Come sappiamo il settore internazionale della birra artigianale è profondamente influenzato dalle mode del momento. Talvolta però alcune tendenze che appaiono inedite non sono altro che la reinterpretazione in chiave moderna di consuetudini antiche. Il caso più emblematico è rappresentato dalle birre affinate in legno, che recuperano la vecchia usanza – neanche così troppo remota – di ricorrere alle botti come contenitori per il trasporto e lo stoccaggio, prima dell’avvento di materiali diversi (acciaio, plastica, alluminio). L’attuale interesse per le birre barricate ha dunque radici profonde, ma ciò non toglie che produzioni del genere al momento godano di ottima popolarità: ne è una prova l’esistenza di linee parallele dedicate nella gamma di molti produttori. Ed è proprio con due nuove progetti di affinamenti in legno che apriamo il pezzo di oggi dedicato alle novità dei birrifici italiani.
La prima linea di maturazioni in botte è quella del varesotto The Wall (sito web), battezzata Wood Aged e composta al momento di tre birre. La prima si chiama Cargo (9%) ed è un’Italian Grape Ale realizzata su una base Scotch Ale con l’aggiunta di succo d’uva di Nero d’Avola, affinata successivamente per 12 mesi in botti ex Pinot Nero ed ex Malvasia. La seconda è The Old Porter (6,2%), una Robust Porter con note caramellate e torrefatte e sfumature speziate e di frutta rossa provenienti dal lungo affinamento in legno. La terza infine è il Barley Wine battezzato Il Barone (9,5%), di per sé non una birra nuova, ma riesumata dopo sei anni per essere declinata in tre versioni diverse: Barone Grappa Traminer (in botti di grappa Traminer), Barone Grappa Moscato (in botti di grappa Moscato) e Barone Blend (un mix delle precedenti due selezionato da Kuaska).
La seconda linea di maturazioni in legno è invece quella di Lucky Brews (sito web), birrificio che continua a bruciare le tappe di una crescita sempre più impetuosa. In questo caso è interessante l’idea di proporre per ogni creazione sia la versione base, sia quella barricata, come nel caso della Ernesta Luigia (10,3%). L’incarnazione “standard” è una Russian Imperial Stout complessa e con note di caffè, caramello, cacao e tostato; la sua gemella passata in legno è ovviamente la Ernesta Luigia BBA (13,3%), che rispetto alla base soggiorna sei mesi in botti usate precedentemente per bourbon Havenhill. Alle sfumature della sorella maggiore si aggiungono aromi di vaniglia e del distillato, mentre al palato si avverte una potenza persino superiore, senza che tuttavia vengano intaccati l’equilibrio generale e la facilità di bevuta. Nella linea di affinamenti in legno si segnala poi la versione Barrel Aged della Winternest (7,5%), la Scotch Ale della casa “modificata” da un passaggio di 4 mesi in ex botti di whisky Linkwood.
Chiusa la parentesi delle birre barricate, passiamo alle altre novità italiane. Il birrificio Mister B (sito web) – uno dei primi in Italia ad aver puntato sulle lattine in tempi non sospetti – ha recentemente annunciato due nuove creazioni disponibili in questi giorni. La prima si chiama Beegnè (10%) ed è una Imperial Stout in versione “Pastry”, dunque aromatizzata con l’aggiunta di ingredienti tipici da pasticceria: la ricetta prevede l’impiego di baccelli di vaniglia, noci pecan, lattosio e cacao. Il risultato è una birra compatta, cremosa, dolce e profonda, che “puoi versare in un bicchiere ma anche servire in una coppetta guarnita con panna, glassa e zuccherini”. La seconda novità è la one shot BOH 11 (11%), definita Quadruple Neipa per sottolineare l’elevato contenuto alcolico ben al di sopra delle IPA della East Coast. Rientra nelle birre italiane prodotte con luppolo fresco che abbiamo presentato nell’articolo di ieri.
Si ispira invece alle IPA dell’altra costa degli Stati Uniti l’ultima new entry del birrificio Rebel’s (sito web) di Roma. La Gold Teeth (6,5%) è infatti una West Coast IPA molto elegante e morbida, ma che non disdegna una decisa impronta aromatica. Protagonista è ovviamente il luppolo, utilizzato nelle varietà Loral, Mosaic e Sabro (anche in dry hopping) e nella forma denominata Incognito: un estratto di luppolo con altissime concentrazioni aromatiche e privo di materia vegetativa. È evidente come l’industria associata a questo ingrediente stia cercando sempre nuove strade tecnologiche per esaltare al massimo il contributo del luppolo e annullare qualsiasi “rumore” che influisca sulla sua resa finale.
E visto che ormai siamo entrati in quel periodo dell’anno, concludiamo con una classica Kerstbier annunciata recentemente dal Birrificio Sabino (sito web). Le Jour de Nöel (11,7%) è una birra importante, profonda e complessa, in altre parole l’omaggio che il produttore laziale ha voluto rivolgere al Natale. Interessante la scelta di non ricorrere a spezie o altri ingredienti di stagione, lasciando che lo spirito natalizio si esprima solo attraverso la valorizzazione delle materie prime di base (c’è solo l’aggiunta di zucchero, come nella migliore tradizione brassicola belga). Il metabolismo del lievito domina le sensazioni olfattive, con un carattere speziato e di frutta matura; al palato è invece imperante, ma facile da bere grazie a un’elevata attenuazione e a un amaro molto persistente.