Dopo anni di riluttanza, negli ultimi tempi il settore della birra sembra aver sposato con convinzione quello della miscelazione. Oggi l’incontro tra i due mondi non appare più così assurdo come in passato, tanto che sul web non si contano gli articoli dedicati ai cocktail a base di birra, che permettono di sbizzarrirsi grazie allo sconfinato patrimonio di stili brassicoli disponibili sul mercato craft. Gli stessi locali dei birrifici spesso propongono in menu miscelati ideati partendo dai rispettivi prodotti e, come raccontato in un articolo del 2017, talvolta arrivano a realizzare birre ispirate a celebri cocktail o long drink. Uno degli sviluppi più inaspettati del fenomeno è la scelta di alcuni birrifici di arrivare addirittura a confezionare i propri beer cocktail: una tendenza che in Italia è ancora in fase embrionale, ma che potrebbe esplodere da un momento all’altro. Cavalcando peraltro la moda di un settore che sembra avere assunto il ruolo posseduto dalla birra artigianale fino a sei o sette anni fa.
Chiaramente tra proporre cocktail alla birra nel proprio locale e imbarcarsi nel confezionamento di beer cocktail esiste un’enorme differenza, prima di tutto in termini di investimenti economici. Ma proprio per questa ragione le scelte di alcuni protagonisti della scena birraria sollevano più di una curiosità per quello spazio di incontro tra i due settori: un interstizio che, se attaccato nel modo giusto, può risultare molto redditizio.
Cocktail Baladin
Quando passiamo in rassegna i birrifici italiani che per primi si sono affacciati su altri mercati, Baladin (sito web) c’è sempre. E non manca anche in questa panoramica, grazie ai cocktail che lanciò a maggio del 2021 incontrando subito l’interesse del pubblico. I Cocktail Baladin uscirono come una linea innovativa ispirata ai grandi classici della miscelazione mondiale, riproposti però con ingredienti riconducibili alla filiera dell’azienda. I prodotti furono sei, di cui tre effettivamente definibili beer cocktail: Beer Hugo (6,3%), realizzato con birra Isaac, fiori di sambuco e menta; Beer Americano (7%), sviluppato con l’impiego di birra Baladin 4.8 e il bitter italiano Nuvolari; Moscow Beer (6,5%), ottenuto dall’incontro di birra Sud e Ginger Beer; Sidro Spritz (5,3%), rivisitazione del cocktail italiano più bevuto al mondo partendo da un sidro di mele nazionali; Beermouth & Tonic (6%), basato sul Beermouth di Baladin miscelato con Tonica al fieno; Gin & Tonic (6,7%), con alcol distillato da birra, gin della Distilleria Quaglia e Tonica Baladin.
I Cocktail Baladin ebbero un successo inaspettato, anche grazie al modo in cui si presentavano: sono infatti confezionati in una lattina in formato “small” (237 ml), ecologica e con apertura 360 end che permette di rimuovere completamente il coperchio. L’aspetto interessante è che nacquero nel periodo della pandemia con l’obiettivo di riutilizzare la birra rimasta in magazzino: forse prima o poi sarebbero arrivati comunque sul mercato, ma quel momento di difficoltà fu sfruttato in senso positivo dal birrificio Baladin. Una cosa che riesce solo ai grandi imprenditori, tra cui rientra di diritto anche Teo Musso.
Birra Flea per Freni e Frizioni
Chi abita a Roma probabilmente avrà sentito parlare di Freni e Frizioni (sito web). Si tratta di un ormai storico cocktail bar che aprì a Trastevere circa diciotto anni fa, diventando presto un punto di riferimento per l’aperitivo in città. Negli anni il locale si è impegnato per migliorare costantemente la sua proposta, fino a entrare in alcune delle più prestigiose classifiche internazionali di settore. È uno dei pochi casi in cui un cocktail bar con un grande successo di pubblico è riuscito a mantenere un ottimo livello qualitativo, come dimostrano inoltre le collaborazioni di questi anni nel mondo della miscelazione – nel 2016 il team ha aperto un bar/ristorante messicano insieme a Jerry Thomas Project, con una lista incredibile di tequila e mezcal.
Cosa c’entra tutto questo con la birra? Nel 2022 Freni e Frizioni ha aperto un secondo locale in zona Prati, battezzato Freni e Frizioni Draft. Come il nome suggerisce l’attenzione è focalizzata sui drink in fusto, con premiscelati disponibili regolarmente alla spina. Questi prodotti, che si rivolgono anche al mercato B2B (locali, discoteche, ecc.), sono messi a punto in collaborazione con Birra Flea (sito web), importante birrificio umbro che non necessita di presentazioni. Quello dei cocktail “ready to drink” è un segmento in espansione che, a fronte di un’inevitabile resistenza culturale, offre vantaggi non secondari anche semplicemente in termini di prezzo al consumatore. È interessante la scelta di Birra Flea di entrare in questa nicchia di mercato, che potrebbe diventare molto redditizia nel prossimo futuro.
Birrificio 17
Solo qualche giorno fa il Birrificio 17 (sito web) di Castello di Godego (TV) ha lanciato i suoi beer cocktail, confezionati in lattina e prodotti partendo dalle proprie birre. La gamma, che prende chiaramente a modello i grandi classici della miscelazione, è composta da 5 diverse etichette: Post Island (3,5%) unisce l’anima rinfrescante del classico Long Island con il corpo solido delle birre Postumia (Helles) e Musa (IPA); Sfinge Mule (3,5%) è una sorta di Moscow Mule “alleggerito” dalla presenza della Sfinge, la Blanche della casa; Musa Tonic (9%) è una variazione sul tema del Gin Tonic realizzata miscelando una IPA (la Musa appunto) con un gin al pompelmo; Capricano (9,5%) è un Americano rivisto con l’aggiunta di una Dunkel Bock (la Capra); C-52 (10%), infine, è il fratello ribelle del B-52, caratterizzato dall’impiego della Corva, la Stout di Birrificio 17.
Quella di Birrificio 17 è una gamma molto varia e interessante, con prodotti piuttosto diversi tra loro anche come gradazione alcolica. I beer cocktail di Birrificio 17 sono stati presentati sabato 9 marzo in occasione delle celebrazioni per il quinto anniversario dell’azienda.