Come forse ricorderete l’ultima panoramica sulle nuove birre italiane si è concentrata esclusivamente su collaborazioni e partnership. Per bilanciare la situazione oggi ci occuperemo invece di sole novità “normali”, se così possiamo definirle. E partiamo dal birrificio Hammer, che nonostante i recenti avvicendamenti in sala cottura continua a sfornare creazione inedite con una certa costanza. L’ultima new entry si chiama Berliner Weisse (4%) e rientra nella gamma sperimentale – in realtà è una sorta di anticamera prima dell’eventuale introduzione in produzione continua – denominata Workpiece. Nonostante il nome, il legame con l’antico stile acidulo tedesco è piuttosto labile: non solo la presenza di mango e frutto della passione l’avvicina più a una Catharina Sour (cioè l’evoluzione “fruttata” della tipologia), ma inoltre il grist non presenta la benché minima traccia di frumento. Insomma siamo al cospetto di una libera interpretazione del modello di riferimento dichiarato. Probabilmente qualcuno di voi l’avrà assaggiata in anteprima all’evento per il quarto anniversario di Hammer, tenutosi sabato scorso.
È una novità nella novità la nuova Tripel della Badessa (9%) del birrificio Porta Bruciata, perché rappresenta per il produttore lombardo il primo tentativo assoluto di confrontarsi con gli stili del Belgio. Come il nome suggerisce, è stato scelto quello delle classiche birre chiare e forti di stampo trappista, diventato famoso con la Westmalle Tripel ma di fatto introdotto con la Witkap Pater nel 1932. A ergersi protagonista è chiaramente il lievito con il suo ventaglio aromatico proveniente dagli esteri e dai fenoli, ma anche il luppolo gioca un ruolo di primo piano: sono state scelte le varietà europee Hersbrucker e Hallertau Ariana. Il risultato è una birra dal carattere complesso, con note di frutti di bosco, pera e pesca ben definite sia a livello olfattivo che retrolfattivo. La bevibilità è garantita da un’evidente secchezza e da una generale eleganza. Possiamo considerarla una Tripel moderna, con cui Porta Bruciata va ad arricchire e differenziare la sua gamma.
Rimangono invece fedeli alla cultura brassicola angloamericana i ragazzi di P3 Brewing, birrificio sardo sempre abbastanza sottovalutato. La Iarda (5,3%) si ispira allo stile delle Extra Special Bitter, riproponendolo con una ricetta decisamente fedele all’originale. Non a caso i malti utilizzati sono Pale e Crystal, mentre i luppoli non prescindono dall’accoppiata inglese East Kent Golding e Sussex. Come da copione la sfumature aromatiche si attestano sulla nocciola, sul biscotto e sul caramello, con una piacevole interazione del luppolo che si esprime con toni floreali e agrumati. P3 Brewing la considera una perfetta birra da pub, valida per ogni occasione. Il nome si riferisce allo yard (o yard glass), tradizionale bicchiere dalla forma drammaticamente allungata che per l’appunto misura all’incirca una iarda: una metafora della facilità con cui si beve l’ultima creazione del birrificio sardo.
Sarà ufficialmente presentata sabato 8 giugno nell’ambito dell’inaugurazione del nuovo brewpub la Hibiscus (4,5%) del birrificio The Wall. Come il nome suggerisce, si tratta di una birra aromatizzata con fiori di ibisco, che a differenza di ciò che si potrebbe pensare non rappresentano una novità assoluta nel panorama brassicolo italiano. La base è quella di una Pale Ale, che però assume un’intrigante colore rosato proprio per l’impiego dell’ingrediente speciale. Oltre alla caratterizzazione cromatica, il fiore d’ibisco regala freschezza e note floreali e speziate che si aggiungono a quelle fruttate provenienti dai luppoli. È chiaramente una birra pensata per i mesi caldi e se non potete aspettare i primi di giugno per assaggiarla, sappiate che sarà disponibile già da domani presso il locale di The Wall a Milano, in zona Isola.
E concludiamo con una bomba di luppolo, cioè la Double Trouble (6%) annunciata recentemente dal Birrificio della Granda (sito web) di Lagnasco (CN). È una DDH IPA, cioè una IPA di stampo moderno generosamente luppolata con un doppio dry hopping. Chiaramente è a dir poco esplosiva sia al naso che in bocca, con gli immancabili aromi fruttati che si uniscono alle interazioni della rifermentazione in bottiglia e in fuasto. Aggressiva e dal carattere deciso, si rivela però anche molto facile da bere e quindi adatta alla bella stagione in arrivo (si spera!). Se volete assaggiarla sarà presentata in anteprima sabato 25 maggio presso alcuni locali selezionati; se invece volete saperne di più vi rimando al sito del Birrificio della Granda.