Le collaborazioni sono una delle costanti immutabili della birra artigianale. Passano gli anni, le mode e le tecniche produttive, ma rimangono sempre una soluzione a cui i produttori si affidano più che volentieri. Semmai nel tempo si sono avvicendate partnership diverse: prima solo tra birrifici, poi tra birrifici e locali, infine tra birrifici e realtà extra birra. Negli ultimi anni in Italia si è cominciato a diffondere un altro tipo di collaborazione: quella tra birrifici e produttori di materie prime. Ed è proprio a questa categoria che appartiene la nuovissima Green Pass (6,8%) del Birrificio Lambrate (sito web), realizzata insieme a Yakima Chief (sito web) e Mr. Malt (sito web). La prima azienda ha fornito i luppoli nelle varietà Citra, Mosaic e Cryo Pop (l’ultimo è un blend registrato da Yakima Chief), la seconda presumibilmente i grani per la base fermentescibile: malti Pils ed Extra Pale, avena in fiocchi e frumento. Il risultato è una birra dorata e “succulenta”, con un corpo setoso e aromi di frutta tropicale, agrumi e frutta a nocciolo. Se volete assaggiarla sappiate che dovrete aspettare poco: sarà ufficialmente disponibile da domani.
Con la fine dell’estate possiamo aspettarci che riprenda il discorso relativo alle Imperial Stout, affrontato negli ultimi anni da molti birrifici, spesso anche in chiave “pastry”. Il primo indizio ci arriva da Brewfist (sito web), che ieri ha annunciato una novità rientrante nel progetto Pilot Lab dedicato alle sperimentazioni. La birra si chiama semplicemente Imperial Stout 02 (8,7%) ed è una rivisitazione della Spaghetti Western, una delle migliori incarnazioni italiane dello stile. La ricetta prevede che, rispetto all’originale, i chicchi di caffè siano sostituiti da fiocchi di cocco aggiunti in infusione durante la fase di maturazione: il birrificio ha quindi deciso di rimpiazzare un ingrediente decisamente caratterizzante con un altro con peculiarità simili, ma indirizzate verso ben altri orizzonti aromatici. La Imperial Stout 02 unisce un corpo avvolgente a una sorprendente facilità di bevuta.
A proposito di Imperial Stout, qualche giorno fa Brasseria della Fonte (sito web) ha presentato la sua inedita Wondernight (12,3%). La birra rappresenta il culmine di quattro anni di sperimentazioni da parte del birraio Samuele Cesaroni, alla ricerca del risultato perfetto per replicare una Imperial Stout assaggiata nel 2017. La cotta della Wondernight è stata effettuata nella primavera del 2020 ricorrendo al metodo del doppio mash, a una bollitura lunghissima e all’aggiunta di ingenti dosi di sciroppo d’acero. Quindi ha maturato 15 mesi in botti ex Bourbon e Rye Whisky della distilleria Willet, durante i quali è stata sottoposta ad ampi sbalzi di temperatura. Infine ha subito un’ulteriore affinamento in acciaio. Il profilo aromatico, profondo e complesso, è dominato da note di legno, sciroppo d’acero e cioccolato fondente, con sfumature di whisky e nocciola. La birra è disponibile solo online e nella tap room, a condizioni limitate, nonché in qualche pub e locale amico.
Dopo due Imperial Stout torniamo a occuparci di una DDH IPA con l’ultima nata in casa Antikorpo Brewing (sito web), giovane marchio capace però di mettersi subito in mostra – recentemente ha vinto un paio di riconoscimenti in altrettanti concorsi. La novità è stata battezzata In The Flesh (6,5%) ed è ovviamente un birra molto luppolata, che prevede il ricorso a varietà Idaho 7, Sabro, Mosaic, Styrian Wolf ed Ekuanot, usati anche nel doppio dry hopping – l’acronimo DDH significa proprio questo se ve lo stesse chiedendo, cioè una luppolatura a freddo particolarmente generosa. È una delle poche DDH IPA prodotte recentemente in Italia che non prevede cereali aggiuntivi nel grist, ma solo malto d’orzo. L’illustrazione presente in lattina è d’impatto come poche altre, tra l’altro se non andiamo errati è una delle poche italiane completamente rivestite dalla grafica.
E dopo questa alternanza tra due tipologie profondamente diverse, concludiamo con una birra che esce fuori dagli schemi. Il birrificio pugliese Federico II (sito web) ha infatti recentemente annunciato la sua CanApa, che come avrete capito è prodotta con l’impiego di canapa a basso contenuto di THC. L’ingrediente speciale è stato fornito dall’azienda Grijn Leaf di Oria (BR), comune in cui ha sede lo stesso birrificio. Inoltre la ricetta prevede l’utilizzo di malti prevalentemente pugliesi. La birra è un’American Pale Ale equilibrata, caratterizzata da un amaro non invadente e dalle note di canapa che aggiungono una sfumatura particolare al ventaglio aromatico.