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Nuovi birrifici: Birra Impavida, Fèlsina, Boia Brewing e Birrificio Molesto

Come abbiamo visto nelle scorse settimane, anche in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo non mancano le aperture di birrifici e beer firm su tutto il territorio nazionale. Nonostante il settore sia cresciuto enormemente negli ultimi anni, molte aziende partono ancora con dimensionamenti e investimenti relativamente contenuti. Ogni tanto, tuttavia, si affaccia sul mercato qualche nuovo progetto in grado di presentarsi da subito con un’impronta di un certo rilievo. È il caso di Birra Impavida, neonato produttore di Arco di Trento (TN): nato dall’idea delle imprenditrici Serena Crosina e Raimonda Dushku, il birrificio è situato sulle sponde del Lago di Garda, in un luogo speciale dedito all’attività sportiva – da qui il nome del birrificio. Il progetto architettonico del polo produttivo si basa sul recupero di un edificio industriale ed è stato curato dallo studio milanese Genuizzi Banal. È presente una tap room con un bancone in legno di 10 metri, mentre al piano superiore sono collocati gli uffici, una sala polifunzionale con vista sulle Alpi e una grande terrazza. Insomma, ogni cosa è stata pensata decisamente in grande.

L’ambizione con cui è partita Birra Impavida si estende anche alla sala cotte, dove a ricoprire il ruolo di responsabile di produzione è stato preso un birraio di sicuro affidamento: parliamo di Matteo Milan, che nel suo curriculum può vantare importanti esperienze presso Brewdog, Birrificio del Ducato, Baladin e Toccalmatto. Attualmente le birre prodotte dall’azienda sono quattro: Pelèr (4,8%) è una Pilsner con un leggero dry hopping, che rientra pienamente nella definizione di Italian Pils; Free Solo (3,5%) è una Session Ale gentile ma decisa, con un profilo aromatico caratterizzato da note tropicali; Chain Breaker (6,1%) è un’American IPA con luppoli statunitensi classici e moderni; Moxie (5,5%) è un’American Pale Ale a metà strada tra le Pale Ale “old school” e la loro rivisitazione d’oltreoceano. Inoltre a breve dovrebbe essere disponibile la Vivienne, una tradizionale Vienna Lager. Come avrete capito Birra Impavida è un produttore da tenere senza dubbio d’occhio, cominciando dal suo sito web.

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A proposito di nomi inediti meritevoli di attenzione, negli scorsi giorni è stato presentato il Birrificio Fèlsina. Se seguite Cronache di Birra con attenzione il nome non dovrebbe suonarvi nuovo almeno per due motivi: il primo, più evidente, è che la sua White IGA ha conquistato la medaglia di bronzo al recente Brussels Beer Challenge nella relativa categoria; il secondo è il legame del marchio con un altro birrificio italiano, cioè Podere La Berta. Il produttore toscano, infatti, è da sempre l’emanazione brassicola dell’azienda vitivinicola Fèlsina, situata sul confine geografico e geologico che divide il Chianti dalle Crete Senesi. Dopo cinque anni l’azienda ha deciso di inaugurare un nuovo marchio, destinato evidentemente a esplorare in maniera precipua l’incontro tra la birra e il vino: non solo Italian Grape Ale, ma anche produzioni affinate nelle botti disponibili in loco. I birrai sono sempre Davide Calfa e Marco Mignola, che dunque porteranno avanti in parallelo questo secondo progetto: Podere La Berta infatti continuerà a operare, concentrandosi presumibilmente su birre “normali”.

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Attualmente il Birrificio Fèlsina produce due birre, entrambe appartenenti alla tipologia delle Italian Grape Ale. La prima, come detto, è la White IGA (6%), realizzata con un 25% di mosto Chardonnay e contraddistinta in parte dalle note di pepe bianco e pesca bianca derivanti dal lievito (da birra), in parte dal profilo floreale (fiori d’acacia e di prugnolo) tipico dell’uva impiegata. La seconda birra è stata battezzata Red IGA (6,2%) ed è prodotta con un 30% di mosto Sangiovese, che contribuisce alla formazione del ventaglio aromatico con il tipico aroma di frutta rossa (amarena, fragolina di bosco) in aggiunta alla sfumature speziate proprie del lievito Saison. Maggiori informazioni sono disponibili sulla pagina Facebook del birrificio.

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A ogni modo l’idea di creare marchi paralleli è sempre più diffusa tra i birrifici italiani. Rientra in questa fattispecie anche Boia Brewing, nuovissima realtà dall’impostazione decisamente autonoma, ma derivata dall’esperienza del Birrificio Balabiòtt di Domodossola (VB). Rispetto a quest’ultimo, il brand Boia Brewing ha un taglio rivolto a un pubblico più giovane e geek: una peculiarità che si percepisce non solo dalla comunicazione e dalla grafica piuttosto spinte – i nomi e le immagini si ispirano alle tecniche di tortura del passato – ma anche dalla scelta di tipologie brassicole in linea con le mode del momento. Nella gamma, composta al momento di tre birre, troviamo infatti la Culla di Giuda (6,2%, American IPA), la Vergine di Norimberga (4,3%, Keller Pils) e la Ghigliottina (7,2%, DDH Kveik IPA). Di conseguenza anche il bicchiere griffato Boia Brewing non ha la forma classica della pinta, quanto piuttosto quella simile a una lattina spesso riscontrabile tra i birrifici americani. Se ne volete sapere di più, potete consultare il sito web del produttore.

Concludiamo la carrellata odierna con il Birrificio Molesto, una realtà che come società si è formata circa un anno fa, ma che lancerà le sue birre solo nelle prossime settimane. Il tempo intercorso dalla fondazione a oggi è servito per la coltivazione in loco dell’orzo, che sarà maltato e utilizzato nelle ricette: il birrificio infatti intende autoprodurre le proprie materie prime, estendo in futuro l’attività anche al luppolo. L’azienda si trova a Cupramontana (AN) ed è il frutto dello spirito d’iniziativa di 12 giovani soci, con età comprese tra i 28 e i 37 anni, che ora cercano nuovi finanziamenti tramite un programma di crowfunding con l’obiettivo primario di acquistare di una linea di inlattinamento. Attualmente le birre prodotte sono due: Tilma (5,1%) è una Pils brassata con luppoli tedeschi, utilizzati anche in dry hopping; Wallin (5,9%) è un’American IPA dominata a livello aromatico dai toni agrumati dei luppoli. Il Birrificio Molesto è situato in una terra dedita al vino, inutile dunque sottolineare che tra i prossimi progetti ci sia la creazione di un’Italian Grape Ale con il Verdicchio locale. Se volete sostenere il progetto o semplicemente saperne di più vi consiglio di collegarvi al relativo sito web.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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