una serata a tema, compreso un menu con chiare ispirazioni alla “gastronomia” del decennio in questione” (dove gastronomia mica per niente è stato virgolettato) i tortellini panna & prosciutto c’entrano eccome, cari talebani del brodo, bisogna saper constetualizzare, cribbio!

    Personalmente mi son stupito di non trovare nel menù il Vitello Tonnato…

    Trooooppo giusto! :-DDDD

  13. per una volta che il Polli fa una cosa carina … quel menù rappresenta le aberrazioni culinarie che hanno rappresentato un MUST negli anni 80 e 90 e deve essere così (tralasciando che qualche pensioncina della riviera romagnola li ripropone tutt’ora…)
    Ce l’ha messo il filetto al pepe verde ed alla Stroganoff ?

  14. Integro la disquisizione sull’imperial stout barrique dicendo che, stando a quello che mi hanno raccontato allo stand di maltus faber, a breve uscirà anche una versione barricata della extra brune…

  15. sono andato sabato alla première della Sognodoro al birrificio La Buttiga ; molto bene , in generale un prodotto davvero ben fatto!! complimenti a Matteo&Luca di Birrophilia

  16. bevuta ieri la imperial barricata. Confermo ESATTAMENTE le impressioni di SR.

    La parte migliore della birra è proprio l’imperial normale che resta sullo sfondo.
    Il senotre di vino, per quanto interessante, è fastidioso. E non so se l’acidità deriva tanto dalla botte o da altro…

  17. @indastria

    ovvio che una maturazione in botte prende un po’ di bretta (e chissà altro) ma non ho avuto l’impressione di una base azzoppata e infilata in botte. anzi, conoscendo Fausto, lo escluderei proprio

  18. Secondo me è invece un pò di acidità da fermentazioni diverse ed il vino ci entra poco se non come apporto microbiologico diverso da quello del lievito adoperato per la birra

  19. E ancora c’entra il legno con i suoi tannini, ed i suoi apporti di astringenza e di corposità.

    Paolo Mazzola come anche nel msg. 23

  20. Sicuro al 100% che l’acidita’ deriva dalla botte ed e’ facile sincerarsene: infatti nella botte e’ finito solo parte del batch, il resto e’ stato imbottigliato circa verso marzo come imperial normale. Ho sottomano una imperial barricata e una normale e nell’etichetta il lotto e’ lo stesso (46).

    Anche a me la decisa caratterizzazione vinosa che ha ricevuto mi ha un po’ sorpreso (l’avevo assaggiata dalla botte dopo 1 o 2 mesi e allora si sentiva appena). A me e’ piaciuta: soprattutto l’aroma, per me super: ha guadagnato non solo in complessita’ ma IMO anche in piacevolezza. In bocca il vinoso e acidulo e’ deciso, ma non poi cosi’ estremo se confrontato ad altri noti e apprezzati esempi di birre barrel-aged; secondo me si inserisce bene in una birra “spessa” come la MFI base, la rende in un certo qual modo anche piu’ bevibile. Poi se cerchamo la Birra Perfetta si puo’ discutere se sarebbe bastata una caratterizzazione minore… magari fare un blend fra le due versioni…?

    Mi incuriosisce la extra-brune barricata, secondo me in una birra di cosi’ esuberante piacevolezza, il giusto tocco di austera vinosita’ potrebbe farla arrivare al top assoluto…

  21. Lunedì 29 Novembre al BQ in via Losanna 36 alle ore 20,30
    Pietanze abbinate alle birre del Birrificio Bauscia con la
    presentazione della nuova birra La Milano da Bere
    saranno presentate 4 etichette nuove dedicate ai mitici anni 80.
    Condurranno la serata Paolo Polli e Stefano Zandalini

    ANTIPASTO Birre del Birrificio Bauscia cl 20
    Cocktail di gamberetti Sali

    PRIMO
    Tortellini panna e prosciutto La Milano da Bere
    Risotto allo champagne Sesi

    SECONDO
    Scaloppine ai funghi porcini Diaul

    DESSERT
    Panna cotta Gea
    € 40.00

    Chi si presenterà vestito anni 80 avrà uno sconto del 20%
    Solo su prenotazione
    al numero 3389116065
    o via mail a [email protected]

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