Ha senso parlare di nuove birre italiane in un momento in cui i pub sono chiusi ovunque e il comparto è praticamente fermo? La risposta è sì e per almeno due buone ragioni. La prima è che possiamo continuare a bere birra in bottiglia, acquistandola tramite le piattaforme di e-commerce come qualsiasi altro bene di consumo (non vi suggerisco di andare al supermercato per ovvie ragioni). La seconda è che bisogna pur dare un senso di normalità a questo periodo a dir poco surreale, anche se non sarà possibile assaggiare alcune delle birre che presentiamo oggi. Apriamo dunque le danze con l’importante collaborazione tra Birrificio Rurale (sito web) e Ritual Lab (sito web), dal cui incontro è nata la Ritu//Ale (8,4%). Si tratta di una Double Ipa con double dry hopping, la cui ricetta prevede il ricorso a luppoli Simcoe, Mosaic, Amarillo e Idaho 7.
Sin dalla sua apertura (ormai diversi anni fa) il birrificio veneto Birrone (sito web) si è fatto apprezzare dagli appassionati di tutta Italia per le sue ottime basse fermentazioni, perciò accogliamo con grande interesse la sua nuovissima I Pils (7,8%). Il nome – per la verità non originalissimo – è la contrazione di Imperial Pils, cioè la versione più “impegnativa” del classico stile di origine ceca, che per la verità negli ultimi anni è caduta un po’ in disgrazia. L’idea del birraio Simone Dal Cortivo è quindi di infondere nuova linfa alla tipologia adattandola ai tempi che corrono. Anche in questo caso dunque è previsto un double dry hopping e la varietà di luppolo utilizzata è il Citra. Il risultato è una Imperial Pils di carattere ma non pesante, con sfumature aromatiche fresche e “moderne”. L’ho provata a Rimini quando la vita scorreva ancora normale e mi ha fatto un’ottima impressione.
A proposito di Rimini, è proprio nel corso di Beer&Food Attraction che l’abruzzese Almond ’22 (sito web) ha presentato una delle novità più attese: una gamma di sperimentazioni molto personali battezzata Just For Fun. Al momento questa linea speciale consta di tre creazioni, tutte molto diverse tra loro. La Sichuan IPA (6%) è un’India Pale Ale in cui le fresche note agrumate ed erbacee del luppolo si sposano con quelle particolarissime del pepe di Sichuan (che ricordo non essere propriamente un pepe); l’Imperial Warrior (8,4%) è un’Imperial Stout di stampo “breakfast”, brassata con l’aggiunta di pepe nero, scorze di agrumi e una generosa quantità di cioccolato dei monaci trappisti laziali; la Twisted Cherries (4,8%), infine, è una simil Berliner Weisse aromatizzata con l’impiego di amarene. Le birre sono regolarmente disponibili in bottiglia, quindi se cercate qualcosa di nuovo per il vostro ordine online potrebbero rappresentare una valida opzione.
Dall’Abruzzo ci spostiamo in Sicilia, dove il Birrificio Epica (sito web) ha recentemente lanciato la sua Apollo (8%). Si tratta di una Double IPA nata dalla ricetta (appositamente rivista) della birra che l’azienda produsse in occasione del suo primo anniversario. Il nome è un omaggio al motto “nulla di troppo” che secondo la leggenda compare nel tempo di Apollo a Delfi. Lo stesso motto è stato un faro nella creazione di questa novità, che si ispira a uno degli stili più muscolari in assoluto. Diverse Double IPA, infatti, a causa di questa caratteristica finiscono spesso per risultare sgraziate e difficili da bere; qui invece si è cercato di mantenere ogni componente nei limiti della piacevolezza di bevuta, pur senza rinunciare a un carattere deciso. Devo ammettere che l’obiettivo è stato ampiamente raggiunto, con una struttura generale che esalta il bouquet fruttato e agrumato dei luppoli americani e neozelandesi e che risulta valorizzata dall’ottima secchezza finale.
Recentemente il birrificio marchigiano Renton (sito web) ha presentato due birre inedite. La prima si chiama Bonny (5,6%) e si ispira alle New England IPA. Il grist prevede non solo malto d’orzo, ma anche avena e frumento (la prima per dare morbidezza, il secondo presumibilmente per aumentare l’opalescenza), mentre i luppoli impiegati sono Citra, Mosaic e lo sperimentale HBC 522. Quest’ultima varietà è protagonista della seconda new entry, una Rye IPA prodotta in collaborazione con il birrificio spagnolo Flying Inn. Si chiama Si arriva ai 10 (6%) ed è un’American IPA dal gusto rustico, speziato e terroso conferito dall’aggiunta di segale alla base fermentescibile. Oltre all’HBC 522 la ricetta prevede il ricorso a luppoli Columbus e Chinook. Molto simpatiche le grafiche che ricordano i videogame a 8 bit.
Due sono infine anche le novità provenienti dal microbirrificio Casa Veccia di Ivan Borsato (sito web). La prima si chiama Punk ed è una classica Berliner Weisse, fresca, facile da bere e con l’immancabile morbida acidità dello stile. Presso la bottega del birrificio viene servita anche “macchiata” con lampone, pesca o mango, un po’ come avveniva nei tradizionali caffè di Berlino. La seconda novità si chiama invece Nacho ed è l’ultima new entry nella linea che Casa Veccia ha pensato espressamente per i pub. In questo caso siamo al cospetto di un’interpretazione moderna di una Mexican Ale, realizzata con l’impiego di Pitaya (o Dragon Fruit), frutto di un cactus tipico del Centro America. Come per tutte le birre di Ivan Borsato, anche in questo caso è possibile apprezzare le divertenti illustrazioni che accompagnano le due novità.