Come accade in tutti i festival più importanti, anche il recente Villaggio della Birra ha rappresentato per molti birrifici il contesto ideale per presentare nuove birre. Una delle più interessanti è stata senza dubbio la Rød (5%) di Extraomnes (sito web), una bassa fermentazione che segue in modo fedele il modello delle Märzen tedesche. Grande attenzione è riposta sulla scelta dei malti, com’è giusto che sia per uno stile che fa della componente maltata uno dei suoi aspetti principali. Il risultato è una bassa fermentazione di grande eleganza, ma anche con il carattere ben riconoscibile di Extraomnes, in cui il profilo aromatico dominato da suggestioni di biscotti (Plasmon in particolare) è arricchito da venature floreali e speziate. Scorrevolissima e intrigante, è l’ennesimo esame riuscito da parte di un produttore che difficilmente sbaglia un colpo.
Al Villaggio della Birra non sono mancate le birre collaborative, tra cui la nuovissima MegaWeizen (7.9%) nata dalla partnership tra Birrificio del Forte (sito web) e Megaditta, ossia la (folle) ragione sociale che si nasconde dietro il progetto Live Barrels (sito web) di Bruno Carilli. Possiamo definirla un’interpretazione italiana delle Weizenbock, perché la nota caramellata, spesso dominante nelle versioni originali, qui è stata tenuta sotto controllo per favorire la facilità di bevuta. Per il resto ci sono tutti gli elementi tradizionali dello stile di frumento tedesco, compresa una luppolatura non determinante in aroma, ma funzionale a fornire equilibrio. A completare le caratteristiche organolettiche bisogna segnalare un’intrigante sfumatura affumicata, che rende il tutto più interessante. In etichetta campeggiano i birrai Francesco Mancini e lo stesso Bruno Carilli, esausti dopo la durissima sessione di cotta per realizzare la MegaWeizen.
La terza novità presente al Villaggio della Birra che segnaliamo oggi si chiama Isi (5%) ed è stata presentata dal birrificio Degged (pagina Facebook). Il nome palindromo – come tutti quelli scelti dal produttore toscano per le sue birre – nasconde una classica Helles, confermando la predilezione di Degged per le basse fermentazioni di stampo teutonico. Anche in questo caso il lavoro sui malti è stato molto approfondito, con un grist composto quasi esclusivamente da malto Pils, integrato da piccole (ma decisive) percentuali di Monaco e Carahell che conferiscono rispettivamente profondità aromatica e note di miele. Queste percezioni si inseriscono su un’intelaiatura in cui spiccano le note di crosta di pane e toni floreali, erbacei e agrumati derivanti dal luppolo (Magnum e Saaz).
Cambiamo totalmente genere per introdurre la Majin (6,7%), nuova luppolata di Alder (sito web). Dopo la New Zealand Pils di qualche giorno fa, il birrificio brianzolo ha da poco annunciato questa Hazy IPA brassata ricorrendo a tutte le moderne tecniche di produzione. La base fermentescibile è realizzata con malti di origine inglese e tedesca, ma anche con una dose non irrilevante di avena e un pizzico di frumento. Il mix di luppoli, usati sia in hop standing che in double dry hopping, è piuttosto articolato: troviamo le varietà BRU-1, Idaho 7, Mosaic e Motueka. Infine è stato impiegato un ceppo di lievito idoneo allo stile e particolarmente predisposto alle biotrasformazioni. Il risultato è una birra “succosa”, con aromi di ananas, pesca matura e passion fruit.
E concludiamo restando sul genere delle Hazy IPA per segnalare la Little Miss Sunshine (3%), nata dalla collaborazione tra i birrifici veneti Busa dei Briganti (sito web) e Bondai (sito web). È definita una Ultra-Session NEIPA e in effetti il tenore alcolico è davvero contenuto: una sfida produttiva molto stimolante, anche solo per riuscire a mantenere il corpo setoso tipico della tipologia. Di aspetto torbido, si caratterizza per una corsa vellutata e un amaro molto leggero, nonché per un profilo aromatico intensamente fruttato, con sfumature di melone, guava, dragon fruit e resina di pino. Perfetta per continuare a dissetarsi anche in questo caldo settembre.