Se siete appassionati di birra dovreste conoscere la sigla BJCP e le relative Style Guidelines. La prima è l’acronimo di Beer Judge Certification Program, un ente no profit per la promozione brassicola, la creazione di standard valutativi e la formazione di giudici; le seconde sono le linee guida degli stili birrari, praticamente il documento di riferimento per l’individuazione delle varie tipologie di birra esistenti al mondo. Nonostante la presenza di questa autorevole fonte, negli Stati Uniti la Brewers Association propone una sua versione di Style Guidelines: l’impostazione è simile, ma il numero di categorie è decisamente maggiore e chiaramente più influenzato dal mercato americano. Qualche giorno fa è stata annunciata l’ultima revisione del documento, che come al solito presenta alcune interessanti novità: un aspetto fisiologico che serve per allinearsi a un mercato in continuo divenire e proprio per questo interessante per capire come sta evolvendo il settore statunitense.
L’edizione del 2019 include un migliaio di modifiche minori, ma soprattutto la creazione di nuovi stili e la cancellazione di alcuni non considerati più validi. Inoltre sono state effettuate anche fusioni tra due o più categorie già esistenti, questo per mantenere un numero congruo di tipologie totali. Ecco le novità nel dettaglio.
Nuovi stili
- Juicy or Hazy Strong Pale Ale – Se leggendo il termine “hazy” avete pensato “Finalmente!”, sappiate che quella in questione è addirittura la quarta categoria a ispirarsi a questo filone originario del New England. Per quanto riguarda il documento della Brewers Association, stiamo infatti assistendo a una “juicizzazione” dei classici stili americani, poiché in passato erano già state codificate le tipologie Hazy Pale Ale, Hazy IPA e Hazy Imperial IPA. Ora viene aggiunta anche la versione più alcolica delle Hazy Pale Ale, coerentemente con una tendenza che rispetta le trasformazioni del mercato, ma che favorisce anche una parcellizzazione delle tipologie previste dalle Style Guidelines. Si può muovere qualche obiezione sull’impiego alternativo dell’aggettivo “juicy”, che non sempre inquadra perfettamente le birre tipiche del New England. Infine vale la pena sottolineare che mentre la Brewers Association è alla quarta categoria ufficiale di questo tipo, il BJCP la scorsa estate ha introdotto l’unico stile delle New England IPA in forma provvisoria. Insomma, due modi diversi di seguire le evoluzioni del mercato.
- Contemporary Belgian-Style Gueuze Lambic – Nella revisione del 2019 la Brewers Association ha sentito l’esigenza di suddividere le Gueuze (o le pseudo-Gueuze prodotte fuori dal Pajottenland) in Traditional e Contemporary. Sulle prime c’è poco da dire, perché dovreste conoscerne a memoria le caratteristiche – che ovviamente discendono dal precedente Belgian-Style Gueuze Lambic. Mentre le Traditional sono sostanzialmente secche, le Contemporary invece possono presentare un certo grado di dolcezza proveniente da zuccheri o altri dolcificanti. Spero di sbagliare, ma l’identikit mi riporta alla mente le famigerate fermentazioni spontanee addolcite artificialmente. Inoltre il grist può prevedere malti speciali oltre ai malti standard e al frumento non maltato.
- Franconian-Style Rotbier – Cosa sarebbero le Rotbier della Franconia? Ho cercato un po’ in rete e non ho trovato tantissime informazioni, anche perché la Brewers Association cita solo le caratteristiche organolettiche dello stile senza riferimenti storici o spiegazioni ulteriori. Il nome significa semplicemente “birra rossa” e sembrerebbe una tipologia a bassa fermentazione tipica di Norimberga e della Media Franconia, con un profilo maltato assimilabile a quello di una Bock ma con un contenuto alcolico ridotto e un corpo più scorrevole. Non so se è il corrispettivo di uno dei tanti nomi utilizzati per indicare alcune birre della Franconia (Vollbier, Landbier), ma le Style Guidelines già prevedono lo stile Keller/Zwickel.
- American-Style India Pale Lager – Incredibile che questa categoria non fosse già presente nelle precedenti revisioni del documento. Ovviamente c’è poco da aggiungere: possiamo considerarla la versione a bassa fermentazione delle American IPA.
