Lo scorso fine settimana il birrificio Alder (sito web) ha festeggiato il suo quarto compleanno e per l’occasione ha annunciato un paio di novità . La prima si chiama Presssack (5,6%) e rappresenta la nuova bassa fermentazione del produttore brianzolo: una Export Lager realizzata ricorrendo alla tecnica della decozione e utilizzando malti Pils, Monaco e Cara, oltre a luppolo Hallertau Mittelfrüh coltivato direttamente in Germania. Il risultato è una birra di colore dorato pieno, con un profilo maltato piuttosto preminente ma bilanciato dalla chiusura erbacea del luppolo. Il nome? È quello del tipico insaccato molto diffuso nei biergarten tedeschi. La seconda novità non è una birra inedita, bensì una versione speciale della celebre Rockfield, che, seguendo una tradizione ormai consolidata, Alder propone a ogni suo anniversario in maniera leggermente diversa.
Nel frattempo il birrificio Sièman (sito web) ha annunciato quattro nuove birre appartenenti alla linea Foravìa, dedicata a Farmhouse Ale affinate in acciaio con i lieviti selvaggi della cantina. Session IPA (4,8%) declina l’omonimo sottostile luppolato in chiave “rurale”, risultando esplosiva nella luppolatura, secca e decisamente fresca. Gold (6,7%) è invece una Belgian Ale in cui il profilo aromatico è dominato dalle note fruttate provenienti tanto dai lieviti autoctoni, tanto da quelli belgi inoculati manualmente. Grisette (3,5%) è una Table Saison (cioè una Saison più leggera, “da tavola”) molto secca e facile da bere, che si contraddistingue per un leggero dry hopping con luppoli europei e americani. Blond (5,6%), infine, è una Belgian Blond Ale valorizzata da una leggera luppolatura a freddo e dalle immancabili note funky provenienti dai lieviti selvaggi. Come tutte le birre del progetto Foravìa, anche queste sono disponibili esclusivamente in fusto.
Due invece sono le novità annunciate di recente dal birrificio MC-77 (sito web), entrambe presenti a Eurhop. La prima si chiama Golden Promise (12,2%) ed è un classico Barley Wine di stampo britannico realizzato con un doppio mash “reiterato”: il mosto ottenuto dal primo mash è stato utilizzato per l’infusione del secondo, permettendo così di alzare il grado Plato senza l’aggiunta di zuccheri. La bollitura è stata lunga abbastanza da caramellizzare il mosto, ma non troppo da concentrarlo eccessivamente. Il gristo è costituito quasi esclusivamente da malto Golden Promise, più un pizzico di Crystal; la luppolatura invece è stata eseguita con la varietà East Kent Golding, impiegata solo in amaro. L’altra new entry è invece la Blob #1 (11,6%), primogenita di una nuova linea di birre che dal nome immaginiamo piuttosto articolate. In questo caso siamo al cospetto di una Imperial Oatmeal Stout brassata con un doppio mash, dal corpo vellutato ben bilanciato dall’amaro finale e aromatizzata con l’aggiunta, dopo la fermentazione, di semi e capsule di vaniglia Bourbon.
Occupiamoci anche di collaborazioni introducendo la High Five (6,5%), la nuova one shot del birrificio Rebel’s (sito web) realizzata in partnership con Nama Brewing (sito web). La tipologia di riferimento è quella delle Modern IPA, espressione che ormai è diventata di dominio pubblico per indicare birre luppolate con una componente maltata leggera, un corpo relativamente felpato e un profilo caratterizzato da luppoli moderni (spesso impiegati in forme di nuova generazione). Il risultato è infatti una birra chiara realizzata con malto Pils e avena, fermentata con lievito Vermont ed esaltata da un dry hopping con luppolo Nectaron. Proprio quest’ultimo ingrediente è grande protagonista a livello organolettico, grazie al suo contributo rintracciabile in intense note di ananas, passion fruit e pesca matura.
Per spiegare quanto è vario il mondo delle birre luppolate basta dare un’occhiata alla birra successiva, cioè la novità annunciata di recente dal birrificio Renton (sito web). Si chiama Oh Sheep (6,8%) ed è una West Coast IPA, una tipologia quindi che a differenza della precedente gioca più sulla secchezza che sulla morbidezza. Chiaramente il luppolo è sempre protagonista, ma invece di fornire note di frutta tropicale, qui dona toni agrumati e leggermente resinosi – le varietà impiegate sono Centennial, Ekuanot, Idaho 7, Mosaic, El Dorado e Citra, usate anche in double dry hopping. La Oh Sheep è complessa e rotonda, ma procede dritta e decisa fino alla chiusura, secca e piuttosto amara. È disponibile in fusto e in lattina.
Concludiamo come abbiamo cominciato, cioè con una bassa fermentazione. L’ultima novità del birrificio Babylon (sito web) si chiama Smokers (5,2%) e, come avrete capito, appartiene alla famiglia delle birre affumicate. Nello specifico è una Rauch Helles, contraddistinta da una base fermentescibile decisamente complessa: oltre al malto affumicato troviamo malti Pilsner, Monaco 1 e Vienna, nonché un pizzico di Wheat (malto di frumento) affumicato su quercia. La sfida del birraio Michele Isoldi è stata bilanciare il gusto classico delle Helles con il carattere distintivo delle Rauch: all’inizio del sorso emergono le classiche note di miele e panificato tipiche della chiare di stampo tedesco, bilanciate delle sfumature speziate e floreali dei luppoli (varietà Saphir e Spalt Spalter); poi guadagna spazio un gentile affumicato che amplifica la complessità aromatica e accompagna le sensazioni fino alla chiusura, offrendo una piacevole persistenza retrolfattiva.