Edimburgo è un piccolo gioiello. Città romantica e dark, colta e spiritosa, è lo splendido biglietto da visita che la Scozia offre ai propri visitatori. I suoi vicoli e i suoi monumenti in stile gotico si sono appropriati delle pendici di una serie di colline, rendendo la città un tutt’uno di edifici e paesaggio. Edimburgo è la metà ideale per gli amanti della storia, della cultura, della musica e ovviamente della birra. Si tratta infatti di una meta in cui le destinazioni birrarie sono tantissime e per tutti i palati. Come forse solo in un altro paio di città del Regno Unito, a Edimburgo convivono, completandosi a vicenda, tradizione e modernità: craft beer e Real Ale, tap room moderne e birrifici storici, locali contemporanei e affascinanti pub del secolo scorso.
La città offre molto da visitare, ma con una buona organizzazione, e un certo grado di flessibilità, è possibile combinare egregiamente storia&cultura e beer&food, poiché l’offerta di locali è amplissima e di qualità medio-alta. Prima di partire, per chi viaggia con la famiglia è bene tenere presente che la maggior parte dei locali che servono alcol nel centro di Edimburgo non accetta bambini. Norma che non vige però nelle altre municipalità della città, come ad esempio Leith.
Gli stili scozzesi e la loro classificazione
Sempre prima di partire, è interessante conoscere la particolarità delle birre scozzesi. Da queste parti la birra si produce da sempre e storicamente si è passati da birre di matrice celtica e druidica, contraddistinte da un ampio utilizzo di erbe ed essenze vegetali, alla diffusione delle Pale Ale. Storicamente intenta a marcare la propria identità rispetto alla Gran Bretagna, e soprattutto rispetto all’Inghilterra, la Scozia ha codificato “uno strappo” da Londra sul fronte della classificazione birraria con Scottish e Scotch Ales, univocamente e inequivocabilmente considerate come autonome rispetto alla griglia stilistica battente bandiera inglese.
Per quanto riguarda le denominazioni stilistiche, nell’Ottocento si instaura la consuetudine di associare alcuni prodotti, tra cui le birre, a designazioni di tipo numerico, corrispondenti al prezzo in scellini da pagare per ogni barilotto (54 galloni) di quel prodotto: 60, 70, 80, 90 e 120 (maggiore la gradazione, maggiore il costo). Sempre nello stesso periodo, si stabilizza anche il ricorso agli appellativi, riferiti invece alla taglia etilica, di Light, Heavy ed Export (a suddividere le Scottish Ales), nonché di Wee Heavy come sinonimo di Scotch Ale – le prime tre diciture coprono il range di spesa dai 60 ai 90 scellini, mentre la quarta è collegata alle birre la cui botticella ne vale 120. Oggi queste denominazioni non hanno alcun valore legale e resistono solo in alcuni birrifici locali che hanno deciso di mantenere viva la relativa tradizione.
Bow Bar
Partendo dal centro storico di Edimburgo, la prima meta di ogni tour birrario che si rispetti non può che essere il Bow Bar (sito web), situato nella pittoresca Victoria Street. Si caratterizza per interni e banconi di legno di mogano e per una clientela, sempre numerosa, che rappresenta un mix fra il turista assetato e il local amante di una buona pinta. L’impianto consta di 8 spine e 8 pompe, mentre non manca un’ampia scelta di birre in bottiglia con prodotti da Belgio, Germania e USA. Il bar è famoso anche per essere uno dei migliori locali della città dove degustare whisky dato che, nel corso degli anni, è stato varie volte vincitore del premio come miglior whisky bar dell’anno.
La società che lo gestisce, la Edinburgh Real Ale Ltd, organizza anche un festival di birre scozzesi in città (che solitamente si tiene verso fine agosto) e gestisce altri due locali: il Cloisters Bar e il The Stockbridge Tap, che hanno un’offerta di birre molto simile ma una posizione meno centrale.
