Il birrificio sardo Barley è comparso diverse volte nelle nostre consuete panoramiche sulle nuove birre italiane, ma quasi esclusivamente per il lancio delle sue Italian Grape Ale. In effetti è dal 2012, con la creazione della Duenna, che il birraio Nicola Perra non amplia la sua valida gamma base. Una “pausa” che è stata interrotta giusto qualche giorno fa, quando è stata lanciata l’inedita Asfodelo (5,5%): il nome è quello di una pianta selvatica da cui si ricava un miele molto diffuso in Sardegna, utilizzato nella ricetta. Di colore biondo chiaro, presenta aromi di miele, fiori gialli, mela renetta, scorza d’arancia candita, pere Williams e una sfumatura di mandorla dolce. In bocca è fresca ed elegante, nonché piacevolmente secca. La Asfodelo va dunque a rimpolpare la linea standard di Barley, che talvolta viene colpevolmente dimenticata a favore delle sue ottime birre con mosto d’uva ma che merita sempre grande attenzione.
Dalla Sardegna ci spostiamo in Umbria, dove il birrificio Altotevere ha annunciato una novità assoluta con un tempismo eccezionale. Domenica pomeriggio, infatti, Luca Tassinati è stato eletto Birraio emergente del 2018 e quindi siamo certi che questa creazione attirerà la curiosità di tutti gli appassionati. La Breakfast Stout (8%) è una one shot – quindi frutto di una ricetta che difficilmente rivedremo in futuro – che rientra nella tipologia delle “birre da colazione”: una scura di stampo anglo-americano con l’aggiunta di caffè 100% arabica, vaniglia bourbon in baccelli e fave di cacao. Una delle peculiarità di questa Breakfast Stout è il suo corpo morbido e vellutato, ottenuto grazie all’impiego di lattosio e di una percentuale di avena a integrare il classico malto d’orzo.
Dal birrificio Soralama’ di Vaie (TO) arriva invece la Ghost (6%), una India Pale Lager fermentata a temperature più alte rispetto a quelle utilizzate normalmente per i lieviti a bassa fermentazione. Il luppolo utilizzato è esclusivamente (o comunque prevalentemente) il Citra, che innesta toni tropicali su una base di crosta di pane. In bocca è ovviamente amara, ma anche delicatamente dolce in ingresso e secca e garbata in chiusura. La birra è stata brassata per finanziare il progetto Ghost Book, un libro seriale a tiratura limitata dedicato alla fotografia d’autore. La pubblicazione è stata ideata da Giorgio Racca e tra i suoi collaboratori compaiono nomi importanti del mondo della fotografia e dell’arte. È per questo che anche la Ghost sarà prodotta ogni anno in pochi esemplari e si avvarrà di un’etichetta d’autore: per questa sua prima versione è stato ingaggiato l’artista e grafico francese che si firma Lorenzo Eroticolor.
Visto che in apertura abbiamo accennato alle Italian Grape Ale, concludiamo con due birre rientranti in questo quasi-stile di ispirazione italiana. La prima si chiama Boccale Divino (5,5%) ed è prodotta con mosto d’uva di Sangiovese della cantina Usiglian del Vescovo e orzo e luppoli coltivati esclusivamente in Toscana. Lo stile di partenza è quello delle Golden Ale e si contraddistingue per note di pesca gialla, miele di acacia, agrumi freschi e mandorla, mentre al palato è delicatamente acidula, fresca e ripulente. La Boccale Divino uscirà a marchio Usiglian del Vescovo, tuttavia è stata realizzata in collaborazione con Opificio Birrario di Crespina (PI), produttore attivo dal 2013.
Arriva infine dal birrificio Mezzopasso la prima Italian Grape Ale 100% Bio, prodotta seguendo la ricetta della Crevette Blanche (una classica Witbier) modificata però con l’aggiunta di un 25% di mosto d’uva Malvasia d’Abruzzo della Cantina Orsogna 1964. Il risultato è la BIGA (6,8%), acronimo ovviamente di Bio Italian Grape Ale, in cui tutti gli ingredienti sono biologici: non solo il malto d’orzo e il luppolo Saaz, ma anche il frumento (maltato e in fiocchi), il coriandolo, la scorza di limone, i fiori di camomilla e – inutile specificarlo – le uve Malvasia d’Abruzzo. Come riporta Il Sole 24 Ore, a livello aromatico è molto complessa, poiché il tradizionale bouquet delle Blanche si arricchisce dei tipici profumi di muschio e albicocca provenienti dal mosto di vino. Il finale secco facilita la bevuta e rende la birra particolarmente dissetante.