Sono passati tanti anni da quella lezione con il compianto Franco Re. L’argomento era la storia della birra e la chiacchierata era esordita con: “La storia ve la leggete poi a casa. Io vi parlerò di cose che non leggerete nelle dispense, altrimenti che senso avrebbe questa lezione”. E tra i mille aneddoti della serata raccontati da una persona appassionata ed erudita che ricordo sempre con molto piacere, aveva fatto la sua prima comparsa anche Hildegarda Von Bingen. Una figura legata al luppolo e alle sue molteplici proprietà nella birra e che, nonostante la breve apparizione nella corso della serata, mi era rimasta impressa, forse per il nome o per una simpatia istintiva per il personaggio.
L’occasione per tornare a parlarne ora invece giunge dal Hildegard Day che lo scorso 17 settembre, giorno della morte di Hildegarda, ha visto a Salerno un’intera giornata dedicata all’approfondimento di questa figura: molte le iniziative di questo evento tra cui un workshop sull’utilizzo del luppolo nella birra, con la presenza di Flavio Boero, Teo Musso di Baladin, Luana Meola del Birrificio Perugia e Leonardo Di Vincenzo di Birra del Borgo. Oltre a questo, un convegno su “La complessità della figura di Hildegarda e l’attualità del suo pensiero”.
Hildegarda difatti non era solo studiosa del luppolo e delle sue proprietà, come spesso si sente dire. Era una figura molto più complessa, una personalità che nel periodo medievale in cui visse brillò da molti punti di vista come un diamante dalle molte sfaccettature. Nata negli ultimi anno del XI secolo fu scrittrice, musicista, filosofa, linguista, naturalista, consigliera politica, guaritrice, visionaria. Serve aggiungere altro per stimolare la vostra curiosità?
Fu persino creatrice di una delle prime lingue artificiali, la Lingua Ignota, composta di 23 lettere. Un linguaggio segreto da lei creato, forse una specie di Esperanto ante litteram, che appunto pare essere stato pensato per unire tutti gli uomini in un unico idioma.
Di nobile nascita, ultima di dieci fratelli, entrò giovane in convento dove studiò e approfondì moltissimi argomenti, diventando presto un punto di riferimento per la comunità e per la Chiesa Cattolica, nonostante i contrasti con alcuni prelati e, ad un certo punto, addirittura con l’imperatore Federico Barbarossa.
Sebbene fosse di salute cagionevole, Hildegarda nel corso della sua lunga vita elaborò anche delle teorie basate sull’idea di armonia tra l’uomo e l’universo come principio base del benessere psico-fisico. Approfondì in questa ottica anche la cristalloterapia e la fitoterapia e alcuni suoi rimedi naturali sono utilizzati ancora oggigiorno.
Una monaca mai doma, controcorrente e anticonformista che nell’ultima parte della sua vita dopo aver fondato il monastero di Eibingen, tuttora esistente e visitabile, si dedicò anche ad attività divulgative attraverso alcuni viaggi in altre comunità pastorali.
Nel 2012 Hildegarda è stata dichiarata Dottore della Chiesa da Benedetto XVI e già qualche anno prima l’interesse attorno a questa figura aveva spinto la regista Margarethe Von trotta a girare Vision, una pellicola del 2009 diventata oggetto addirittura di una petizione su Facebook perché venisse anche doppiata in italiano!
Anche il mondo birrario non ha mancato di omaggiare questa figura con qualche birra. E’ il caso di Ildegarda, del birrificio La Badia, un’American Pale Ale da 6,8 gradi in cui la nota luppolata giunge imponente già a livello olfattivo, per trovare poi un buon bilanciamento nei malti. Un ingresso dolce che lascia poi il passo alle note amare del luppolo, per un’ottima bevibilità finale.
Da oltreoceano e più propriamente dal Canada, arriva invece la Naughty Hildegard di Driftwood Brewery, definita dai produttori una “American style Extra Special Bitter” (da 6,5 gradi) ovvero una EBS tradizionalmente concepita, intensificata però da grandi quantità di luppoli americani e che viene brassata una volta l’anno. Contattato direttamente, il birrificio ce la raccontano così:
Lo scopo di questa birra era proprio quello di dare evidenza a luppoli e aromi in uno stile tradizionale e in questo senso il nome della birra e il personaggio scelto non potevano essere più azzeccati.
Generosamente luppolata quindi, e con una scanzonata etichetta in cui Hildegard, con la gonna alzata, mostra i luppoli raccolti con le sue scarpe rosse tacco 12. Una birra di cui Hildegarda sarebbe stata fiera, come scritto in etichetta.
Braeden Papp della Driftwood Brewery – che simpaticamente si firma “God of Growlers”, ammette inoltre:
Posso dire molto onestamente che se dovessi scegliere una sola birra da bere per il resto della mia vita, sarebbe proprio la Naughty Hildegard.
Grazie al web ho trovato altri omaggi di cui sfortunatamenteho reperito poche informazioni ma che vorrei comunque citare: Hildegard IIIPA della californiana Benchmark Brewing, Saint Hildegald West Coast IPA di All Saints Brewing Company (Pennsylvania) e Hildegarde’s Biere de Garde, una collaborazione fatta nel 2012 da un gruppo di birraie australiane.
E voi? Conoscete qualche altro omaggio birario a Hildegarda?
Ciao Ale, ci sono anche la Hildegarde blonde e ambrée del birrificio francese Page24. Non male la blonde, ambrée discreta.
Grazie Alessandro!
Ecco la pagina facebook dell’iniziativa. Aderite numerosi!!
http://www.facebook.com/ildegardainitaliano/
Esiste un ulteriore omaggio all’opera e alla figura di Hildegard von Bingen, da parte della ‘Collina, Trattoria e Birrificio artigianale’, di Loppeglia (Lucca, Toscana).
Si chiama ‘Hildegard’, una Hoppy Belgian Strong Ale, espressamente ispirata a una delle figure femminili più importanti ed incisive della cultura occidentale (e non solo)…