Annunci

Vendesi impianto completo con sala cotte da 250 litri

Vendesi impianto per produzione di birra completo per passaggio...

Mastro birraio senior con lunga esperienza cerca un impiego in un birrificio italiano

Sono Alexandru Moisa, Chimico-Mastro Birraio Senior e consulente con...

Vendesi misuratore fiscale del mosto per birrificio

Vendesi misuratore fiscale del mosto per birrificio. Marca Krohne...

Squisita Torino: i piatti della tradizione piemontese abbinati alla birra locale

Torino è una città fondamentale per la storia del nostro paese, prima capitale del Regno d’Italia e, oggi città dalla bellezza austera, brava a rilanciarsi e rifarsi il trucco dopo la fine della grande epoca delle fabbriche: una sfida che la città ha saputo vincere rispolverando talenti e bellezze. La grandezza della tradizione culinaria torinese è figlia dei tanti anni vissuti da capitale, della vicinanza geografica e culturale con la Francia e della disponibilità di eccellenti materie prime dal contado regionale. Tutto ciò ha generato un patrimonio alimentare prospero, fondato su ingredienti “ricchi”, come carne, pasta all’uovo, grandi formaggi, straordinari vini e preparazioni nobili.

Dal punto vista brassicolo, la città è inserita in uno dei contesti regionali più interessanti e importanti nel panorama italiano. Più di 20 anni fa, all’epoca dei pionieri birrari, qui erano già presenti strutture produttive meta di appassionati e apprendisti birrai e ancora oggi è una delle tre regioni italiani con più impianti, capaci di garantire un alto livello qualitativo. La presenza di tanti maestri e di un movimento di appassionati organizzato, vede ancora il Piemonte come una delle realtà di riferimento nazionale, con tanti progetti artigiani e imprenditoriali validi. Per questo è stato davvero difficile scegliere le bottiglie da abbinare: alcune meritevoli sono necessariamente rimaste fuori.

Antipasto: sformato di cardi e tartare di fassona

- Advertisement -

Per iniziare il nostro ideale menu, intavoliamo un antipasto composto da sformato di cardi e tartare di fassona e abbiniamogli una blanche. Anche se può apparire insolito, è possibile congiungere i due piatti nell’abbinamento, perché da una parte abbiamo un piatto lievemente aromatico e untuoso, come lo sformato, e dall’altra la fassona che ha poco corpo, persistenza aromatica e tendenza dolce, ma è sempre accompagnata da una maionese (che sia seria!). La blanche è aromatica, possiede una lieve acidità e l’apporto proteico dello spessore del frumento (non maltato); inoltre il Piemonte ne vanta probabilmente il maggior numero di interpretazioni: consigliamo la Bianca Castion di Rolio, la Monflowers di Civale, la Louise di Un Terzo.

Se volete disgiungere piatti e abbinamenti, con la tartare proponete il gaudente incontro con la Mummia di Montegioco, che assieme alla sua rassicurante “piattezza” offre complessità fruttata, scorrevolezza e ripulente acidità che ben si accordano con le carni crude e la mayo di accompagnamento.

- Advertisement -

Primi: agnolotti del plin e ravioli con finanziera

Passiamo alla pasta e cominciamo dai delicati e gustosi tipici agnolotti locali, che necessitano di una birra che sappia incontrarli favorendo l’emergere della peculiare gentilezza gustativa. Una scelta perfetta è rappresentata dalla strepitosa Heller Bock di Elvo, in grado di neutralizzare con le sue tendenze maltate, detergere con la carbonazione e ridare slancio con la chiusura secca.

- Advertisement -

La finanziera è un piatto storico, prima contadino e poi anche di corte, che rappresenta un vero omaggio alla bellezza del quinto quarto (di polli, galletti e bovini): qualcuno la realizza non per servirla come secondo, ma per farne una succulenta farcia dei ravioli. Stappiamo la “caldissima” Doppel Bock di Elvo, che con morbidezza fruttata e cremosità incontra forza aromatica e untuosità del piatto, valorizzando le caratteristiche gustative e scatenando le note tostate e la piacevole secchezza contro le tipiche sensazioni funky delle frattaglie.