Fedele alla mia attitudine di prediligere prodotti “on cask” quando sono oltremanica, ho assaggiato la Stewart’s 80, una ’80 Shilling del birrificio del Midlothian Stewart Brewing, e la Whiteout, una White IPA di Cromarty Brewing, birrificio delle Higlands.
Cafe Royal e The Abbotsford
Edimburgo pullula di classici e storici pub vittoriani. Il più appariscente da vedere è senza dubbio il Cafe Royal (sito web), a due passi dalla celebre Princess Street e dalla stazione principale di Edimburgo, Waverley Station. Il locale è dominato da un bancone a isola ovale ornato di lampade in ottone e piastrelle in ceramica. Il CAMRA lo ha inserito nella lista pub con interni storici di interesse nazionale. Qui ho assaggiato la Blond, Pale Ale del birrificio di Edimburgo Pilot. Unica pecca il personale, piuttosto sbrigativo e poco attento alle richieste di informazioni sulle birre in mescita.
A poca distanza dal Cafe Royal, ecco The Abbotsford (sito web), altro gioiello della corona fra i pub cittadini. Il nome è un tributo al buen retiro dello scrittore e poeta Sir Walter Scott, situato nella località di Melrose. Eccellente esempio di pub dell’epoca edoardiana (inizi del ‘900), esteticamente si presenta con un classico bancone a isola intagliato in legno di mogano e con un elegante soffitto in stile giacobino. Nel corso degli anni è divenuto famoso per essere il pub di riferimento di numerosi personaggi famosi: dai poeti di Rose Street (MacDiarmid, McLean e Goodsir Smith) fino ad attori come Billy Connolly e Robbie Coltrane e politici come Gordon Brown e Alistair Darling.
Si tratta di uno dei pub migliori di Edimburgo per mangiare (consigliatissimo prenotare) con ottimi piatti della cucina scozzese. In loco le bevute, sempre on cask, hanno riguardato la deliziosa Jarl, Golden Ale di Fyne Ales, e la Heavy Lifting, Wee Heavy (Scotch Ale) del birrificio 71 Brewing di Dundee.
The Hanging Bat
Ai confini del centro storico, sulla trafficata Lothian Road, si trova invece The Hanging Bat (sito web), molto quotato fra i beer lovers e storico bar della scena craft locale. Il locale è molto grande e si divide su tre livelli, con una selezione di birre decisamente ampia di prodotti da tutta Europa. L’impianto è di sicuro impatto, con la bellezza di 17 spine e 5 handpump. A conferma della sua predisposizione verso la comunità di appassionati di birra, The Hanging Bat organizza regolarmente tap takeover dei birrifici più in voga.
Forse sarò stato sfortunato ma ho trovato un’atmosfera molto caotica nel servizio, nonostante la poca affluenza pomeridiana, e le birre assaggiate, la Some Sort of Delicious Biscuit di Sureshot Brewing (Bitter di Manchester) e la Kelphie’s Wrath di Otherworld Brewing (Double IPA del Midlothian), sono risultate piuttosto scariche.
Wee Vault
Se vi piacciono le birre in stile Pastry Stout e Pastry Sour, decisamente più interessante può essere una passeggiata di venti minuti dal centro per raggiungere Wee Vault (sito web), situato non lontano dalla seconda stazione cittadina, Haymarket. Wee Vault è una delle due tap room del rampante birrificio scozzese Vault City Brewing (sito web). L’altra è dislocata a Portobello, appena fuori Edimburgo, ma è destinata a chiudere nel 2025.
Il birrificio è diventato famoso per essersi specializzato in birre sour moderne, equilibrate, con particolare attenzione ai sapori fruttati, e Pastry Stout complesse che ricordano dessert in forma liquida. Pur non essendo un grande fan dei due stili, da buon beer hunter ero molto curioso di assaggiare qualche cosa direttamente dalla fonte. Il locale è piccolo e stretto, presenta un impianto a 26 vie, 24 delle quali dedicate a Vault City Brewing e 2 a birrifici ospiti. I miei assaggi in loco sono stati una squisita Triple Fruited Mango, un vero succo di frutta, e la Mini Mars, molto simile al celebre snack.