La panoramica di oggi sulle nuove birre italiane non può non partire dal birrificio che, da qualche ora, può vantare il migliore birraio d’Italia. Parliamo ovviamente di Birra dell’Eremo (sito web), che proprio alcuni giorni prima dell’evento fiorentino ha annunciato la sua ultima creazione: Antidote (8,3%), una Double IPA che appartiene alla gamma parallela battezzata Blind. Con questa birra Enrico Ciani si è confrontato per la prima volta con il Phantasm, l’ormai famoso prodotto ricco di precursori tiolici ricavati dalla buccia di uve Sauvignon Blanc della Nuova Zelanda. Il suo impiego favorisce lo sviluppo di aromi esplosivi, che si fondono con il contributo dei luppoli (in formato Cryo e T90) restituendo un bouquet caratterizzato da note di pesca, albicocca e ananas, con l’accompagnamento di un delicato sottofondo resinoso. La componente piney emerge più nettamente al retrolfatto, arricchendo il lungo finale amaro, deciso ma educato.
Dal vincitore di Birraio dell’anno passiamo al secondo classificato, perché anche Marco Valeriani del birrificio Alder (sito web) ha portato una novità all’evento di Fermento Birra. La new entry si chiama Croma (6,5%) ed è una West Coast IPA contraddistinta da un doppio dry hopping. La ricetta prevede l’impiego di un’acqua molto morbida e solo malti chiari tedeschi di tipo Pils e Cara. La fermentazione è stata affidata a un lievito californiano neutro, mentre per la luppolatura sono stati usati Mosaic (Incognito) e Citra (T90) a caldo, con lo stesso Citra protagonista anche dell’aggiunta a freddo in due momenti distinti (prima T90, poi Cryo). Il risultato è una birra limpida e secca, amara, dal carattere agrumato intenso, con sfumature di frutta gialla ed un tocco floreale. La Croma è il frutto delle esperienze acquisite da Marco in un recente viaggio tra i birrifici della California, durante il quale si è concentrato sull’assaggio e lo studio delle moderne West Coast IPA. Seguiranno perciò altre birre simili alla Croma, ma qui l’elemento che merita evidenza è la voglia di Marco Valeriani di aggiornarsi costantemente per rimanere al passo coi tempi, quando potrebbe tranquillamente “vivere di rendita” con le magnifiche luppolate che ha sfornato in questi anni.
Dopo due moderne concezioni di IPA cambiamo totalmente genere per introdurre l’ultima fatica del birrificio Mukkeller (sito web). Si tratta di una Milk Stout, cioè una scura di stampo britannico brassata con l’aggiunta di lattosio, che il birraio Marco Raffaeli ha ben pensato di battezzare Fatti Mandare dalla Mamma (5,9%). Il richiamo all’ingrediente speciale è dunque lapalissiano, ma ce n’è un altro che non si può dedurre dal nome: il caffè, aggiunto in infusione. Per il resto la ricetta prevede un grist composto da malti Pale, Crystal e tostati, per una birra morbida in bocca, equilibrata nel contrappunto tra dolce e amaro e dominata da note di caffè e torrefatto. La Fatti Mandare dalla Mamma è un po’ Milk Stout e un po’ Coffee Stout: un anello di congiunzione tra due sottostili che può rivelarsi davvero intrigante.
Di recente il birrificio Vertiga (sito web) ha annunciato due novità assolute, entrambe frutto di altrettante collaborazioni. La prima si chiama Insert Coin (6,5%) ed è realizzata insieme a Mattia Bonardi di Nama Brewing (sito web), fresco della vittoria del premio Birraio emergente. Si tratta di una Modern IPA dal gusto deciso, in cui prevalgono toni esotici e fruttati (ananas, papaya, lime) e un legger amaro finale. Anche in questo caso l’espressività aromatica dei luppoli è stata coadiuvata dall’impiego del Phantasm. La seconda novità di Vertiga è invece la Zazel (4,5%) , un’Italian Pils realizzata in partnership con il birrificio Altavia (sito web). Come da copione il luppolo (presumibilmente di provenienza continentale) è usato tanto in bollitura quanto in dry hopping e conferisce amaro e un pronunciato tono erbaceo che bilancia la dolcezza dei malti e il loro contributo aromatico (miele e crosta di pane). Se siete curiosi di assaggiare le due birre dovrete pazientare qualche giorno: saranno presentate in anteprima venerdì 26 gennaio in alcuni locali selezionati del Nord Italia.
Finora abbiamo citato spesso il Phantasm, ma c’è un altro prodotto legato al luppolo che sta prendendo piede: il Kohia Nelson. Si tratta di un blend tra la celebre varietà neozelandese e frutto della passione essiccato, capace dunque di esaltare il profilo tropicale di una birra. Di recente il birrificio Kashmir (sito web) l’ha utilizzato nella sua ultima creazione, la No Quarter (8,2%), insieme al luppolo Idaho 7, aggiunto per conferire una sfumatura dank al profilo aromatico. La base fermentescibile è molto leggera: solo malto Pils, integrato da una frazione di avena maltata. Il risultato è una Double IPA facile da bere nonostante il tenore alcolico, rotonda in bocca e decisamente amara nel finale, con le note di passion fruit molto riconoscibili, ma ben integrate dalla resa dei luppoli.
Concludiamo la panoramica odierna con una birra celebrativa, che il birrificio Terre di Faul (sito web) ha voluto lanciare in occasione dei suoi dieci anni di attività. La novità si chiama semplicemente Hausbier (5%) ed è una bassa fermentazione ispirata alle “birre della casa” della tradizione francone. Dunque aspettiamo una Lager molto classica, senza dry hopping o luppolature stravaganti, facile da bere ma anche molto gratificante. Resterà in linea per tutto il 2024, racchiudendo simbolicamente l’essenza della filosofia produttiva di Terre di Faul. La scelta dello stile di appartenenza non è casuale ed è l’esempio di quella polarizzazione verso stili old-fashioned che, come spiegato qualche giorno fa, presumibilmente caratterizzerà il 2024 ancor più di quanto accaduto nei passati dodici mesi.