Negli ultimi giorni le novità provenienti dalle sale cotte dei birrifici italiani si sono moltiplicate in maniera incredibile, tanto che oltre alla panoramica odierna probabilmente torneremo sull’argomento già nel corso della settimana. Ma intanto concentriamoci sulle creazioni a cui è dedicato il pezzo di oggi, che si apre con una prestigiosa collaborazione tra un produttore italiano e uno britannico, entrambi molto apprezzati: da una parte troviamo il veneto Birra Mastino, dall’altro l’inglese Moor (sito web). Da questo inedito connubio è scaturita la Crazy Shot 10 (7,5%), una Doppelbock molto aderente allo stile di riferimento, luppolata con varietà tradizionali (Tettnanger e Mittelfruh) e dal gusto tendenzialmente dolce. Come il nome suggerisce fa parte della linea incentrata sulle ricette collaborative e sperimentali, dalla quale Mastino ha spesso tirato fuori prodotti interessantissimi – un dettaglio non certo scontato quando si parla di one shot. Facile allora che anche questa Doppelbock si posizioni sul livello qualitativo delle sue precedenti sorelle. Per verificarlo basterà attendere l’8 novembre, quando sarà presentata in 50 locali italiani.
È invece tutta italiana la collaborazione che ha recentemente coinvolto i birrifici Mister B (sito web) e Bibibir (pagina Facebook), operanti rispettivamente in provincia di Mantova e di Teramo. La birra si chiama BOH 6 e appartiene al filone delle Kveik IPA, cioè India Pale Ale di stampo moderno brassate con il “magico” lievito di origine norvegese. Il Kveik infatti apporta un profilo aromatico assolutamente peculiare alle birre e riesce a lavorare a temperature molto alte (in questo caso 32° C) senza arrecare problemi al prodotto finito. Il ceppo selezionato dai due birrifici si contraddistingue per note tropicali e agrumate che si fondono con i toni provenienti dai luppoli Mosaic, Hull Melon ed Eureka, usati in late e dry hopping. Il risultato è una IPA molto secca, discretamente amara e con un profilo fruttato riconducibile alla frutta esotica. Sarà presentata in anteprima contemporaneamente in una quarantina di locali italiani. Anche in questo caso il nome della birra rivela la sua appartenenza alla linea speciale dedicata alle one shot.
Da qualche giorno ci siamo lasciati Halloween alle spalle, che il birrificio Crak ha deciso di celebrare quest’anno con tre nuove creazioni. Dimenticatevi le zucche e le Pumpkin Ale, perché piuttosto il birrificio veneto ha preferito lanciarsi nel mondo delle “pastry”, interpretate in questo caso in chiave acida e su base IPA. Le tre novità sono infatti delle Sour IPA aromatizzate in maniera piuttosto insolita, volendo richiamare alla lontana le caramelle gommose che riempiono le ceste dei bambini durante la ricorrenza. Strawberry Teeth or Trick (6%) prevede l’aggiunta di fragola, vaniglia e lattosio; Gummy Worms or Trick (6%) è prodotta con aromi di ananas, pesca, vaniglia e lattosio; Raspberry Skulls or Trick (6%) infine ricorre a lamponi, vaniglia e lattosio. Le birre sono disponibili solo presso la tap room di Crak: se siete amanti della tipologia, sapete dove recarvi.
Si chiama invece Sanpa (5%) l’ultima creazione del birrificio piemontese Cascina Motta, che rappresenta l’unica realtà italiana a incorporare l’intera filiera produttiva (coltiva e lavora i luppoli e i cereali, compresa la maltazione di questi ultimi). La ricetta della birra può essere ricondotta a quella di una Saison e prevede l’impiego di un 10% di frumento tenero e di un 10% di segale, entrambi non maltati. La rusticità dei due cereali speciali si innestano sulle note fruttate e speziate tipiche del lievito Saison, dando vita a una birra fresca, moderatamente complessa e molto elegante. Il nome significa “zappa”, con un chiaro riferimento al lavoro nei campi a cui Cascina Motta si dimostra particolarmente affine. L’etichetta della Sanpa, così come quelle delle altre birre dell’azienda, è stampata su una carta certificata ecologica e realizzata con il 20% di scarti di orzo da birra e con fonti energetiche rinnovabili.
E concludiamo con l’ultima nata in casa Filodilana (sito web), giovane birrificio della provincia di Torino che si sta facendo apprezzare sempre più spesso. La Filo di Scozia (7,5%) è la versione più alcolica di una Scotch Ale, realizzata secondo l’interpretazione “torbata” dello stile (prevede una percentuale di malto Peated). Il resto del grist è formato da Maris Otter e da diverse tipologie caramello e melanoidiniche, utilizzate con un ammostamento “single step”. L’amaro è moderato e ottenuto con varietà classiche di luppolo, mentre all’olfatto e al gusto si distinguono note di caramello, torba, prugna, frutta secca, crosta di pane. Il corpo è importante, la carbonazione moderata e il tenore alcolico ben mascherato. Insomma, l’identikit è quello di una perfetta Scotch Ale (torbata). Non resta che assaggiarla.
Le birre di Crak sono prodotte con aromi artificiali?
Queste penso proprio di sì