Se vi piacciono le classifiche e i numeri questo è l’articolo che fa per voi. Da qualche anno infatti, in concomitanza con Birra dell’anno, qui su Cronache di Birra è abitudine pubblicare i “campioni di categoria”: classifiche non ufficiali ottenute accorpando le medaglie assegnate ai vari birrifici in macro-famiglie. Tale raggruppamento è effettuato dividendo le categorie del concorso in base alla cultura brassicola di riferimento: abbiamo così stili di stampo tedesco, stili di stampo angloamericano, stili di stampo belga e, in ultimo, tipologie speciali per le quali non esiste un abbinamento specifico con una delle grandi nazioni birrarie mondiali. Il risultato è “premiare” quei birrifici che si sono rivelati particolarmente abili in determinate scuole brassicole internazionali. Per stilare le graduatorie finali abbiamo considerato non solo le medaglie ma anche le menzioni d’onore e assegnato i punteggi come segue: 10 punti per l’oro, 6 per l’argento, 3 per il bronzo e 1 per la menzione. Ecco cosa ne è emerso.
Birre di stampo tedesco
In questa famiglia abbiamo inserito tutte le categorie a bassa fermentazione (a esclusione delle Hoppy Lager) e le birre di frumento tipicamente tedesche, come Weizen, Berliner Weisse e Gose. Inoltre abbiamo considerato anche la variegata categoria 5, sebbene oltre a Kölsch e Altbier includa anche Cream Ale e California Common – in definitiva la maggior parte delle birre iscritte in quel gruppo sono ispirate alle alte fermentazioni di Colonia e Dusseldorf. Ne è scaturita un’appassionante lotta a tre e alla fine tra Elvo e Mukkeller, birrifici storicamente associati alla cultura brassicola tedesca, a trionfare è stato Hammer (17 punti). Un risultato solo apparentemente sorprendente – Hammer è da sempre conosciuto per gli stili luppolati – perché nell’ultimo anno Marco Valeriani si è concentrato molto sulle Lager, con risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Grazie alla menzione nelle Dunkel, Elvo (14) è riuscito a superare di un punto Mukkeller (13), piazzandosi secondo in questa speciale classifica.
- Hammer (17 punti)
- Elvo (14 punti)
- Mukkeller (13 punti)
Birre si stampo anglo-americano
Come lo scorso anno ho avuto la tentazione di suddividere questa grande famiglia in stili puramente anglosassoni e stili americani, ma diverse categorie includono entrambe le interpretazioni, rendendo impossibile tale scorporamento. Di conseguenza è stato necessario calcolare i punteggi di tantissimi podi e alla fine a trionfare è stato il marchigiano MC77, capace di conquistare tutti i suoi 16 punti in una sola categoria, grazie all’oro e all’argento nelle New England IPA. Pur senza ottenere un oro Birra Perugia (15) è riuscito a piazzarsi al secondo posto grazie a due argenti e un bronzo, precedendo di un solo punto l’accoppiata Crak e Hammer (14), entrambi con un bottino composto da un oro, un bronzo e una menzione d’onore. Da sottolineare la continuità di questi nomi rispetto allo scorso anno: se escludiamo l’exploit di Birra Perugia – non nuovo però a ottenere successi in simili categorie – i birrifici a podio sono esattamente gli stessi dello scorso anno. Giusto perché i risultati di Birra dell’anno sono poco autorevoli…
- MC77 (16 punti)
- Birra Perugia (15 punti)
- Crak e Hammer (14 punti)
Birre di stampo belga
La cultura brassicola belga è molto creativa e difficilmente inquadrabile in tipologie ben precise: non è dunque un caso che non solo le rispettive categorie sia relativamente poche, ma anche che esista una limitata ricorsività tra i birrifici che si alternano sul podio. In questa macro famiglia spicca però la prestazione del birrificio ligure El Issor (13 punti), capace di superare tutti i suoi concorrenti grazie a un oro e un bronzo ottenuti rispettivamente nelle Saison e nella Tripel. Due riconoscimenti (oro e menzione) anche per La Petrognola, per mezzo dei quali ha ottenuto un secondo posto solo apparentemente sorprendente (11). Sul gradino più basso del podio, infine, tre birrifici che hanno conquistato un oro ciascuno (10): il già menzionato Mukkeller e i giovani Monangi e Realmalto.
- El Issor (13 punti)
- La Petrognola (11 punti)
- Mukkeller, Monangi e Realmalto (10 punti)
Birre speciali
Come accennato, l’ultima famiglia racchiude tutte le categorie che non sono associabili a una grande cultura brassicola nello specifico. Troviamo alcuni pseudo stili italiani (castagne, White e Red Italian Grape Ale), ma anche birre con miele, con spezie, con caffè, affumicate, con frutta, affinate in legno. Oltre – e qui ci vuole una voce alla Fantozzi – alla mostruosa categoria 41, quell’Extraordinary Ale/Lager in cui si incontrano le produzioni più estreme. Ebbene qui a dominare la scena è stato senza dubbio il Birrificio Lambrate, che ha portato a casa due ori e due argenti per un totale di 32 punti: ovviamente non è una sorpresa trovare così tanti riconoscimenti per il produttore meneghino, ma sorprende che siano arrivati quasi esclusivamente con birre speciali. Alle spalle di Lambrate troviamo Bionoc, ormai presenza fissa in questo raggruppamento con la linea Asso di Coppe, mentre la terza posizione è appannaggio del Birrificio del Forte grazie a due argenti.
- Lambrate (32 punti)
- Bionoc’ (17 punti)
- Birrificio del Forte (12 punti)
Le graduatorie dei “campioni di categoria” permettono di valutare in quali specializzazioni brassicole eccellono i nostri birrifici. A volte i risultati confermano le aspettative (pensiamo a quelli degli stili tedeschi o angloamericani), altre evidenziano uno spostamento di “filosofia produttiva” da parte di determinati birrifici: lunedì avevamo sottolineato questo aspetto citando Crak, oggi si riscontra lo stesso fenomeno con Lambrate. Da notare che Mukkeller, vincitore del premio generale Birraio dell’anno, non ha primeggiato in nessuna delle quattro macro famiglie prese in considerazione: segno che è più importante mantenere costanza qualitativa tra le varie categorie che dimostrarsi forte su una cultura brassicola in particolare. E la forza di Mukkeller risiede proprio nella capacità di destreggiarsi con successo tra tanti stili diversi.