Negli ultimi anni la birra artigianale italiana è migliorata sotto diversi punti di vista, non ultimo quello relativo all’identità visiva dei birrifici e del packaging. Le possibilità offerte dalle lattine hanno esaltato questo aspetto e oggi diversi produttori in Italia sono all’avanguardia nel campo del design. Tra loro va inserito Crak, che tra l’altro è stato recentemente menzionato nell’articolo di Medium dedicato alle migliori etichette del 2018: a essere citata è stata la Sauna Pils, realizzata in collaborazione con il birrificio norvegese Sleeping Village. Ora quel fortunato sodalizio si rinnova con la nuovissima Midnight BBQ (7,5%), una New England IPA dalla cremosità ancora più evidente grazie all’aggiunta di un 25% di farro. Nonostante il nome, non ci sono note affumicate: si riferisce piuttosto a un barbecue di mezzanotte realmente avvenuto tra i fiordi norvegesi, durante il quale è nata l’idea per questa ricetta.
Le novità di Crak non si fermano qui, perché è freschissimo il rilascio della Take Me Home (11%), un’Imperial Stout che già nel nome si propone come l’ultima birra da bere prima di tornare a casa. Esiste in due versioni: Cocoa, con aggiunta di fave di cacao tostato, e Hazelnut, brassata con l’impiego di nocciole tostate. Entrambe condividono una grande intensità aromatica e un corpo pieno e denso, con mouthfeel morbida e suadente. Sarà disponibile a partire da metà gennaio in tiratura limitatissima e solo nel formato bottiglia da 37,5 cl.
Il birrificio Croce di Malto torna a popolare le nostre consuete panoramiche sulle nuove birre italiane con la sua Acrux (8,2%), una collaboration brew realizzata insieme al laziale Eastside. La ricetta è pensata per fondere le anime dei due birrifici: è infatti una sorta di crossover tra lo stile belga delle Tripel e quello delle American IPA. I luppoli scelti appartengono a varietà dall’aroma incisivo (Ekuanot, Simcoe e Denali), mentre la base maltata è abbastanza “carica”, tanto che la Acrux appare di colore ambrato (e non dorata come una classica Tripel). Ovviamente grande attenzione è stata risposta sul lievito (di tipo belga), in modo che il suo contributo aromatico risultasse pulito e adatto a valorizzare le note di resina e frutta tropicale provenienti dal luppolo.
C’è sempre lo zampino di Eastside nella nuova Belgian Saison prodotta espressamente per Umami. Sin dalla sua apertura avvenuta lo scorso anno, il ristorante giapponese con sede a Roma ha chiesto ad alcuni birrifici amici di creare delle birre facilmente abbinabili ai gusti culinari dell’Oriente. In questo caso l’ingrediente speciale è rappresentato da pere nashi, originarie del continente asiatico e aggiunte durante il processo produttivo. Queste pere ricordano curiosamente le mele, sia nell’aspetto tondeggiante, sia nella consistenza (è assente invece la tipica acidità di quest’ultime). Tra le loro proprietà c’è anche la capacità di difendere il fegato, aspetto che per noi bevitori non è mai da sottovalutare 🙂 . La birra è stata presentata venerdì scorso in diversi locali romani, ma ovviamente la troverete fissa da Umami. A proposito di belle etichette, è da sottolineare l’ottimo lavoro grafico della linea in questione.
A proposito di birre dedicate a locali romani, non possiamo non citare la Until 9 PM (8%), una Double IPA che il quotatissimo birrificio Mukkeller ha recentemente prodotto per il pub Luppolo 12. Il nome è un riferimento polemico al coprifuoco imposto dall’amministrazione capitolina al quartiere di San Lorenzo, come inconcepibile risposta agli eventi – anzi, al singolo evento – di cronaca nera accaduto sul finire dello scorso ottobre. La ricetta prevede un uso massiccio di luppoli americani (Chinook, Amarillo, Simcoe e Citra), ma soprattutto il ricorso inusuale a lievito Kölsch, utilizzato in questo caso per uno stile completamente diverso: il risultato è una IPA muscolare ma anche fresca e secca, con un profilo aromatico molto interessante. La birra sarà presentata venerdì 11 gennaio presso Luppolo 12 e, dalle 21,00 in poi, anche da Luppolo Station.
E concludiamo la carrellata di oggi con Birra Carrù, azienda guidata da Lelio Bottero, storico esponente del movimento artigianale italiano. Con la sua ultima produzione Lelio è riuscito a coronare il suo sogno: creare una birra realizzata completamente con ingredienti piemontesi. L’orzo è infatti l’Extase coltivato in provincia di Alessandria dall’Azienda Agricola Parmigiani, che dopo il raccolto è stato maltato dalla piccola Malteria Monferrato di Villafranca d’Asti. Il luppolo proviene invece dai territori carrucesi grazie a una fattiva collaborazione con gli agricoltori locali. La birra non ha ancora un nome, poiché sarà deciso tramite un “concorso” popolare in prossimità della sua uscita sul mercato, che dovrebbe avvenire a breve.
In foto con me Antonello Musso dall’ az agricola Frè nel suo splendido “campo” di Luppolo a Carrù