Venerdì scorso ho assistito, insieme a una cinquantina di altri fortunati, alla serata di degustazione all’Open Baladin di Roma, incentrata sulla sfida tra Belgio e Italia. A difendere i colori di uno dei paesi al mondo con maggiore tradizione brassicola c’era Gregory Verhelst del birrificio Rulles, mentre per la nostra nazione c’erano Alessio Selvaggio di Croce di Malto, Riccardo Franzosi di Montegioco e Paolo Fontana (aka Palli) di Baladin. Le regole della tenzone erano semplici: tre birre per fazione e abbinamenti a finger food ideati appositamente da Gabriele Bonci. Arbitro della serata, Luigi D’Amelio, in arte Schigi.
L’inizio è stato subito all’insegna del Belgio, con due prodotti di Gregory: Rulles Blonde e Rulles Triple. La prima è la “chiara base” del birrificio, se così vogliamo definirla: una birra intesa per essere bevuta con facilità , nonostante misuri comunque un discreto 7% alc. La Rulles Triple è invece un prodotto ormai storico, una delle intepretazioni più conosciute del classico stile belga delle Tripel. In entrambi i casi due birre ottime, splendidamente bilanciate e profumate (il naso della Blonde non era perfetto, ma si trattava del proverbiale pelo nell’uovo). Rulles si conferma un produttore solido, di sicura qualità , con un dettaglio non trascurabile: l’ottimo rapporto qualità /prezzo.
Nel suo intervento, Gregory ha toccato diversi argomenti, tra cui le differenze tra birre valloni e fiamminghe e quelle tra birrai italiani e belgi. In particolare, ha evidenziato come in Belgio i produttori siano abituati a confrontarsi molto più facilmente rispetto ai colleghi italiani, dove a suo parere si è più gelosi dei propri “segreti”. Palli – traduttore d’eccezione della serata – ha ribattuto ridimensionando il problema e sottolineando che questa propensione dipende forse da una più giovane tradizione brassicola italiana.
La Blonde e la Triple sono state abbinate rispettivamente a Scrocchette & Fatate e a un’insalata fredda di farro, indivia riccia e pecorino. Ottima soprattutta la seconda creazione, che si accompagnava splendidamente alla Triple, nonostante l’amaro dell’indivia non si sposasse in maniera perfetta con le caratteristiche della birra.
Con la prima produzione italiana è stata appagata la curiosità di tanti presenti. Si è trattato infatti della Triplexxx, fresca vincitrice della medaglia di platino al Mondial de la Bière di Strasburgo. Alessio Selvaggio, dopo aver ricevuto il giusto omaggio dei presenti per il riconoscimento ottenuto, ha introdotto la sua creazione esprimendo modestia e tanta passione. La birra mi ha colpito per essere pulita e senza difetti, un dettaglio da non sottovalutare per la nostra cultura brassicola. E’ stata giustamente definita una produzione ruffiana: il naso è un’esplosione di profumi e speziature, che si ritrovano anche nell’attacco in bocca… poi però questi tratti più intriganti si perdono e le restanti sensazioni risultano meno avvincenti. E’ comunque una birra davvero ben fatta, corretta, piacevole, che merita più di un assaggio. La Triplexxx è stata abbinata a un risotto di spinaci e Silano fin troppo delicato (per quanto buonissimo!); è sembrata più indicata per lo stinco di maiale, che invece era in programma con la birra seguente…
Successivamente è stato il turno di Riccardo di Montegioco con la Bran Riserva Barriquee, una versione affinata in botte della sua Old Ale. Riccardo Franzosi è un mago delle maturazioni in legno e anche in questo caso non ha deluso le aspettative: la Bran Riserva ha un colore intrigante, profumi splendidi e inediti, un equilibrio fantastico. Trovate le impressioni dell’amico Lorenzo sul suo blog. Come accenato, è stata abbinata a stinco di maiale con verza stufata alla Super Baladin. Anche in questo caso l’accostamento non mi ha convinto pienamente, poiché la carne riusciva appena a sorreggere la struttura e la complessità della birra.
Con i dessert sono state introdotte le ultime birre, due natalizie, ognuna per nazione. Gregory è salito nuovamente in cattedra con un altro classico dell’arte brassicola belga: la Rulles Cuvée Meilleurs Voeux. E’ una natalizia sui generis, meravigliosamente speziata e quasi beverina nonostante l’alto tenore alcolico. E’ stata abbinata a un biscotto cannella e nocciola, un ottimo accompagnamento.
