La panoramica di oggi sulle nuove birre italiane si apre con due creazioni inedite di Canediguerra (sito web), realizzate in collaborazione con altrettanti birrifici. La prima si chiama Chillbomb (7,3%) e appartiene all’emergente sottostile delle Cold IPA, luppolate a bassa fermentazione di cui abbiamo spiegato le caratteristiche qualche settimana fa. La Chillbomb, prodotta in partnership con il birrificio War (sito web), segue fedelmente il modello di ispirazione – ammesso che ne esista uno solo – prevedendo fiocchi di mais a integrazione dei malti (inglesi), luppoli della West Coast americana utilizzati in dry hopping e chiaramente lievito Lager. Si ispira a un giovane stile birrario anche la Bundao (4,3%), brassata in collaborazione con Mister B (sito web): è una Catharina Sour aromatizzata con un intrigante mix di frutta esotica (maracuja, goiaba, mango, ananas e açai) su una base classica (birra di frumento acidificata con batteri lattici). Perfetta per i primi caldi all’orizzonte.
Due sono anche le novità annunciate di recente dal birrificio Alder (sito web). La prima, battezzata Isted (12%) è definita “semplicemente” una Imperial Stout al caffè, ma, come ci ha ormai abituato Marco Valeriani, dietro c’è una ricetta molto articolata e studiata in ogni dettaglio. Innanzitutto la ricetta prevede un double mash con una lunga bollitura, per un totale di 18 ore di preparazione del mosto. Poi il caffè aggiunto è tutt’altro che comune: un’infusione di specialty coffee con due varietà brasiliane (Catuai e Catucai) selezionate dalla torrefazione artigianale His Majesty the Coffee. Il risultato è una birra nerissima e molto densa, abbastanza piatta, dal corpo pieno, oleosa e vellutata. Caratterizzata dalle note aromatiche del pregiato caffè (mandorla e caramello), unite ai sentori di malto torrefatto e caramello, con richiami al cioccolato fondente.
La seconda new entry si chiama Holiday Walk (7,2%) ed è l’interpretazione di Alder delle American Red Ale. È prodotta con malti inglesi e tedeschi (sia base che speciali), un pizzico di malto torrefatto e avena. Fermentata con ceppo di lievito inglese, si presenta di colore ambrato scarico con note delicate di malto, dal miele al leggero biscottato, accompagnate da una buona luppolatura ottenuta con varietà Chinook, Simcoe, Amarillo e Citra.
Grande novità da Birra Pasturana (sito web), uno degli “storici” produttori del nostro movimento brassicolo. Nonostante l’azienda sia operativa dal 2009, prima di oggi non si era ancora cimentata con una bassa fermentazione: il pretesto è arrivato con la nascita della terza incarnazione della linea Filo Spinato, realizzata in collaborazione con il birraio locale Lorenzo Mascherini e dedicata a birre sperimentali e inconsuete, quantomeno per il birrificio piemontese. Come il nome suggerisce, la Munich Helles (5,1%) si ispira all’omonimo stile “quotidiano” della cultura tedesca, presentandosi di colore dorato e contraddistinguendosi per un buon equilibrio aromatico tra la componente maltata (miele chiaro, cereali) e quella luppolata con varietà nobili (erba sfalciata, fiori di campo). Chiude discretamente secca e con un amaro delicato.
Sono invece ben tre le novità del Birrificio dei Castelli (sito web), ma derivanti da una birra già presente in gamma. Partendo infatti dalla ricetta della Extrema Ratio, la Double IPA della casa, il produttore marchigiano ha immaginato tre variazioni “cromatiche” sul tema variando la base fermentescibile e mantenendo la luppolatura originale e lo stesso grado alcolico (7,4%). Da questa idea sono nate la Black Extrema Ratio con malti scuri, la Red Extrema Ratio con (presumibilmente) una frazione di malti Crystal e la White Extrema Ratio con una percentuale di frumento. Le birre non sono state rilasciate tutte insieme, ma a distanza di un paio di settimana l’una dall’altra. A ogni modo dovreste trovarle disponibili in questi giorni allo stand del Birrificio dei Castelli a Beer & Food Attraction.
Le birre alla canapa rappresentano in Italia una piccola nicchia produttiva, che di tanto in tanto si popola di nuovi esemplari. Se non andiamo errati la prima artigianale in Italia fu la Canapa di Zahre Beer, mentre l’ultima è la I Luv I Jah (4,8%) di Antikorpo Brewing. È una bassa fermentazione che impiega canapa sativa (0,3%) a freddo in diversi momenti – in questo caso DDH sta scherzosamente per double dry hemping – mentre a livello di luppolatura ricorre alle varietà pacifiche Wai-iti e Wakatu. Menzione di merito per la lattina, che non solo ostenta una bella illustrazione isometrica con un’indovinata palette acida, ma anche diverse informazioni molto ben distribuite sulla retroetichetta. Annunciata un paio di settimane fa, è la novità di Antikorpo Brewing per il mese di marzo.
Concludiamo la carrellata di oggi con il Birrificio Alma (sito web), piccola realtà di Monza che recentemente ha annunciato la sua nuova Altolà (8%). Interessante e poco comune lo stile di riferimento, perché la Altolà è una Sticke, versione più muscolare delle Altbier di Dusseldorf. In realtà questa interpretazione va oltre i dettami della tipologia, tanto da essere definita Doppelsticke. Per la descrizione riportiamo quanto scritto dal birrificio sulla sua pagina Facebook, perché ci sembra decisamente azzeccato:
Color rosso rubino intenso quasi bruno, con una schiuma bianca compatta e persistente.
Profumi e sapori di frutta secca e disidratata e un tocco lieve di nocciola, il malto caramellato tedesco è protagonista e viene accompagnato con discrezione dai luppoli nobili dai toni leggermente speziati.Rotonda, forte e appagante con una decisa carbonazione e un finale leggermente secco/amaro. Trae ispirazione dalle antiche birre di Dusseldorf ed è il risultato di una fermentazione non convenzionale, nella quale il lievito lavora a temperature più basse, donando grande pulizia organolettica e facilità di beva.
Un tuffo indietro nel passato, omaggiando generazioni di piccoli produttori che lungo il Reno decisero di non cedere alla crescente richiesta di birre Lager.