Conclusa la Italy Beer Week torniamo a concentrarci sugli aggiornamenti quotidiani di Cronache di Birra – non che in verità si siano mai interrotti – per la nostra consueta panoramica di inizio settimana sulle nuove birre italiane. E partiamo proprio da uno dei 13 birrifici partecipanti al Ballo dei Debuttanti, che ha già pronta un’altra primizia. Parliamo di Liquida (sito web), produttore emiliano che qualche giorno fa ha annunciato la Passenger (6%), rientrante nella categoria delle West Coast IPA. È una birra sicuramente pensata per la primavera, poiché fa della facilità di bevuta la sua cifra stilistica, accompagnandola tuttavia con un carattere deciso. Il ventaglio aromatico si contraddistingue per aromi di pesca e agrumi, derivanti dai luppoli Cascade, Centennial e Amarillo coltivati e pellettizzati in Oregon dalla rinomata azienda Crosby Hops.
Passiamo a un prodotto completamente diverso introducendo la Noble Experiment 2017, lanciata ufficialmente ieri dal birrificio siciliano Yblon. La birra è figlia di un errore dettato dall’inesperienza e risalente al 2017, quanto il birraio Marco Gianino fu nominato tra i cinque finalisti del premio Birraio emergente. L’ansia di prestazione spinse Marco a confezionare una Old Ale (battezzata Noblex) troppo giovane, con un residuo zuccherino eccessivo. Accortosi dell’errore, decise di inoculare del Brettamomyces in 50 litri di quella cotta e poi imbottigliare il risultato dopo 6 mesi, monitorandone l’evoluzione. La birra cominciò a migliorare col tempo, ma servì molta pazienza: solo 3 anni dopo Marco decise che era finalmente pronta. La Noble Experiment 2017 (12%) è ora disponibile in tiratura limitatissima e solo per i privati: sul sito di Yblon sta già andando a ruba dopo pochissime ore dal suo rilascio. Bella l’idea di scrivere a mano direttamente sulle bottiglie e chiuderle in una cassetta di legno.
Torniamo a occuparci di luppolate con l’ultima nata in casa Hop Skin, ottimo birrificio della provincia di Bergamo. Per la sua nuova creazione a cavallo tra le Double IPA e le New England IPA, il produttore lombardo ha organizzato un contest chiedendo di proporre il nome più adatto. Ha vinto Livio Gotti con un messaggio semplice ma efficace:
Big Double con grafica “Big Babol”
Et voila, il grafico di Hop Skin ha tradotto quell’idea in una splendida illustrazione, che ricorda la ragazza che per anni è stata testimonial delle famose chewing gum. Abbinamento tutt’altro che campato per aria, se pensiamo che la Big Double (8,4%) è presumibilmente profumata, morbida al palato e “succosa”.
Continuiamo in questa alternanza tra birre luppolate e fermentazioni miste per raccontare l’ultima novità proveniente dalla cantina brassicola Cask Irpinia. Si chiama Farmhouse Ale (5%) e come si può intuire è una base Saison che ha subito un processo di affinamento in legno. In particolare sono state utilizzate botti di rovere ex Aglianico della cantina Lunarossa di Giffoni (SA), mentre la base fermentescibile prevede una percentuale di grano duro Giulio. Il particolare processo di produzione aggiunge ovviamente note rustiche e funky al classico ventaglio aromatico delle Saison, oltre a una leggera acidità di tipo lattico. Splendida come sempre l’etichetta in puro stile Cask Irpinia.
E concludiamo il viaggio di oggi tornando a concentrarci sui luppoli, protagonisti delle due ultime creazioni del birrificio Porta Bruciata. L’azienda lombarda continua a seguire il filone per cui si è fatta conoscere a livello nazionale in questi anni: le derivazioni moderne di India Pale Ale, brassate con un occhio di riguardo per le tendenze del momento. In particolare le due novità si inseriscono nel filone “1971”, di cui abbiamo già dato conto in passato. La 1971 Take 7 (9%) è una Imperial IPA con un doppio dry hopping di luppoli Chinook, Cascade e Vic Secret; La 1971 Take 8 (7,2%), invece, è una New England IPA single hop, la cui ricetta prevede esclusivamente la varietà Galaxy. Sono entrambe disponibili nel formato da 40 cl, che farà la felicità di chi ama dissetarsi con birre molto bevibili e luppolate.
Big Dabol, se non ricordo male scritto proprio così, era anche il nome di una double ipa collab ECB/Stavio