L’ultima birra in programma è stata la nuovissima Crismas CU+, nata dalla collaborazione tra Baladin e Birra del Borgo. Leonardo Di Vincenzo (Birra del Borgo) si è occupato di selezionare i malti, mentre Teo Musso e Paolo Fontana (Baladin) hanno elaborato la parte relativa a spezie, luppoli e lieviti. E’ una natalizia “di peso”, che misura la bellezza di 11% alc., profumata di mandorle e frutta candida, piena, avvolgente, pastosa e zuccherina. Ancora da dosare in quanto a bevibilità ed equilibrio, ma come inizio non c’è male. Abbinata a un cremoso al cioccolato e gelée arancio, cannella e zenzero: uno sposalizio interessante.
Per concludere in bellezza, Alessio Selvaggio ha offerto un gradito fuori programma: la Platinum, la natalizia di Croce di Malto battezzata così in onore della vittoria al Mondial. La base è la stessa della Triplexxx, ma si tratta di una birra completamente diversa: naso davvero affascinante (confermata l’abilità nelle speziature), corpo più robusto rispetto alla sorella, un finale gradevole e secco.
Bella serata dunque, che ha permesso di assaggiare tante buone birre, alcune in esclusiva assoluta. Grandissima la possibilità di godere di tanti ospiti contemporaneamente e di poter confrontare la cultura birraria belga con quella italiana, considerabile come sua diretta discendente. Il tutto all’interno della fantastica scenografia dell’Open Baladin, che ha reso la serata ancor più magica, nonostante l’acustica non sia il punto forte del locale. Complimenti a tutto lo staff per l’ottimo evento!
la triple xxx provata al BQ mi è parsa una birra abbastanza modesta e con qualche piccolo difetto di lievito alla bocca, forse il fusto non era in forma.
Giovedì sono andato alla degustazione del birrificio Rulles a Milano .Tutto sommato sono d’accordo da quanto detto dal Polli
Ho provato La BLONDE che non mi è sembrata un gran che con difetti evidenti al naso in bocca beverina e niente più.
La BRUNE senza problemi ma abbastanza banale con una leggera tostatura in bocca.
La TRIPLE non piu amara e lunga come una volta.
La cuvèe era come la brune con più dolcezza e senza tostatura.
La jean chris non piu amara e lunga come una volta.
La migliore sicuramente la Estival amara beverina persistente e piacevole
La nota positiva è stata che in tutte le birre l’alcool si sentiva poco.
Comunque ben vengano queste serate.
io vADO SABATO AL BQ! BERRO’ BIRRE ITALIANE..NATURALMENTE!
@lallo prova la sali del bauscia assieme alla punk ipa è stata una delle migliori della serata che ho passato al BQ
@pistillone la sali del bauscia la provero’ sicuramente….ma la punk ipa non credo…lallo beve solo italiano! ciaooooooo pisti fatti vedere al bq e per l’occasione saluti a mr polli!
@seppimarco
Lo stesso Gregory è apparso “leggerissimamente” in disappunto riguardo alla serata del BQ, riferendosi in particolare alle sue birre definite da lui in condizioni terrificanti, soprattutto se paragonate alla serata di Open dove erano più che bevibili (ma non fragrantissime, come sospettato in precedenza).
Dispiace perchè ad andarci di mezzo è la bravura e la professionalità di Gregory, la colpa non è ovviamente la sua (del resto lavoriamo da sempre i suoi prodotti che grazie ad alcuni “svincolamenti” troviamo sempre al meglio), sarebbe da spezzare un legnetto e dare la colpa a qualcuno a caso…
ma a proposito della Jean-Chris…Perchè non la trovi più come una volta se le cotte fatte sino ad ora sono tre e l’ultima è ancora in divenire??? Di che “età ” era quella bevuta al BQ? Raccontavano di siparietti esileranti con bottiglie di Triple o Blond “maturate” in cantina…Alla fine quando nominavi la serata al buon Gregory, la sua espressione era la stessa che ho io a guardare la classifica della Lazio, un motivo ci sarà …
per la serata di Open invece l’ho trovata divertente e ben fatta, con un Schigi in formissima (la citazione sull’Arcangelo Gabriele rendeva tutta la sua misticità ), a parte il terribile dolcetto finale, mi sono ampiamente divertito.