Come in tutti i settori, anche in quello birrario da alcuni anni si parla di sostenibilità ed economia circolare. Questi due concetti, legati tra loro, sono spesso utilizzati a sproposito o comunque in maniera strumentale. Nel mondo brassicolo parlare di sostenibilità è complicato, perché la stessa produzione di birra è un’attività molto dispendiosa e poco efficiente in termini di risorse (acqua ed energia in primis). Ciò che si può fare allora è lavorare sugli elementi collaterali al processo produttivo, cercando soluzioni realmente efficaci in un’ottica di sostenibilità generale. Grazie al lavoro del CERB, il Centro di ricerca per l’eccellenza della birra dell’Università di Perugia, ora l’Italia è in prima fila nello sviluppo di progetti di economica circolare applicati al settore brassicolo. L’ente ha infatti appena ricevuto dall’Unione Europea un considerevole finanziamento per quello che possiamo definire il più importante piano di ricerca italiano sulla sostenibilità della produzione birraria.
La notizia risale a mercoledì scorso, quando la Prof.ssa Ombretta Marconi, direttrice del CERB, e Prof.ssa Assunta Marrocchi, del Dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologie dell’Università di Perugia, si sono aggiudicate un finanziamento di quasi 5 milioni di euro per il loro progetto Polymeer. È un risultato ragguardevole non solo per la cifra stanziata dall’Unione Europea, ma anche perché Polymeer è solo uno dei due progetti finanziati dal bando in questione, volto a sostenere la ricerca di nuovi polimeri biologici ad alte prestazioni. Il bando è stato promosso da un partenariato da 2 miliardi di euro tra l’Unione Europea e il Consorzio per le Bioindustrie (BIC).
Ma cosa c’entrano i polimeri con la birra? Il progetto Polymeer punta a sviluppare queste molecole dalle trebbie residue della produzione brassicola, individuando una serie di diverse applicazioni, con un forte impatto economico e innovativo. Come si può leggere sul comunicato stampa del CERB:
Polymeer ha l’obiettivo di sviluppare nuovi polimeri, co-polimeri e miscele polimeriche utilizzando le trebbie residue della produzione della birra. […] Polymeer punta all’innovazione e alla sostenibilità valorizzando le trebbie di birra e trasformandole in nuovi materiali, intrinsecamente riciclabili e/o biodegradabili, progettati per soddisfare requisiti tecnici specifici per diversi settori di applicazione.
Il CERB e l’Università di Perugia ambiscono quindi a riutilizzare le trebbie per creare materiali di nuova generazione con ambiti di applicazione molto diversi tra loro, come il settore agricolo, quello edile e quello tessile per l’industria automobilistica. Polymeer prevede anche importanti vantaggi per l’industria degli imballaggi, con la possibilità di sviluppare un’economia circolare rimanendo all’interno della filiera brassicola. Il progetto persegue obiettivi di sostenibilità ambientale, innovazione tecnologica e collaborazione tra centri di ricerca, aziende private e istituzioni.
Attualmente la produzione globale di trebbie sfiora i 40 milioni di tonnellate all’anno, di cui 8 milioni in Europa. La gestione di questo sottoprodotto è problematica a causa della sua abbondanza, dell’elevato contenuto di umidità e dell’alta carica microbica, che ne riducono drasticamente la durata di conservazione. Oggi le trebbie rappresentano il materiale di scarto della produzione brassicola più riutilizzato, perché talvolta vengono impiegate dalle aziende agricole come mangime per gli animali. Chiaramente però il progetto dell’Università di Perugia apre prospettive molto più interessanti per la destinazione delle trebbie, con ripercussioni positive a più livelli.
Il progetto Polymeer partirà a settembre e avrà una durata quadriennale. A breve per il CERB e l’Università di Perugia si aprirà dunque un percorso ambizioso e affascinante, in cui saranno affiancati da 14 partner italiani ed europei tra atenei, organismi di ricerca e tecnologia e aziende varie. Polymeer prevede infatti, tra gli altri, la partecipazione di importanti società del settore chimico e start-up innovative, pronte a testare e implementare i nuovi polimeri nelle loro linee di produzione, nonché il coinvolgimento di Birra Peroni.
I risultati attesi dal progetto Polymeer promettono di avere un impatto significativo sia a livello ambientale che economico. La riduzione dell’uso di plastica tradizionale e l’introduzione di materiali biodegradabili contribuiranno a diminuire l’inquinamento e a promuovere un’economia circolare. Inoltre, i nuovi polimeri offriranno opportunità di sviluppo per settori industriali strategici, favorendo la crescita e l’occupazione.