Nell’agosto del 2020, quando eravamo nel pieno della pandemia, fece il suo debutto sul mercato italiano Bombeer, la birra di Bobo Vieri. Il prodotto fu lanciato in pompa magna sfruttando anche l’immagine dell’ex attaccante della nazionale, che non appariva semplicemente come testimonial del prodotto, ma era uno dei soci dell’azienda. Sfruttando operazioni di marketing ben congegnate, Bombeer riuscì rapidamente a ritagliarsi uno spazio sul mercato e ad attirare l’attenzione dell’opinione pubblica. Nonostante non ci fosse molto da raccontare sul prodotto in sé – Bombeer è una Lager di impostazione mainstream, prodotta presso un birrificio di cui non è mai stato rivelato il nome – anche noi l’abbiamo citata in alcuni articoli. Recentemente è tornata a far parlare di sé, ma per motivi economici: come riportato da Affari Italiani, la birra di Bobo Vieri se la starebbe passando piuttosto male, con ricavi dimezzati e utili praticamente azzerati.
Il campanello d’allarme è suonato alla chiusura del bilancio del 2022 di Bombeer srl, che ha registrato un utile di appena 2.000 euro e soprattutto ricavi ridotti della metà rispetto all’anno precedente: se nel 2021 i ricavi della società avevano superato il milione di euro, nell’esercizio successivo si sono fermati poco sopra i 500.000 euro. In altre parole il prodotto si sta rivelando un flop imprenditoriale per Bobo Vieri, nonostante una partenza più che confortante. A distanza di soli tre anni dal suo inizio, l’avventura di Bombeer sembra già arrivata al capolinea. O forse no.
In realtà , nonostante sia sul mercato da tempo relativamente breve, la birra di Bobo Vieri ha avuto un percorso giù piuttosto tortuoso. Dopo poco più di un anno dalla nascita dell’azienda, infatti, il socio di Bobo Vieri decise di uscire dal progetto per concentrarsi sulla sua società di beverage, El Original. Parliamo di Driss El Faria, di cui abbiamo scritto qualche settimana fa e che nel frattempo ha confermato la sua predisposizione agli affari nel mondo calcistico, firmando accordi con il Napoli e la Juventus per la produzione delle rispettive birre ufficiali. Una trasformazione nell’assetto societario che evidentemente ha complicato la vita alla birra di Bobo Vieri.
Un altro passaggio oscuro ci fu a inizio 2023, quando Bombeer finì al centro di un’inchiesta sulla ‘ndrangheta portata avanti da Il Fatto Quotidiano. Al centro del reportage c’era un boss della zona di Reggio Calabria, interessato a ottenere la distribuzione esclusiva locale della birra di Bobo Vieri. La sua ambizione era stata comunicata al fratello residente a Milano, il quale – secondo le intercettazioni – aveva risposto che si sarebbe potuto attivare con qualche conoscenza nella curva dell’Inter. Nella vicenda, che non ha avuto seguito per quella parte dell’inchiesta, non era coinvolto né Bobo Vieri né aziende legate a Bombeer. Eppure le rivelazioni dell’epoca non devono essere state particolarmente proficue per la birra dell’ex attaccante.
Nonostante il pessimo andamento del 2022, Bombeer ha continuato a muoversi sul mercato e lo scorso luglio ha stretto un accordo con la Lazio per la produzione di una birra in licenza. Non è un prodotto ufficiale, bensì un’operazione di co-branding in cui appaiono entrambi i marchi: la birra continua a chiamarsi Bombeer, ma in questa particolare veste è contraddistinta da una livrea celeste con il logo della Lazio in primo piano. Il prodotto è disponibile solo da qualche mese (ha debuttato a settembre 2023) ed è il frutto di un contratto quadriennale. Curiosamente il comunicato della SS Lazio rivela qualcosa in più sulla birra:
Un’ottima birra lager al 5%, di puro malto ed a bassa fermentazione, la cui qualità nasce dall’attenta selezione delle varietà più pregiate di orzo, luppolo e lievito.
Basterà l’accordo con una delle sue ex squadre a risollevare le sorti della birra di Bobo Vieri? Difficile a dirsi, anche perché, come sottolinea sempre Affari Italiani, altre società riconducibili a Vieri mostrano pesanti perdite. Sono aziende operanti nell’ambito immobiliare, forestale e dell’intrattenimento, che ruotano attorno alla Christiane Rivaux sas, costituita nel 1996 e di cui socia accomandataria è la Rivaux, madre dell’ex calciatore.