Stili aggregati
- Pale and Dark American-Belgo-Style Ale – Si può dire che uno dei più grandi fallimenti dell’arte brassicola internazionale è stato il tentativo di unire le IPA americane con le birre di stampo belga? La moda della Belgian IPA è durata giusto qualche anno, regalandoci un paio di perle e un’infinità di prodotti trascurabili. Il cambio di paradigma in atto si ritrova anche nelle Style Guidelines, dove la Brewers Association ha deciso di fondere le versioni chiare e scure di questa contraddittoria tipologia.
- Kellerbier or Zwickelbier Ale and Lager -Keller ad alta fermentazione? Davvero? Proprio così secondo la Brewers Association, come si può leggere nella precedente versione del suo documento. Prima di gridare allo scandalo occorre fare un paio di precisazioni. La prima è che qui con il termine Keller si indica la versione non filtrata di un tipico stile tedesco e non (come invece sarebbe più corretto) uno stile in quanto tale. Secondopoi le alte fermentazioni a cui fa riferimento il documento sono versioni non filtrate di Altbier e Kölsch, ammesso che abbia senso considerarle tali – e che esistano ovviamente, anche se personalmente non le ho mai incontrate né in loco, né sui libri a tema. Comunque unire queste due tipologie è il minimo, il prossimo passo sarà parlare solo di basse fermentazioni.
- Breslau-Style Pale and Dark Schoeps – Ammetto che non conoscevo le Schoeps di Breslau (l’attuale Wroclaw, in Polonia), antichissime birre di grano fermentate con lievito ad alta fermentazione solitamente non impiegato per questa tipologia. In molti all’epoca si chiesero perché la Brewers Association inserì questo rarissimo stile nel suo documento: oggi continuano a essere presenti, ma quantomeno le due versioni chiare e scure sono state fuse in un’unica definizione.
- American-Style Light and Dark Wheat Beer – Anche in questo caso troviamo l’unione su base cromatica di due varianti dello stesso stile, cioè le American Wheat. La scelta è stata probabilmente suggerita dalla ridotta diffusione delle Wheat Beer scure, che effettivamente mi è capitato di incrociare pochissime volte.
- Wood- and Barrel-Aged Pale to Amber, Dark and Strong – Infine è curiosamente in controtendenza con le evoluzioni del mercato l’accorpamento di quattro delle cinque precedenti tipologie barricate in una sola. Oltre alle Barrel-Aged acide, che rimangono autonome, ora molte variazioni sul tema (Pale to Amber, Dark, Strong) rientrano nell’unica generica famiglia delle Barrel-Aged Beer. Una decisione che rende più razionale e consistente questa parte del documento.
Stili cancellati
- American-Style Ice Lager – L’unico stile cancellato è questo, che nel nome ricorda le Eisbock, cioè le fortissime birre tedesche nate dal ghiaccio. In realtà sono solo versioni più muscolari delle American Lager, ma il contenuto alcolico non supera il 6,3%. Chiaramente nessuno sentirà la mancanza di questo stile.
La revisione 2019 delle Style Guidelines della Brewers Association consta di oltre 150 categorie. Nonostante l’opera di razionalizzazione e allineamento con le evoluzioni del mercato, il numero degli stili appare ancora molto alto, includendo come abbiamo visto tipologie a dir poco rare. Ricordo che questi documenti nascono in realtà come riferimento per i concorsi birrari, dunque non necessariamente rispecchiano l’effettiva situazione del settore. Eppure anche così è impossibile non chiedersi come giustificare in un contest la presenza di una categoria dedicata alle Rotbier franconi o alle Schoeps polacche. A ogni modo è sempre interessante analizzare le modifiche di queste pubblicazioni.
Ha sempre funzionato che i birrai si affidavano agli stili, ora sono gli stili che si affidano ai birrai. La rivoluzione artigianale, che rivoluzione non è, ha sconquassato tutto il settore, sovvertendone sia le regole commerciali, sia quelle produttive. Sempre peggio, stiamo tornando indietro, a quando la birra non era ancora scienza, ma mera alchimia.