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Irreverence, una “beer selection” italiana tutta da bere

Per diventare produttori di birra occorre possedere un impianto proprio? Ogni giorno che passa sembra che la risposta a questa domanda sia sempre più un secco no. Tra beer firm, gipsy brewer e collaborazioni varie, non sono pochi coloro che si lanciano in nuove avventure brassicole senza il supporto di una struttura produttiva di proprietà. Una soluzione valida in un periodo storico come quello che stiamo vivendo, dove, soprattutto in Italia, non è facile ottenere acceso al credito per investimenti di un certo rilievo. E infatti nel nostro paese si stanno moltiplicando esempi del genere, tra cui l’ultimo in ordine di tempo, di cui parliamo oggi. Si tratta del progetto Irreverence, definito come “una beer selection tutta da bere”. L’ideatore è Stefano Allera: un nome non certo nuovo per chi conosce il panorama birrario italiano.

Il debutto “professionale” di Stefano nell’ambiente risale al 2009, quando fonda la Behop, una società di distribuzione di birre di qualità. La selezione con la quale viene costruito il portfolio dei prodotti trattati si basa su precisi criteri qualitativi, che richiedono una profonda ricerca sia in Italia che all’estero. Un simile modus operandi si basa su caratteristiche ben definite, le stesse su cui oggi poggia il progetto Irreverence. Se prima il processo di individuazione era finalizzato alla distribuzione determinate birre, ora ha come fine ultimo la produzione diretta. In altre parole Stefano individua di volta in volta il birraio partner con cui realizzare un determinato prodotto, che entrerà nella gamma Irreverence.

Attualmente le birre realizzate sono tre, tutte accomunate da uno dei principi cardine di Stefano: la bevibilità. Per lui la birra è una bevanda che deve essere bevuta e gustata senza troppi pensieri, altrimenti meglio lasciar perdere. “Drink it or leave it”, come suggerisce il claim del progetto, che senza mezze misure comunica subito come approcciarsi ai suoi prodotti.

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Vediamo nel dettaglio le birre. La Verne (4,5% alc.) è definita Session Ipa, quindi certamente amara, ma facile da bere. E’ prodotta presso il Birrificio del Ducato, mentre la grafica e il nome rimandano al tema del viaggio (che è centrale nella storia della genesi dello stile).

Le altre due sono birre complementari, come i nomi suggeriscono. La Black Silence (4,3% alc.) è una Stout, mentre la White Noise è una Blanche (4,5% alc.). Le grafiche rimandano al concetto di yin e yang, mentre in questo caso il birrificio partner è Endorama.

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Le tre birre saranno presentate in alcuni pub italiani nelle prossime settimane, tutte alla spina contemporaneamente. In ogni evento sarà presente Stefano Allera, che sarà disponibile per una chiacchierata informale. Non ci saranno degustazioni guidate, né presentazioni ufficiali: le birre saranno lì per essere bevute, proprio come da filosofia Irreverence.

Ecco il calendario degli appuntamenti:

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15/06/2012 Open Baladin Via Degli Specchi, 5/6 – Roma
21/06/2012 Groove Via Roma, 10 – Matera
22/06/2012 Il Gatto e la Volpe Via Mascherpa Giuseppe, 14 – Carate Brianza (MB)
23/06/2012 La Locanda del Monaco Felice Piazza Papa Giovani XXIII – Suisio (BG)
26/06/2012 Il Birrivico Via Borgovico 28 – Como
28/06/2012 Wanapa Via Niguarda, 3 – Morbegno (SO)
29/06/2012 La Belle Alliance Via Evangelista Torricelli, 1 – Milano

Per la cronaca, l’intera brand identity è stata seguita da ByVolume, una giovane realtà che sarà presentata ufficialmente il prossimo autunno.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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21 Commenti

    • beh..ogni artista ha il suo stile!e se abbiamo l’artista in comune a me fa solo piacere!Luigi ti aspetto a una delle serate!anche se mi hai già dato un buon parere su quel poco che hai già provato!

        • grazie!e comunque rispondo solo a ciò che mi vien detto…Luigi ha fatto un’appunto sulla grafica e rispondo secondo ciò che è giusto per me!a presto Paolo!
          grazie mille a tutti gli auguri che sto ricevendo!

          • Ok che Schigi è Schigi 🙂 , ma sei sicuro che fosse un appunto? Secondo me ha solo scovato la mano comune, non intendeva dire che erano uguali.

          • sì gente però, a torto a ragione, Polli si riferiva a questa frase di Allera da lui interpretata come ruffiana o meglio “marketing puro”:

            “Luigi ti aspetto a una delle serate!anche se mi hai già dato un buon parere su quel poco che hai già provato!”

            e voi rispondete a Polli sul grafico citato da Schigi. mah…

          • Confermo che la Verne mi è piaciuta molto, con quel suo ricordo di Trashy Blonde prima serie che era la mia birra preferita dei brewdogghi.(e che naturalmente hanno provveduto a cambiare 😉 )
            Ci sarò sicuramente in una delle serate qui al nord per provare le altre due.

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