È da parecchio tempo che non apriamo una delle nostre consuete panoramiche sulle nuove birre italiane con una collaborazione. Oggi interrompiamo il trend per presentare la Diane (5,4%), frutto della partnership tra i birrifici Bondai (sito web) e Renton (sito web). Da questa sinergia sulla direttrice Friuli – Marche è nata un’American Hoppy Pils, cioè una bassa fermentazione che fonde le caratteristiche dello stile ceco per antonomasia con le note tropicali (mango e guava), agrumate ed erbacee dei luppoli. Curiosamente però è utilizzata una sola varietà, nello specifico l’HBC 586 – quando trovate sigle al posto dei nomi significa che si tratta di cultivar sperimentali, candidati a diventare ufficiali (assumendo perciò una denominazione commerciale) in futuro. La Diane è stata presentata lo scorso fine settimana nel corso del MicroBo Beer Festival e ora è regolarmente disponibile.
Continuiamo con una collaborazione, ma spingendo lo sguardo oltre i confini nazionali. In occasione dello Springwell Sessions Festival di Leeds, infatti, il birrificio Brewfist (sito web) ha lanciato una birra prodotta insieme al produttore inglese North Brewing (sito web). La novità si chiama Coco Island (8,5%) ed è un’Imperial Porter realizzata con l’aggiunta di cocco e caffè e affinata in botti di rum e bourbon. Insomma avrete capito che si tratta di una creazione molto particolare, complessa e dalla ricetta articolata, ma che sorprendentemente risulta piuttosto facile da bere. Forse anche per questo Brewfist ha deciso di confezionarla rimanendo fedele alla lattina da 50 cl, un formato perfetto per tipologie più semplici e leggere, ma che a ben vedere si adatta anche a birre come la Coco Island se si intende dividere la bevuta in due persone.
Nel frattempo il birrificio veneto Birrone (sito web) si mostra sempre molto attivo, avendo ormai assunto un ritmo di release inedite con cadenza quasi bisettimanale. L’ultima in ordine di tempo è la Maranea (5,4%), nuova versione della Maranella, birra lanciata nel 2018 e così battezzata per l’uso di un 20% di mais Maranello (tipologia che non possiede glutine). Com’è facile immaginare, questo elemento distintivo si ritrova anche nella Maranea, che è gluten free grazie all’impiego, per il restante 80% del grist, di malto deglutinizzato durante la fase di fermentazione. Rispetto alla sorella maggiore, la Maranea è realizzata totalmente con materie prime coltivate localmente. E la Maranella? Non sarà più prodotta, poiché questa novità è la sua diretta evoluzione.
Proseguiamo la nostra carrellata con la Jürgen (5,8%), new entry annunciata di recente dal birrificio Nama Brewing (sito web). Lo stile di riferimento è quello tedesco delle Märzen, riprodotto in maniera molto fedele al modello originale: una buona trama maltata ottenuta con un mix di varietà Pils, Vienna, Monaco e Cara; una luppolatura molto classica (Hersbrucker e Tettnanger) utile a bilanciare la bevuta e fornire qualche sfumatura aromatica di contorno; una fermentazione con lievito Lager, ovviamente. Il risultato è una bassa fermentazione facile da bere, ma ben definita ed equilibrata. Inevitabile abbinarla a salumi, bratwurst, stinco di maiale e Wiener Schnitzel, ma se volessimo tentare qualche accostamento più originale, quale soluzione vi verrebbe in mente?
Concludiamo con il giovane birrificio Cerbero Brewing (pagina Instagram), che per la sua ultima creazione ha deciso di stravolgere lo stile delle Gose aggiungendo un twist strettamente legato al territorio di appartenenza. L’antica tipologia salata di Lipsia è stata infatti rivista con l’aggiunta di ciliegie delle colline veronesi e umbre, provenienti in parte anche dai frutteti dell’azienda. La Cherry Wave (4%) – questo il nome della birra – si presenta con un colore rosso velato e una schiuma rosata, prima di colpire per la sua piacevole acidità bilanciata dalla dolcezza delle ciliegie mature, aggiunte in fermentazione. Non manca il tocco sapido derivante dal sale, per una bevuta fresca, dissetante e fuori dall’ordinario.