Lo scorso sabato pomeriggio ho assistito alla presentazione della Zona Cesarini, la nuova birra di Toccalmatto, tenutasi presso il Domus Birrae. All’evento erano presenti Bruno Carilli (patron del birrificio) e Alessio “Allo” Gatti (birraio), che hanno illustrato la loro nuova creazione ai tanti curiosi presenti. Per l’occasione il beershop ha allestito un banco di somministrazione con due produzioni alla spina: la Grooving Hop e ovviamente la nuova birra. Sicuramente un bellissimo evento – tra l’altro a partecipazione completamente gratuita – come ne vorremmo sempre vedere in giro per l’Italia.
Dopo questa doverosa introduzione, passiamo alla birra. Premessa di stampo prettamente estetico: la Zona Cesarini vanta un’etichetta davvero splendida, con un’illustrazione in tipico stile Toccalmatto, che conferma come l’azienda continui a curare anche l’aspetto visivo dei suoi prodotti. Nonostante il nome, l’immagine non ha niente a che fare con il calcio: è invece un omaggio al Giappone, con il classico Sol Levante sullo sfondo, su cui si stagliano tre figure di aerei militari. Il tema dell’etichetta è presto spiegato, poiché la Zona Cesarini è un India Pale Ale prodotta con il particolare luppolo giapponese Sorachi Ace. In realtà il produttore la definisce una “Pacific IPA”, per sottolineare anche la presenza dell’altro luppolo inusuale: il neozelandese Pacific Gem.
Le due varietà sono impiegate in una miscela che comprende anche altri luppoli. Il risultato è una gamma di profumi e aromi molto particolare, in cui si ritrovano evidenti note di frutta esotica, in grado di fondersi con un tocco decisamente speziato, quasi pepato. Al gusto è fresca e dissetante, con una lunga persistenza. Una nuova intepretazione dello stile da parte di Toccalmatto, che non nasconde anche in questo caso la sua predilezione per birre generosamente luppolate. Ah, quasi dimenticavo il motivo del nome! La luppolatura avviene proprio poco prima della fermentazione, quindi in piena “zona Cesarini”, per l’appunto.
Osservando il materiale promozionale distribuito da Bruno e Allo, qualcuno avrà notato anche una nuova etichetta. Si tratta della Stria, una Kolsch con luppoli tedeschi, che è attualmente disponibile in anteprima in alcuni locali italiani (come bir&fud a Roma e Pazzeria a Milano). Inoltre, i due ospiti hanno portato in assaggio anche due bottiglie di altrettanti produzioni affinate in legno: la Italian Strong Ale (maturata in botti di grappa) e la Russian Imperial Stout (in botti di Sagrantino di Montefalco). Avevo avuto occasione di provare la prima all’ultimo Pianeta Birra e devo ammettere che ha acquistato una morbidezza imprevedibile; a me era piaciuta già a Rimini, ora è ancora più buona. L’altra secondo me risulta ancora troppo giovane (imbottigliata lo scorso gennaio), con l’alcool, il legno e le note della birra piuttosto slegate tra loro.
Chiusa l’ampia parentesi Toccalmatto, riporto altre due interessanti segnalazioni sulle ultime birre italiane. La prima riguarda Bad Attitude, che, come raccontato la scorsa settimana, sarà presente alla festa di inaugurazione del Birrificio Ticinese. Tra gli eventi previsti ci sarà anche un incontro tra homebrewer (domenica 20 giugno), che permetterà di delineare le caratteristiche della quarta birra Bad Attitude, la 101ers. Sulla base dei consigli degli appassionati, sarà tracciata la fisionomia della nuova creazione, di cui ogni homebrewer potrà brassare la propria versione. In un successivo incontro, lo staff di Bad Attitude sceglierà la migliore ricetta, che diventerà la definitiva 101ers. Il vincitore sarà chiamato a produrre la prima cotta presso l’impianto del Birrificio Ticinese. Insomma, una trovata divertente e coinvolgente, in prefetto stile Bad Attitude.
Concludo il post di oggi con un aggiornamento veloce riguardante il Birrificio Sorrento. A metà maggio l’azienda campana ha infatti iniziato la produzione della sua seconda birra. Si chiama Minerva ed è prodotta con otto diversi malti (soprattutto Vienna), quattro luppoli e “una sorpresa”, che probabilmente riguarderà l’impiego di qualche particolare ingrediente. La birra dovrebbe essere disponibile proprio in questi giorni.
Davvero buona la Zona Cesarini. Fresca e dissetante come hai detto; un luppolo deciso, ma non stunning. Fa molto piacere vedere un birraio italiano concentrarsi su un determinato stile utilizzando luppoli meno comuni, piuttosto che perdere tempo con aggiunte esotiche di cui nessuno (almeno io) sente la necessità .
Non mi ha invece detto granché (l’ho trovata un pochino piatta) la Grooving Hop, che non avevo mai provato, e vabbè. Mi spiace non aver poi assaggiato i due affinamenti in legno, ma ero con un paio di raters ad aprire svariate altre italiane che mancavano al mio curriculum.
Comunque complimenti a Toccalmatto! Già la Surfing Hop mi era stra-piaciuta, con la Zona Cesarini si conferma un birrificio di alto livello. Se mettesse in commercio i suoi prodotti anche in formato da 33, sarebbe fantastico… 😉
@Patrick
Condivido in toto. Della Grooving Hop non erano contenti per primi Bruno e Allo stessi, che l’hanno trovata poco in forma. La Zona Cesarini può piacere o non piacere, ma è comunque una IPA molto interessante, con il plus di luppoli non comuni: insomma, ci vuole poco (oppure no?) a proporre qualcosa di esotico senza affidarsi al solito Nelson Sauvin 🙂
Per la Grooving Hop mi scuso in primis perchè magari l’impianto montato per l’evento era stato settato per un banco ghiaccio eccessivo per il prodotto. Infatti al Makke era decisamente più carica di sapori perchè servita a temperature più congrue al prodotto. Però posso dire che questa birra esprime il suo massimo in bottiglia almeno per ora, infatti più passa il tempo ogni fusto che attacchiamo acquista sempre di più. Comunque mi aggrego a Bateman e Turco per quanto riguarda la Zona Cesarini, birra freschissima con sentori di frutta tropicale, secondo me in primis la carambola quel frutto a forma di stella usato molto per guarnire dolci o gelati, con profumi freschi sapori amari un pò asprigni ma molto delicati, quindi una bevanda decisamente adatta per l’estate. Complimenti ai Toccalmattiani!
In effetti quel pomeriggio ho notato la Cesarini un po’ più fredda che al Macche la sera prima… non potendo fare il raffronto con la Grooving Hop, be’, mi allora auguro di riprovarla in circostanze che la vedano più in forma. 🙂