Quella delle birre alla frutta è una famiglia ampia e variegata, le cui possibilità produttive forse non sono state ancora indagate pienamente. Non deve dunque sorprendere se il Birrificio Amerino (sito web) ha deciso di dedicare a questa specialità una nuova linea parallela, denominata Experience e composta esclusivamente da Sour Fruit Ale. L’idea è di spingere al massimo il contributo della frutta grazie all’impiego di ingenti quantità della stessa: una sfida di certo coraggiosa e ambiziosa, incarnata al momento da tre birre. La prima è la Lamponi & Mirtilli (4,6%), che utilizza 250 g/l di polpa di frutta su una base che comprende malto d’orzo e avena, oltre al lattosio come ulteriore ingrediente speciale. Lattosio che troviamo anche nella Ananas & Lime (5,7%), birra dolce e profumata che prevede l’impiego di 230 g/l di polpa di frutta. L’ultima infine è la Mango & Maracuja (6,2%), evoluzione della one shot BA01 e inno alla frutta tropicale, impiegata in quantità smodate (280 g/l). Tutte le birre ovviamente presentano una certa acidità, derivante dalla produzione di acido lattico da parte del lievito utilizzato.
“Finalmente abbiamo una birra rossa”. È con questa dichiarazione volutamente semplicistica che il birrificio Alder (sito web) ha presentato la scorsa settimana la sua nuovissima Zander (7,2%), che appartiene allo stile tedesco delle Bock. La tipologia è in controtendenza rispetto all’evoluzione delle stagioni – le Bock sono le tipiche birre invernali della Germania – ma il dettaglio ci interessa poco, visto che è ben più interessante gustare la nuova fatica di Marco Valeriani. E come ormai ci ha abituato, anche questa new entry segue fedelmente il suo modello di ispirazione: sia i malti (Pils, Monaco e Cara) che i luppoli (Saphir, Spalter Select) sono rigorosamente tedeschi, mentre il processo produttivo prevede una lunga lagerizzazione, tipica delle basse fermentazioni. Non resta che assaggiarla.
Anche la nuova creazione di Porta Bruciata può essere considerata una “prima volta”. Dopo tante alte fermentazioni (molte di stampo luppolato), il birrificio lombardo ha infatti rilasciato la sua prima Lager, battezzata semplicemente Zwickel (5%). Il riferimento quindi è esplicitamente alla Franconia e a uno dei tanti termini usati in loco per definire le birre quotidiane. Lo stile – se di stile possiamo parlare – è stato interpretato in maniera fedele: la rusticità di base è accompagnata dall’eleganza del luppolo Spalter Select. La Zwickel, disponibile in lattina da 44 cl, è per certi versi il modo con cui Porta Bruciata ha voluto celebrare la riapertura dei pub, realizzando una birra semplice ma anche di carattere. Ho avuto modo di assaggiarla alla spina e devo ammettere che tra Pils, Keller e Zwickel il panorama italiano si sta riempendo di tante ottime basse fermentazioni “basiche”. Qualcosa di inimmaginabile solo fino a tre o quattro anni fa.
Vuole invece celebrare la bella stagione la nuova IPA del birrificio Rebel’s, una one shot denominata Find your park (6%). Non siamo nel territorio delle Session IPA, tuttavia la birra punta a essere molto leggera e dissetante, senza rinunciare però a mostrare una fisionomia decisa. La ricetta prevede l’aggiunta di miele per conferire note resinose e floreali, accompagnate dalla resa aromatica dei luppoli australiani Topaz e Vic Secret. Ed è una one shot anche la Dilemma (8%) altra novità luppolata di Rebel’s che però rientra nell’incarnazione più moderna delle Double IPA. Realizzata in collaborazione con i ragazzi di Luppolo 12, la Dilemma ostenta una base morbida (c’è una percentuale di avena) e un profilo esplosivo, con toni di frutta tropicale e leggermente agrumati (luppoli Ekuanot, Mosaic e Citra). L’amaro invece è piuttosto contenuto.
Continuano le uscite firmate birrificio Altotevere (sito web), che ultimamente si sta concentrando molto sulla sua linea Studio (quella con le lattine nere). La novità si chiama Hang Up (4,3%) ed è una Best Bitter che vuole proporsi come tributo alle tradizionali Real Ale britanniche spillate a pompa. Anche in questo caso c’è una certa attenzione nel seguire attentamente lo stile di partenza, grazie all’impiego di soli malti e luppoli provenienti dal Regno Unito. Per il resto aspettiamoci una birra facile da bere, bilanciata e con un buon equilibrio aromatico nella resa dei vari ingredienti. Insomma, che amiate le basse fermentazioni di stampo tedesco o gli stili tipici inglesi, mi pare che la strada intrapresa dalla birra artigianale italiana sia molto diversa dal passato. Magari torneremo sul tema nei prossimi giorni…
E concludiamo con un’altra one shot, annunciata una decina di giorni fa dal birrificio The Wall della provincia di Varese. La birra si chiama The Can (3,4%) ed è definita una Micro IPA per il suo tenore alcolico davvero molto contenuto. Il nome non è scelto a caso, perché The Can segna per l’azienda il passaggio alla lattina (formato da 33 cl) sulla falsariga di quanto hanno fatto e stanno facendo molti produttori italiani. Nonostante sia molto leggera, la Micro IPA di The Wall si contraddistingue per un profilo aromatico energico in cui si ritrovano note di ananas, ciliegia e frutta candita, oltre a sfumature erbacee e speziate. La ricetta prevede l’impiego di avena maltata e di luppolo Idaho Gem, una varietà relativamente recente.