Ieri in quasi tutta Italia hanno riaperto i locali, che nei giorni precedenti si sono preparati al grande evento tornando a effettuare ordini massicci presso distributori e birrifici. Questo significa che la settimana si è aperta con gli impianti di spillatura tirati a lucido e pronti a riversare ettolitri di birra in pinte e boccali. Non mancano novità assolute, quindi è più che mai opportuno tornare a scoprire le ultime creazioni dei produttori italiani. Partiamo da Roma, dove Jungle Juice (sito web) ha deciso di celebrare questo nuovo (e speriamo definitivo) inizio con la King Size (7,5%), una Chocolate Milk Stout in versione “doppia”. Siamo quindi al cospetto di una Stout più muscolare del normale, in cui il malto d’orzo è integrato con avena e lattosio, che contribuiscono a modellare un corpo massiccio. Il riferimento al cioccolato è invece nella lunga maturazione a freddo con grue di cacao venezuelano, capace di caratterizzare la bevuta rendendola ulteriormente intensa e confortevole. Una birra perfetta da sorseggiare prima di andare a nanna.
Cambiamo totalmente genere introducendo la Gavage (4,3%), attesa sesta creazione del marchio Boia Brewing. In questo caso siamo al cospetto di una Session IPA decisamente luppolata, grazie a un doppio dry hopping con luppoli Citra e Falconer’s Flight. Della parte fermentativa è invece responsabile il lievito Verdant, che risulta assolutamente funzionale per esaltare le peculiarità della Gavage. Il risultato è infatti una birra leggera e facilissima da bere, ma che soddisfa il palato grazie a un profilo aromatico deciso nel quale emergono note agrumate (arancia, pompelmo, limone) che si accompagnano a sfumature floreali e di frutta tropicale. Come tutte le birre di Boia Brewing anche questa è confezionata in lattine da 44 cl, formato perfetto per una tipologia che richiede di essere bevuta a secchiate.
Molto particolare è invece la nuova Idioteque (6,1%) dell’umbro Birra dell’Eremo (sito web). La birra appartiene alla linea sperimentale Blind ed è definita Oat Cream DDH IPA. L’espressione non deve spaventare, perché possiamo ricondurla alla più familiare (sebbene poco diffusa in Italia) Milkshake IPA. È dunque una moderna IPA che sfrutta il contributo dolce e morbido del lattosio e dell’avena (maltata), ma che poi vira su un energico amaro grazie all’impiego di generose quantità di luppolo, che forniscono in aggiunta aromi fruttati grazie al double dry hopping. Il risultato è una birra che gioca istericamente intorno al contrasto dolce-amaro e accompagnando le sensazioni gustative con note di vaniglia, frutta tropicale (mango, cocco) e frutta a nocciolo (albicocca, pesca).
Dopo un po’ di tempo torniamo a parlare di collaborazioni tra birrifici per raccontare la Not a Paper Tiger (8,4%), nata dall’incontro tra il piemontese Trunasse e il lombardo The Brave. Lo stile di ispirazione è quello delle Double IPA, riproposto in maniera fedele grazie al generoso impiego di luppoli Amarillo, Citra e Mosaic (quest’ultimo in forma Cryo). È una birra potente ma che nasconde bene il suo tenore alcolico e accompagna la bevuta con suadenti toni agrumati, tropicali e di cereale. Come spesso accade in casi del genere, la partnership tra le due aziende è nata per caso: Paolo, il birraio del Trunasse, ha conosciuto per caso Monica, birraia di The Brave, presente come semplice cliente presso il birrificio piemontese durante uno degli eventi organizzati dall’Associazione Birraria Cuneese (ABC). Da quell’incontro è nato un bel percorso professionale scaturito in quella che sarebbe dovuta essere una semplice one shot, ma che molto probabilmente sarà replicata in futuro.
E concludiamo con un’altra luppolata, ma molto particolare, proveniente dal birrificio trentino Leder (sito web). Si chiama Gavardina (4,5%) ed è una Sour IPA prodotta con sour kettle, tecnica che prevede l’acidificazione controllata del mosto tramite aggiunta di lattobacilli. L’acidità di tipo lattico dona sensazioni rinfrescanti e accompagna in maniera intrigante gli aromi tropicali e agrumati provenienti dall’impiego di luppoli Citra, Belma e Strata. La gradazione alcolica piuttosto contenuta la rende una birra dissetante e molto scorrevole, che immaginiamo particolarmente adatta alle calde giornate ormai all’orizzonte. Finalmente possiamo immaginare di berla seduti in qualche biergarten all’aperto, ammirando il magnifico contesto naturalistico del Trentino.