Nella panoramica di oggi sulle nuove birre italiane partiamo dall’ultima nata in casa Etnia. La novità è stata annunciata su Facebook solo da qualche ora e senza troppi dettagli, ma siamo già in grado di darvi informazioni approfondite al riguardo. La Pilz (5%) è definita dallo stesso birrificio una Pils non convenzionale, ma aspettate a storcere il naso temendo ingredienti assurdi e improbabili aromatizzazioni. Le materie prime in realtà sono piuttosto usuali (malto Pils, luppoli cechi), tuttavia rispetto alle classiche Bohemian Pilsner presenta un attacco maggiormente maltato e un corpo meno esile del previsto, ma anche una decisa secchezza finale e un bel taglio amaro. Secondo l’idea del birraio Nicola Grande, è una versione “olandesizzante” dello stile. Senza dubbio il picco di temperatura di questi giorni sarà un ottimo banco di prova per testare le caratteristiche della Pilz.
Risale a inizio luglio, in concomitanza con il primo anniversario di Hoperation Good Beer, la presentazione de La Molesta (6%) del Piccolo Birrificio Clandestino. Seguendo una delle mode del momento, è una Ipa aromatizzata con agrumi: un escamotage che permette di esaltare la parte fruttata di queste birre, solitamente riconducibile solo all’uso dei luppoli (chiaramente nelle loro interpretazioni americane). Per tale scopo La Molesta prevede l’impiego di buccia e succo di pompelmo, candidandosi a perfetta ammazza sete per il resto dell’estate. Il nome si riferisce alla squadra di beach rugby Molesta Quindicina, in onore della quale la birra è stata creata.
L’immancabile collaboration brew di queste carrellate ci porta oggi a scoprire il frutto dell’incontro tra l’italiana Crak Brewey e l’inglese (ma molto italiana) Magic Rock. La Black Infusion (4%) sembra seguire un’altra tendenza attuale, rappresentata da birre che propongono apparenti dissonanze gustative. Qui infatti su una base di malti scuri è stata aggiunta una tisana ai frutti rossi in infusione, il tutto accompagnato dal solito profilo luppolato che nelle birre di Crak (ma anche di Magic Rock) non passa mai in secondo piano (varietà Azacca e Pioneer). Sicuramente da provare per verificare come le varie componenti sono state fuse insieme per ottenere il giusto equilibrio.
Si chiama invece 30 sacchi l’ultima nata in casa Eternal City Brewing. Lo stile di riferimento è quello delle Double Ipa, dunque aspettiamoci una vagonata di luppolo, un tenore alcolico elevato (e infatti misura 7,8%) e, speriamo, una parte maltata consistente ma in grado di non appesantire la bevuta. La birra è stata presentata lo scorso 1 luglio in un “tour alcolico molesto” che ha portato i ragazzi di ECB a toccare 7 diversi locali della Capitale, tutti in una singola serata. E qui capite perché è stato definito molesto dagli stessi organizzatori 🙂 .
Da Roma spostiamoci a Milano, che ultimamente sta mostrando progetti degni di nota, pur con la lentezza (birraria) che la contraddistingue da anni. Tra queste si segnala la beer firm Picobrew, che presentammo lo scorso aprile e che recentemente ha annunciato due nuove birre. Partiamo dalla Schwarznegher (nome totale!), che reinterpreta lo stile delle Schwarz con l’intento di riaccreditare le birre scure nei confronti di chi afferma di non amarle. Da un lato abbiamo dunque note tostate piuttosto evidenti, dall’altro un amaro non indifferente e un buon aroma di luppolo. Il contenuto alcolico è nella media (5,5%). Dai primi riscontri sembra che l’obiettivo sia pienamente raggiunto.
La Road To Vallonia (5,8%) è invece una Saison aromatizzata con spezie, che chiaramente si ispira alle creazioni della parte francofone del Belgio. Come da copione il ventaglio aromatico è dominato da furtta a pasta gialla, crosta di pane e spezie, mentre in bocca è secca e appena acidula sul finale. La Road To Vallonia dovrebbe essere la prima birra di una serie ispirata – come suggerisce l’etichetta – dai viaggi birrari compiuti in bicicletta dal birraio Pietro Tognoni, come quello dalle Fiandre alla Vallonia che ha suggerito questa ricetta.
Proseguiamo con la Vultur 1921 (5,5%), una classica Strong Bitter presentata ufficialmente a inizio giugno dal Birrificio del Vulture, con sede in Basilicata. L’obiettivo della birra è di far sprofondare il bevitore nelle classiche atmosfere da pub inglese, attraverso lo stile che più di ogni altro incarna la cultura brassicola del Regno Unito. L’amaro è abbastanza deciso ma non invadente, bilanciato da una componente maltata che restituisce note di nocciola tostata; il corpo è piuttosto scorrevole e valorizza la bevibilità, rendendo questa Vultur 1921 un ottimo prodotto per la stagione estiva. Il nome, infine, si riferisce alla squadra di calcio del Rionero, la più antica della Basilicata, che quest’anno è tornata nel campionato di Serie D dopo più di vent’anni di assenza.
E a proposito di calcio, segnaliamo che a metà giugno, con un tempismo perfetto rispetto alla vittoria del Leicester in Premier League, il birrificio siciliano Alveria ha lanciato la sua Vardy (4,3%), dedicata ovviamente all’omonimo attaccante-eroe dei Foxes. Come riportato da Gazza Golosa, alla base c’è la grande passione calcistica dei due soci Gabriele Siracusa e Ivan De Gaetano, che li ha spinti a creare questa Pale Ale sottotitolata “Heroic beer for ordinary heroes” (birra eroica per eroi di tutti i giorni). Avrebbero potuta dedicarla a Pellè, ma i risultati sarebbero stati ben diversi…