Dopo alcuni giorni di assenza forzata torniamo a occuparci di nuove birre italiane per presentare alcune novità davvero molto interessanti. Partiamo dal sempre attivissimo birrificio Alder (sito web), che recentemente ha annunciato la Morro Bay (7,5%), una Double IPA realizzata seguendo la filosofia produttiva della West Coast degli Stati Uniti. Come da copione il profilo aromatico è dominato dalla luppolatura, ottenuta con un mix piuttosto articolato di varietà americane: Comet, Simcoe, Amarillo, Citra, Mosaic e Chinook, quest’ultimo in formato CGX, responsabili delle intense note di frutta a pasta gialla, agrumi e frutta tropicale, accompagnate da sfumature erbacee e balsamiche. La birra è stata battezzata come una splendida località di mare sull’oceano della California, situata non lontano da Pismo Beach, luogo che ha suggerito il nome per un’altra West Coast Double IPA di Alder. Limpida, secca e pericolosamente bevibile, è consigliata per dissetarsi anche nelle giornate più calde nonostante il tenore alcolico elevato.
Cambiamo totalmente genere con una prestigiosa collaborazione tra due produttori del Nord Italia. Negli scorsi giorni, infatti, è stata rilasciata la – occhio al nome – A cup of tea under a Marble Arch (4,2%), una Bitter affumicata nata dalla partnership tra i birrifici Edit (sito web) di Torino ed Extraomnes (sito web) di Marnate (VA). Interessanti le modalità con cui è stata sviluppata la componente fumé: a differenza di ciò che si potrebbe pensare, infatti, la ricetta non prevede il ricordo a malto Rauch, bensì l’aggiunta di tè Lapsang Souchong, famoso proprio per questa sua peculiarità . Un ingrediente proprio della tradizione inglese per uno stile profondamente britannico, con un risultato intrigante e fuori dagli schemi, ma lontano dal più arido “famolo strano”. Nel nome della birra si nasconde l’omaggio a un noto birrificio anglosassone, non poi così complicato da individuare.
Dopo un paio di anni dal loro avvento in Italia, le Cold IPA sembrano aver fatto breccia nel cuore dei birrai italiani, almeno più di quanto accaduto ad altre recenti variazioni luppolate made in USA. L’ennesima incarnazione di queste particolari basse fermentazioni con adjuncts arriva da Birra Impavida (sito web), giovane produttore del Trentino, che negli a inizio giugno ha annunciato la sua Pacific Cold IPA (5,6%). L’head brewer Matteo Milan ha voluto confrontarsi con questo sottostile da una parte restando fedele alla composizione “impura” del grist (c’è una percentuale di riso in aggiunta al malto d’orzo), dall’altra spingendo la luppolatura verso l’area del Pacifico per ottenere un profilo aromatico contraddistinto maggiormente da toni tropicali. È una birra profumata e molto facile da bere, in cui il riso ha un impatto anche a livello di mouthfeel. Stenterete a credere che è una bassa fermentazione!
Due invece sono le novità provenienti dal birrificio La Villana (sito web) di Vicenza. La prima si chiama Straweiss (4,5%) ed è brassata in collaborazione con Liquid Story (sito web), produttore tedesco molto interessante perché estraneo alle classiche dinamiche brassicole della Germania. La ricetta è quella di una Berliner Weisse alla frutta: la base, caratterizzata dall’impiego di frumento maltato e da una morbida acidità , è valorizzata dall’aggiunta di fragola, cocco e lime, impiegati a fine fermentazione. I tre frutti interagiscono durante tutto l’assaggio: la fragola dona freschezza al naso e alla parte iniziale della bevuta, il lime esalta la componente acidula, il cocco aggiunge morbidezza sul finale. La seconda new entry si chiama Dr. Hop (4%) ed è una Session IPA realizzata con malto Pils e un pizzico di Pale e soprattutto con generose quantità di luppolo Citra. All’olfatto sono riconoscibili sentori di agrume (limone e cedro) accompagnati da pennellate delicatamente floreali, in bocca risulta secca, fresca e moderatamente amara, con un alto livello di bevibilità .
A proposito di collaborazioni internazionali, è sicuramente prestigiosa quella realizzata di recente tra il birrificio romano Rebel’s (sito web) e l’americano Stillwater (sito web), mostro sacro della scena birraria statunitense. Il birraio Brian Strumke ha raggiunto la Capitale direttamente da Seattle per partecipare alla cotta della House Party (4%), una Golden Ale “dedicata alle grandi feste con gli amici a suon di musica ottima e bevute migliori” – Strumke è anche dj e produttore di musica elettronica. La ricetta prevede l’aggiunta in bollitura di scorze di bergamotto e una luppolatura a freddo con varietà Sabro ed Enigma, entrambe in versione Cryo. Il risultato? Una birra leggera, fresca e dissetante, ma con un corpo pieno (nel grist ci sono anche frumento e avena) e aromi intensi di frutta, uva bianca e agrumi, rinforzati dall’impiego del bergamotto. Birra estiva se c’è ne una, come sembra suggerire anche l’etichetta della House Party.
E visto che siamo in vena di collaborazioni, chiudiamo con una birra nata dall’incontro di due birrifici, questa volta entrambi italiani. La X Surprises (6%) è l’interpretazione dello stile New England IPA secondo i birrifici Kashmir (sito web) e Menaresta (sito web), che per l’occasione hanno unito i loro know-how per ottenere un prodotto di grande interesse. La base fermentescibile è un mix di avena, frumento maltato e (soprattutto) malto Golden Promise, mentre la luppolatura è ottenuta con varietà Citra, Mosaic e Galaxy, tutte in formato Cryo, e usate con tecniche moderne come il doppio dry hopping e il dip hopping. La fermentazione infine è opera di un lievito London Ale III, che fornisce un impulso ulteriore alla componente fruttata. Una birra in pieno stile “hazy” e “juicy”, ma reinterpretataoin chiave super moderna.