La Serie A è praticamente conclusa e il prossimo appuntamento per gli amanti del calcio sarà il Campionato Europeo, in programma a partire da metà giugno. Appuntamenti del genere sono sempre molto ghiotti per i birrifici – l’accoppiata pallone e birra è un evergreen – con birre inedite che spesso vengono lanciate appositamente per certe occasioni. È il caso della Notti Magiche (5%), la Pils che Radiocraft (sito web) ha annunciato di recente e che ci ricorda i mitici Mondiali organizzati in Italia nel 1990, quando la nostra Nazionale fu protagonista di una splendida cavalcata, conclusa purtroppo in semifinale contro l’Argentina di Maradona. La birra è contraddistinta da un marcato profumo erbaceo, grazie a un dry hopping con varietà tedesche, e da un finale leggermente amaro preceduto da una fragrante componente maltata (grist composto anche da frumento, segale e avena). Lodevole la scelta di Radiocraft di non limitarsi a creare una birra celebrativa, costruendo invece un bel progetto di comunicazione in linea con i principi del marketing nostalgico.
Radiocraft ha anche messo lo zampino nella nuova birra del birrificio Humus (sito web) di Ancarano (TE), battezzata Face the Phantasm (6,2%). Dal nome avrete capito che il protagonista è il Phantasm, la polvere ottenuta dalle bucce di uva Sauvignon Blanc ricca di precursori tiolici e quindi in grado di esaltare il profilo tropicale della birra. Questo innovativo prodotto va utilizzato in simbiosi con il luppolo e i due birrifici hanno optato per una delle varietà più caratterizzanti in tal senso: il Nectaron, originario della Nuova Zelanda (così come il Phantasm, peraltro). l risultato è una luppolata in linea con la definizione di Modern IPA, dove gli intensi toni fruttati si accompagnano a un corpo morbido e suadente. Da parte sua poi lo stesso Humus ha partecipato alla nascita di un’altra birra, brassata da Nama Brewing (sito web) anche con il supporto di Zona Mosto (sito web). La birra non poteva non chiamarsi Threesome (8%) ed è una Double IPA in chiave East Coast, luppolata con varietà americane e neozelandesi e realizzata partendo da una base con malto d’orzo, frumento e avena.
Dalle collaborazioni tutte italiane passiamo a quelle internazionali introducendo Skallax (7%), prodotta di recente dal birrificio lombardo War (sito web) in partnership con gli svedesi di Oppigårds (sito web). Se l’improbabile nome della birra vi ricorda quelli dei mobili Ikea, sappiate che è un effetto ricercato: l’etichetta sembra un classico foglio di istruzioni della multinazionale svedese dei mobili, declinata però in chiave alcolica. Relativamente alla ricetta, siamo al cospetto di un’American IPA limpida, poco amara e molto fruttata, che per la luppolatura utilizza soluzioni di stampo moderno: dip hopping con Citra in formato YCH 702, dry hopping con varietà Idaho 7 e Nelson Sauvin in formato CGX. La fermentazione invece è condotta da un ceppo di lievito Vermont. Per la cronaca esiste una serie di scaffali di Ikea con un nome simile (Kallax).
Molto interessante è poi la collaborazione lanciata un paio di settimane fa da Cantina Errante (sito web) e realizzata insieme ai catalani di Cyclic Beer Farm (sito web). Le due aziende, che condividono una filosofia produttiva piuttosto simile, hanno dato vita alla Cyclista (7,5%), ottenuta da un blend di diverse botti contenenti fermentazioni spontanee di Cantina Errante (linee Perpetua e Spontanea), arricchito dall’aggiunta di pesche tabacchiere. La birra, confezionata in bottiglie da spumante con tappo in sughero, è una chicca che sicuramente piacerà agli amanti del genere e unisce l’esperienza di Cantina Errante con le fermentazioni spontanee all’abilità di Cyclic nel trattamento della frutta. La birra è stata presentata in un evento che ha coinvolto una trentina di locali italiani.
Chiusa l’ampia parentesi dedicata alle birre collaborative, occupiamoci della novità annunciata pochi giorni fa dal birrificio toscano L’Olmaia (sito web). Si chiama Na IPA (6,2%) ed è realizzata in esclusiva per il distributore Royal Beer per il mercato romano – cominciate a capire il significato del nome? È una luppolata che fa ricorso a varietà relativamente moderne (Citra e Sabro), ma che non rinuncia a un amaro deciso e netto, proprio come le IPA di alcuni anni fa. Per riassumere questo concetto con due parole, il birraio Moreno Ercolani ha coniato l’espressione “Hard IPA”, che trovate impressa in etichetta. Per il resto aspettiamoci un profilo aromatico dominato da note agrumate e di frutta tropicale – come potremmo non citare il cocco, descrittore principe del Sabro? – e una bella scorrevolezza, supportata dal già citato amaro finale.
Concludiamo la panoramica odierna con tre novità del giovanissimo birrificio Wild Raccoon (sito web), che dopo il periodo tranquillo seguito al suo debutto sul mercato, ora sta sfornando birre inedite con un ritmo non indifferente. La prima si chiama We Are All Puppets (6,3%) ed è una Rye IPA realizzata ovviamente con una generosa percentuale di segale e luppolata con Amarillo, Centennial e Citra, l’ultimo anche nel formato YCH 702. La seconda new entry è Profondo Viola (3,5%), una Berliner Weisse aromatizzata con l’aggiunta di ciliegie, ribes nero e lavanda. Ancora più recente, infine, è The Dude (6,4%), una New England IPA contraddistinta da una luppolatura molto articolata, ottenuta con varietà El Dorado, Nelson Sauvin e Citra (anche qui parzialmente come YCH 702) e intensificata dall’impiego di Phantasm. The Dude è una birra setosa, con aromi succosi di ananas, mango, agrumi e uva spina. Come sempre le creazioni di Wild Raccoon sono ispirate al cinema: non vi rimane che indovinare a quali film fanno riferimento le due birre.