L’estate è probabilmente il periodo dell’anno in cui si concentra il maggior numero di novità brassicole. Così a distanza di una settimana dall’ultimo post a tema, torniamo a occuparci delle birre inedite dei nostri produttori. L’aggiornamento più interessante arriva da Codogno e riguarda Brewfist, che è ufficialmente partito con le sue sperimentazioni in botte. Questa linea parallela prevede l’affinamento con legni e tecniche diverse delle birre della casa, puntando ovviamente sui prodotti che meglio si indirizzano verso un simile trattamento. Sul sito del birrificio lombardo sono riportate tutte le informazioni sul progetto, con il dettaglio delle cotte utilizzate per ogni birra (lotto e data). Un’informazione utile per i consumatori e preziosa per gli appassionati più incalliti.
La prima birra a subire l’affinamento in legno è stata la Spaghetti Western, che ha riposato in 4 botti di grappa. La maturazione è finita e presto saranno disponibili le 850 bottiglie previste di Spaghetti Western Grappa Barrel. Lo step successivo ha riguardato la X-Ray e l’Heimdall, destinate rispettivamente a 2 botti di Barbera Marchesi Alfieri e 6 botti di Chardonnay. In una di queste ultime sei saranno inoculati anche lattobacilli, che contribuiranno a rendere il profilo aromatico ancor più complesso. I nomi delle birre saranno X-Ray Barbera Barrel, Galaxie Chardonnay Barrel e Ga-Lacto Chardonnay Barrel. Per Brewfist si tratta quindi di un ingresso in grande stile nel mondo degli affinamenti in legno.
Restando in zona Milano bisogna segnalare anche la nuovissima Petite Ghisa del birrificio Lambrate, che ho avuto occasione di assaggiare proprio ieri sera presso il Ma che siete. Si tratta di una versione “session” (o se vogliamo “light”) dell’Imperial Ghisa, essendo prodotta tramite il lavaggio delle trebbie di quest’ultima. Alla tecnica tradizionalmente ricorrono, tra gli altri, i birrari monastici – il nome Petite Ghisa ricorda quello della Petite Orval, ottenuta proprio allo stesso modo. La Petite Ghisa assomiglia poco alla sorella maggiore: anche se è difficile da catalogare, diciamo che sembra più una Brown Ale dal corpo leggero e dal carattere decisamente affumicato, con un bel taglio amaro finale dato dalla grande quantità di luppolo da aroma impiegato (anche in dry hopping). Il risultato è davvero ottimo e può rappresentare un bel diversivo come birra estiva.
Tornando invece ai progetti paralleli, si avvicina a qualcosa di molto simile l’ultima novità del birrificio Loverbeer. Si tratta di una serie di quattro Saison aromatizzate in modo diverso, ma tutte derivanti da una base comune che sarà commercializzata con il nome di Saison de L’Ouvrier. Questa birra è molto particolare, perché il suo lievito proviene dalla BeerBera, che a sua volta fermenta con i microrganismi presenti sulle bucce di uva Barbera prevista dalla ricetta. Chiaramente però la Saison de L’Ouvrier è un prodotto completamente diverso e tra i grani prevede anche una percentuale di frumento non maltato. La prima “variazione sul tema” sarà invece la Saison de L’Ouvrier – Serpilla, caratterizzata dall’aggiunta di Timo Serpillo. A seguire arriveranno le altre tre Saison.
Un’altra novità da Loverbeer è la Nebiulin-a, almeno per il mercato italiano. Questa birra è infatti stata lanciata lo scorso anno, ma è solo ora che raggiungerà anche gli scaffali dei nostri beershop. Si tratta di un blend di tre annate consecutive della base senza susine della BeerBrugna, a cui viene aggiunta uva Nebbiolo della tenuta Monfalletto Cordero di Montezemolo che usa per il suo Barolo. È l’omaggio del birraio Valter Loverier al Gueuze e al più importante vino piemontese.
Da birre stabili passiamo a una one shot, che Donato Di Palma di Birranova ha voluto regalarsi per il suo quarantesimo compleanno. Il 4(0) è infatti un numero ricorrente nella ricetta, che – se non sbaglio – parte da quella della Negramara. La Negramara40 misura infatti 40 in IBU e EBC (unità di misura di amaro e colore), ha 4 gradi alcolici e utilizza 4 malti differenti, ma soprattutto impiega 4 kg di ben 40 luppoli diversi: Magnum, Pilgrim, Styrian Goldings, Summit, Hallertau Melon, Hallertau Tradition, Perle, Sterling, Saaz, Fuggles, Green Bullet, Hallertau Hersbrucker, Ahtanum, Nelson Sauvin, Target, Tettnanger Tettnang, Cascade, Mosaic, Saphir, Willamette, Goldings E.K., Hallertauer Mittelfruh, Palisade, Wye Challenger, Bravo, Centennial, Chinook, Comet, Amarillo Gold, Hallertau Blanc, Mandarina, Warrior, Calypso, Citra, Simcoe, Sorachi Ace, Columbus, El Dorado, Galaxy e Polaris. La birra sarà disponibile a fine luglio durante il Birranova Beer Fest, di cui parleremo in futuro.
E chiudiamo questa panoramica con Roma e la nuova stagionale del Birstrò, giovane brewpub attivo in zona Pigneto. Si chiama Sulla Cresta dell’Onda (5% alc.) ed è un’American Pale Ale pensata per i mesi caldi, realizzata in collaborazione con Marco Carone (ex Birra del Borgo). È fresca e rinfrescante, brassata con luppoli “moderni” (Hallertau Blanc, Galaxy, Mosaic) e con la tecnica del dry hopping (per la prima volta usata dal birrificio), ma poco incline alle esasperazioni modaiole: l’amaro è piuttosto contenuto per lo stile (20 IBU), con un buon equilibrio tra malti e luppoli. È stata lanciata proprio ieri durante l’evento di presentazione e resterà disponibile per tutta l’estate.
E a voi quali delle novità qui presentate intrigano di più? Il progetto di affinamenti in legno di Brewfist? La Ghisa in miniatura del Lambrate? O le Saison di Loverbeer?
Fantastiche! Sono affascinato dalle capacità di Walter Loverier, incuriosito dal metodo di produzione “petite” e stupito dalla lucida follia di Donato di Palma, a metà tra la Cabala ed il luppoleto in formato 33 cl. Bella roba 🙂
IL PROBLEMA RIMANE SOLO UNO DI ALCUNE BIRRE….IL PREZZO!!