Tappa dopo tappa, il nostro viaggio continua. Dopo l’Irlanda e il Belgio, attraversiamo un altro tratto di Europa che sa parlare con voce propria: i Paesi Bassi. Terra di design e sperimentazione, i Paesi Bassi riescono sempre a sorprendere per l’equilibrio tra forma e contenuto. Anche nel mondo della birra artigianale, alcuni birrifici si distinguono per la loro capacità di costruire immaginari ben definiti, spesso giocando su estetiche molto diverse tra loro. Il risultato è una scena composita, a tratti pop, a tratti profondamente progettuale, ma sempre attenta alla propria identità. Ecco alcune delle realtà che, secondo noi, meritano un posto in questo racconto.
Floem – Linoleografie in lattina
Partiamo da Floem (sito web), con sede a Ede, che fin dal primo sguardo fa capire quanto la birra possa essere, a tutti gli effetti, una forma d’arte. Loro stessi lo dichiarano:
We see beer as an art form in itself, and we believe every sip tells a story.
Una frase che di solito farebbe alzare gli occhi al cielo, ma che in questo caso è supportata da una cura reale, concreta e profondissima per l’aspetto artistico.
Floem lavora a stretto contatto con l’artista Inge Bril (@ingeglasses), specializzata in linoleografia – una tecnica di stampa che consiste nell’incidere a mano un disegno su una matrice in linoleum, per poi inchiostrarla e stamparla su carta. Il risultato è un’immagine materica, imperfetta nel modo giusto, densa e viva. E questa matericità si trasmette perfettamente sulle lattine, che diventano tele su cui l’arte si espande.
La comunicazione di Floem è pulita, ben pensata: ogni etichetta valorizza l’illustrazione senza sacrificare le informazioni chiave, con un uso dello spazio calibrato e intelligente. Il sito è ben strutturato, e il progetto nel suo complesso trasmette una coerenza visiva che mette davvero l’arte al centro.
Vat 33 – Tra poster d’epoca e paesaggi notturni
Cambiamo completamente registro con Vat 33 (sito web), birrificio con sede a Veldhoven, che gioca su un doppio livello estetico piuttosto originale. Le lattine da 33cl sono dominanti in nero, con una grafica che richiama i poster pubblicitari anni ’50: ritratti posterizzati, palette colori sature ma polverose, impaginazioni che sembrano uscite da una scatola di cereali d’epoca. Un’estetica straniante ma ben tenuta, che trova un suo equilibrio proprio in questa tensione fra vintage e contemporaneo.
Poi ci sono i formati da 50cl, che cambiano completamente tono: il nero sparisce, sostituito da un azzurro turchese che fa da sfondo a fotografie di paesaggi notturni, rigorosamente neerlandesi. Ogni lattina è accompagnata da un QR code che permette di scoprire il backstage dello scatto. L’idea è bellissima, ma forse l’identità visiva nel complesso rischia di disperdersi un po’ tra i due approcci. Tuttavia, non si può negare che Vat33 riesca a farsi notare e a proporre un racconto visivo non banale, in cui il territorio resta comunque un punto fermo.
Okidoki – Kawaii, sì, ma con stile
Okidoki Brewing (sito web) è una realtà piccola e sfuggente, con sede a Rotterdam. Non hanno un sito strutturato, e anche i social non sono particolarmente aggiornati, ma c’è un motivo preciso per cui meritano un posto in questa selezione. Okidoki gioca con colori pastello, forme semplici, font cartoon che sembrano usciti da un universo kawaii giapponese.
Ma la cosa più interessante è la coerenza del brand anche nei piccoli dettagli: il merchandising non è un gadget qualsiasi, ma parte integrante dell’estetica. L’apribottiglie, ad esempio, è un vero oggetto di design, perfettamente coerente con l’identità visiva del birrificio. Fare brand è anche questo: avere chiara la propria identità e riuscire ad essere creativi, uscire dagli schemi senza snaturare se stessi. Okidoki ci riesce. E lo fa con leggerezza e ironia.
Poolside Brewing – Mosaic, minimalismo e ironia estiva
Chiudiamo con Poolside Brewing, birrificio con base ad Amsterdam e un concept talmente efficace che basterebbe il nome a raccontarne l’identità. Tutto ruota intorno al mondo a bordo piscina: le etichette sono dominate da pattern che richiamano il mosaico delle piastrelle da piscina, il logo è essenziale ma coerente, l’uso del colore richiama le tonalità del cloro, del cielo e del sole che si riflette sull’acqua. C’è qualcosa che strizza l’occhio agli anni ’50, ma filtrato da un’estetica moderna, pulita, fresca.
Non hanno un sito web, ma su Instagram sono attivissimi: il feed è curato, coerente, e contribuisce a rafforzare l’idea che Poolside sia prima di tutto uno stile di vita, una dimensione leggera e sociale in cui la birra è compagna naturale. Aperitivo + piscina + birra gelata. Un progetto semplice, ma centrato in tutto.
L’identità come atto creativo
Anche nei Paesi Bassi, il design brassicolo si conferma un campo di sperimentazione visiva e narrativa. Ogni birrificio affronta la costruzione del proprio immaginario in modo diverso: c’è chi si affida all’arte stampata, chi gioca con il territorio, chi costruisce mondi pop e chi invece comunica uno stile di vita. Ciò che li accomuna è una chiara intenzione progettuale: dietro ogni etichetta, ogni colore e ogni font, c’è un’idea precisa, un’identità da raccontare. Nessuno cerca di assomigliare a qualcun altro, e forse è proprio qui la forza di questa scena: nel rifiuto dell’omologazione e nella libertà di esprimersi per come si è.



























