Nel vivace panorama brassicolo italiano, la costante pubblicazione di nuove birre restituisce una visione parziale, ma comunque confortante, dello stato di salute del settore: c’è fermento creativo, voglia di sperimentare e una crescente attenzione alla coerenza stilistica e tecnica. Ogni novità è il frutto di un equilibrio tra intuizione, esperienza e capacità produttiva, ma anche di risposte più o meno consapevoli a ciò che accade dentro e fuori dal bicchiere. Proseguendo nella nostra consueta rassegna settimanale, ecco alcune delle uscite più recenti dei birrifici italiani.
Birrone
Negli ultimi anni il birrificio veneto Birrone (sito web) si è concentrato molto, sia a livello produttivo che comunicativo, sul concetto di birra 100% italiana. Alla base c’è evidentemente l’idea di intercettare un certo interesse da parte dei consumatori, ma anche la volontà di portare avanti un progetto ambizioso e interessante, che con la nuovissima T.ITA (4,8%) compie un ulteriore passo avanti. Questa Lager è infatti realizzata non solo con orzo e luppolo coltivato direttamente da Birrone, ma utilizzando una genetica tutta italiana: la F1, messa a punto recentemente da Italian Hops Company. Il concetto di “italianità” dunque assume un significato ancora più ampio e il risultato è una bassa fermentazione dal profilo erbaceo e leggermente fruttato, molto facile da bere.
Birra dell’Eremo
Tra le tante birre inedite del 2025 se ne segnalano alcune dedicate al Giubileo. Nel gruppo dei birrifici che hanno celebrato la ricorrenza non poteva non comparire Birra dell’Eremo (sito web), poiché situato a due passi da Assisi, una delle città più importanti per la dottrina cattolica. La Giubilo (5,8%) è una Belgian Pale Ale dal carattere moderno e deciso – sebbene la dicitura più corretta sia Hoppy Blond Ale o Hoppy Belgian Ale – dominato dal contributo del luppolo, ancorché di provenienza continentale (Brewers Gold, Hallertau Mittelfrüh e Saaz). La base è costituita esclusivamente da malto Pils, mentre la fermentazione è portata avanti da un ceppo belga che partecipa alla definizione degli aromi con un sottile contributo fenolico e con le sue tipiche esterificazioni. A concludere il tutto c’è la componente erbacea e leggermente agrumata dei luppoli.
Eastside
Tra i produttori italiani che quest’anno festeggiano il decimo anniversario va sicuramente menzionato il laziale Eastside (sito web), che peraltro è disponibile all’interno di una box che il birrificio ha creato per l’occasione. La novità, battezzata Per Aspera Ad Astra (6,3%), è una Vermont IPA – quindi una IPA in stile East Coast americana – che unisce la potenza tropicale dei luppoli con la morbidezza della bevuta, derivante tanto dal mix di cereali ad alto contenuto proteico, quanto dall’apporto del lievito Pomona. La grafica dell’etichetta segue quella delle produzioni “estemporanee” di Eastside, ma presenta una curiosità: è realizzata con una vernice fosforescente che, se esposta brevemente alla luce, diventa visibile al buio.
Opperbacco
A proposito di luppolate di stampo moderno, l’abruzzese Opperbacco (sito web) continua a indagare questa (grande) nicchia produttiva con la settima versione della sua Hazy IPA (6,4%), appartenente alla linea (R)evoluzioni. In questo caso protagonisti della ricetta sono le tipologie Krush e Citra, che sviluppano un intenso mix di aromi tropicali: frutto della passione, mango, ananas e agrumi freschi. La birra in ingresso risulta setosa e avvolgente, mentre il finale è asciutto ed equilibrato. Come sempre l’etichetta è opera dell’artista Raul33.
Bonavena
Dopo le evoluzioni degli ultimi tempi, il birrificio Bonavena (sito web) continua la sua fase di rinnovamento con alcune birre inedite che si affiancano alla rivisitazione di vecchie ricette. Le ultime due creazioni sono state annunciate negli scorsi giorni e rispondono ai nomi di Manos de Piedra e Iron Mike. La Manos de Piedra (6,5%) è una West Coast IPA dal corpo snello (malti Pils e Cara), fermentata con un lievito neutro ma molto impattante in termini di biotrasformazioni. Il doppio dry hopping amplifica il contributo del luppolo, con note agrumate, resinose e tropicali e un amaro deciso sul finale. La Iron Mike (8,5%), invece, è una classica Tripel belga in cui il protagonista è il lievito: il tipico ceppo belga fornisce toni fruttati da esteri (pera, albicocca) e speziati da fenoli (pepe bianco, chiodi di garofano), accompagnati da sfumature floreali e mielate. L’equilibrio tra dolcezza e secchezza, oltre al leggero calore alcolico, rendono la bevuta complessa ma anche agile al punto giusto.
Boia Brewing + Podere La Berta
E chiudiamo con una birra collaborativa, nata dall’incontro tra Boia Brewing (sito web) e Podere La Berta (sito web). I due birrifici hanno dato vita all’ultimo atto della fortunata serie Exsecutio di Boia Brewing, che dopo (se non andiamo errati) nove “episodi” giunge alla sua conclusione. La birra si chiama The Last Exsecutio (5,5%) ed è una Belgian IPA che unisce i caratteri tipici delle birre del Belgio con la generosa luppolatura delle IPA moderne. I luppoli, utilizzati anche in doppio dry hopping, apportano note di ananas e melone, sostenute da leggeri sentori agrumati. La corsa è dritta e secca, con un finale molto persistente in cui tornano le percezioni tropicali e agrumate.