Secondo: bollito misto

E siamo alle “bestie”, perché sta arrivando il fumante carrello del bollito misto. Qui sarebbe da fermarsi in un rispettoso silenzio di adorazione, ma abbiamo fame. E dunque proceidamo. La regola fondamentale è quella “del sette”. Sette i tagli: capocollo, stinco, scaramella, scamone, cappello da prete, punta col suo fiocco, noce. Sette le frattaglie: lingua, testina con musetto, coda, zampino, cotechino, gallina o cappone, rollata o lonza. Sette i bagnetti: salsa verde ricca, salsa verde rustica, salsa rossa, salsa al cren, salsa cugnà (d’uva), salsa al miele, mostarda. Sette i contorni: cipolline al burro o insalata di cipolle rosse, patate lesse, rape lesse, foglie di verza al burro, zucchini al burro, finocchi al burro, carote lesse.

Pensare di affrontare questo magma aromatico-proteico con una sola birra risulterebbe operazione impossibile, dunque proviamo a suggerire più opzioni che lavorino in maniera accessoria rispetto ai vari tagli e condimenti. Noi stapperemmo una strong ale, la Mistic Redder del Birrificio Trunasse; una ale affumicata alle castagne, la Brusatà di Aleghe; due IGA, la vinosa e fine Nebiuli-a di Loverbeer e la dinamica Open Mind di Montegioco; la potente Piedi neri, imperial stout con riso venere di Croce di Malto.

Dolci: zabaione con paste di meliga e bonet

Chiosa dolce affidata a due classiconi. Partiamo con lo zabaione con paste di meliga del Monregalese (un biscotto secco tradizionale, Presidio Slow Food) da abbinare o con la King Enri III, imperial coffe stout di Un Terzo, per aggiungere alla cremosa aromaticità le note caffettose della birra; oppure con la Leon di Baladin dotata di morbidezza e zuccherose suggestioni natalizie. Passiamo poi al bonet, un antico e gustoso budino (nato nelle Langhe), con cacao, amaretti e liquore, su cui proponiamo o la Draco, il coinvolgente barley wine con purea di mirtilli di Montegioco, oppure la sempre luminosa e ammaliante Xyauyù, targata Baladin.

Roberto Muzi
Roberto Muzi
Docente, degustatore e consulente di settore. Classe 1980, appassionato di fermentazioni e di tutto ciò che riguardo quello straordinario micromondo abitato da lieviti e batteri, è sommelier, scrittore, divulgatore birro-gastronomico e giurato in alcuni concorsi nazionali. Ama leggere e bere birra mentre segue il calcio: una semplice scusa, sciocca e inossidabile, per foraggiare il consumo pro-capite italiano.

Ultimi articoli

Come nasce la grafica di una lattina? Il processo creativo di Jungle Juice

Oggi il mercato italiano della birra artigianale è una...

La Primatia di Birranova trionfa al concorso Xmas Beers di Unionbirrai

La quarta edizione del concorso Xmas Beers, organizzato da...

Nella Legge di bilancio una svolta epocale per le accise sulla birra

All'inizio di novembre avevamo introdotto la consueta discussione annuale...

Qual è il pub più antico d’Irlanda? La sfida tra The Brazen Head (Dublino) e Sean’s Bar (Ahtlone)

Pareti in legno e mattoni, violini, flauti e tamburi...

Newsletter

Al bancone è la nostra newsletter quindicinale con notizie, iniziative ed eventi sulla birra artigianale.

Seguici

28,404FansMi piace
14,385FollowerSegui
6,209FollowerSegui
272IscrittiIscriviti

Birra artigianale e panettoni: 5 abbinamenti da provare per un Natale gustoso

Puntuale come il giro di tombola, nel periodo pre natalizio arriva la fatidica domanda: ma tu con il panettone che birra ci abbini? E...

Un menu nuovo di… zucca: come abbinare la birra artigianale alla regina dell’autunno

Se non ne potete più di ascoltare tutta la saga halloweeniana di “dolcetto o scherzetto”, ma adorate (gastronomicamente) la zucca, allora siete in buona...

D.O.B. (Di Origine Birraria): un menu con le DOP italiane abbinate alla birra artigianale

Qualche mese fa abbiamo introdotto lo scherzoso concetto delle Denominazioni di Origine Birraria, ossia abbinamenti tra la nostra amata bevanda e i prodotti coperti...

2 Commenti

  1. Squisita Torino, ma manco una birra di Torino che vanta ben 6 tra birrifici e brewfirm urbane, una birra cittadina (Chellerina) e la recente joint dei Birrifici Regi. Forse l’articolo andava intitolato: Squisito Piemonte tranne Torino che escludiamo… 🙂

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui