Come avevo annunciato in una recente carrellata sugli appuntamenti birrari, ieri ho avuto il piacere di condurre la cena di degustazione organizzata dal Golden Pot di Villalba di Guidonia (RM) e incentrata sulle produzioni di Birra del Borgo. L’idea è partita da Danilo, ex domozimurgo che conosco da tempo immemore, con la passione (come i suoi soci) per tutto ciò che riguarda la Scozia: musica, cucina e naturalmente birra. Essendo amico di vecchia data di Leonardo Di Vincenzo il sogno era sempre stato quello di proporre una degustazione delle sue birre – molte delle quali ispirate al mondo anglosassone – accompagnate da pietanza di stampo scozzese. Il connubio è stato davvero ben riuscito, al punto che nel post di oggi ho deciso di presentare non un semplice report, ma più che altro una panoramica di alcune chicche culinarie scozzesi – paese che conosco poco da questo punto di vista – scoprendo con quali birre solitamente vengono abbinate.
Il menu della serata ha previsto la presenza di due starters, due main courses e un dessert, con ogni piatto accompagnato da una birra di Leonardo. La prima pietanza è stata il Cullen skink, tipico della cost nord-orientale della Scozia, che nella sua ricetta originale consiste in una zuppa di haddock affumicato, patate e cipolle. I ragazzi del Golden Pot hanno sostituito il pesce con un più reperibile merluzzo, con la particolarità che si sono occupati personalmente di affumicarlo su legno di faggio. Nella zuppa hanno poi aggiunto patate, cipolle, porri e Lapsang Souchong (tè nero affumicato cinese) per un risultato davvero ottimo.
In rete ho cercato con quale birra potrebbe essere abbinato il Cullen skink, scoprendo che su it.hobby.birra esiste una discussione di 4 anni fa proprio sull’argomento. Nel thread sono consigliate produzioni piuttosto diverse: Brewdog Paradox, Red MacGregor, St. Andrews e una generica Milk Stout. Ieri invece è stata proposta con una Reale, ottenendo sorprendenti risultati e l’approvazione di tutti i partecipanti.
Il secondo antipasto è stato una crocchetta di patate e salmone cotto nella My Antonia, con panatura di mais aromatizzata con zenzero e curcuma, servita con salsa alla panna acida profumata all’aneto. In realtà è stato l’unico piatto a violare la regola dell’ispirazione scozzese, sebbene la presenza del salmone e delle salse di accompagnamento fossero intese come richiamo alla cucina del posto. La birra in abbinamento è stata proprio la My Antonia, che però non è risultata andare proprio a braccetto col piatto: la consistenza della crocchetta era perfetta all’ingresso della birra, poi l’amaro arrogante di quest’ultima prendeva il sopravvento sulla delicatezza del piatto.
La prima delle portate principali è stato un tris di formaggi di provenienza mista: un Cheddar affinato con foglie d’ortica della Cornovaglia, un Blue Stilton su oatcake piccante accompagnato con miele di eucalipto al luppolo e gelatina di Reale Extra e infine un erborinato affinato con ridotta di Reale Extra (prodotto da Danilo in persona). Qui la birra proposta è stata proprio la Reale Extra, servita direttamente dal cask. L’amaro pronunciato di quest’ultima ha viaggiato molto bene con formaggi di quel tipo, contribuendo a “sgrassare” il palato.
Il secondo piatto principale è stata una Scottish Tower, cioè un cilindro di haggis, purè di piselli e purè di rape, delizioso a livello gustativo ma bellissimo anche dal punto di vista estetico. La pietanza è stata un omaggio alla torre stilizzata che campeggia nel logo di Birra del Borgo e, tanto per non farsi mancare niente, è stata servita con una salsa al Laphroaig 10. Su Internet c’è un post di The Hobbyists che parla proprio di abbinamenti birrari con l’haggis: vengono consigliate Wee Heavy (stile tradizionale scozzese, in via d’estinzione) e IPA (capace di bilanciare lo speziato e assottigliare la grassezza della pietanza). Noi ci abbiamo bevuto una Reale in Kilt, che oltre alle classiche caratteristiche da IPA, presenta anche una netta nota torbata – e considerate che in Scozia l’haggis si accompagna principalmente al whisky.
Infine abbiamo concluso con un Caramel Shortbread, tipico dolce scozzese realizzato nell’occasione con sale affumicato e distillato alla Reale Extra. A occuparsi della sua realizzazione sono stati Marco e (soprattutto) Irma Valente de La Taberna di Palestrina. Su Internet ho visto che c’è chi ha abbinato il piatto a una Hommelbier, ma direi che la natalizia 25 Dodici ci stava a pennello.
E dopo questo trionfo di cibo e birra, a un orario ormai indecente Leonardo ha avuto anche il coraggio di stappare tre bottiglie di Equilibrista. Stappare non è il termine corretto, visto che in un contesto a quel punto molto conviviale si è proceduto alla mitica sciabolata. Sui risultati del gesto meglio sorvolare 🙂 .
In definitiva è stata una serata davvero piacevole e divertente, dove si è approfondito il discorso degli abbinamenti birrari entrando in un mondo culinario solitamente poco considerato. Oltre a essere terra di birre, infatti, la Scozia ha una fantastica ricchezza alimentare, che ieri ho potuto conoscere meglio grazie agli squisiti piatti del Golden Pot. Per me è stata anche la serata delle prime volte: con Danilo ci conosciamo da anni ma ancora non avevo avuto occasione di visitare il suo pub (faccio mea culpa); con Leonardo ancora da più tempo ma ancora non avevo condotto una serata sulle sue birre con lui vicino. Meglio tardi che mai!
P.S. Tutte le foto di questo articolo (a parte la prima) sono di Antonio Bernasconi.
Credo che sia Cheddar
Credo che tu abbia ragione
Schigi che ci abbineresti a un Cullen Skink?
Proverei la Skull Splitter di Orkney, che con il suo bel caramellone e l’alcool dovrebbe contrastare bene il salato e la succulenza del piatto.
Mi intrigherebbe anche un Single Malt….ma ora ti mando Terziotti (angelshare).
Io azzarderei un Talisker 18, aspetto qui che mi cazzi… 😉
so che e’ una trappola di schigi. Anche di haggis ne esistono di 1800 varianti, pero’ la speziatura/pepatura solitamente e’ bella forte e si sente bene il sapore delle interiora della pecora, soprattutto i polmoni secondo me. Il talisker e’ sapido e quindi per affinita’ di sicuro fa la sua parte e regge anche la persistenza, e’ uno degli abbinamenti classici tra l’altro. Un altro classico suggerito da diageo, e’ il Clynelish, e ci sta molto bene, per quanto gli abbinamenti suggeriti dagli albionici spesso siano discutibili. Io proverei anche con un Glenlivet 18 o col Nadurra che e’ a gradazione piena e si puo’ aggiustare come si vuole aggiungendo eventualmente acqua. Spero di provare a una delle prossime Burn’s night
Gli assaggiatori di Whisky sono sempre ubriachi…l’abbinamento richiesto non era con l’haggis (so’ capaci tutti…) ma con il Cullen Skink!
😀
capra capra capra. Non ho letto si riferiva alla zuppa. Comunque Talisker va bene, va su tutto. Allontandosi da quelli classici, proverei Highland Park 18 (leggermente torbato, profilo marino, sapido, più dolce del talisker) e azzarderei un Old Pulteney 12 o 17 o comunque qualcosa che richiami la frutta bianca/per tipo auchentoshan.
Consiglio anche un altro piatto della cucina scozzese replicabile con facilità anche a casa e di grande gusto…le Scotch Eggs
http://www.bbc.co.uk/food/recipes/scotcheggs_85851
Praticamente delle bombe a mano, le hai fatte recentemente vero?
Sì, una è piatto unico per me.
Penso che per gli scozzesi siano come un’oliva ascolana.. 😉
Foto di crocchette e della Scottish Tower, please. Anche su twitter, se ti è più semplice.
Adoro il Cullen Skink, e sogno locali così a queste latitudini.
Le foto arriveranno in serata, appena Danilo me le gira aggiorno il post
Sì grande locale il Golden Pot, si respira passione per la Scozia ogni cm quadro
serata interessante, complimenti.
p.s.: penso il formaggio sia cHeddar
Corretto il fatto che Haggis venga abbinato col whisky, anzi, spesso viene proprio innaffiato. La cosa che pero’ è bene sapere è che gli scozzesi non bevono praticamente whisky torbati (intendo marcatamente torbati)..che sono molto apprezzati invece soprattutto in italia. In generale quindi i whisky “torbati” sono una piccolissima nicchia della produzione scozzese, che ci beviamo in buona parte noi 🙂
Grazie delle info Davide 🙂