Approfitto di una segnalazione dell’amico Andrea Sclausero per spostare momentaneamente i riflettori sulla birra industriale, dove la SABMiller รจ al centro di una questione spinosa, di cui negli scorsi giorni si รจ occupato anche il Guardian. L’agenzia internazionale ActionAid – da decenni al fianco delle nazioni povere – ha recentemente accusato la multinazionale brassicola di aver evitato il pagamento di tasse per un ammontare di circa 20 milioni di sterline, attuando operazioni finanziare poco etiche. In particolare tale atteggiamento andrebbe a discapito dell’economia dei paesi in via di sviluppo, dove la SABMiller possiede diversi impianti produttivi (la societร รจ di nazionalitร sudafricana).
In base al documento di ActionAid, la seconda multinazionale birraria al mondo – proprietaria, tra gli altri, del marchio Peroni – utilizzerebbe una sofisticata rete di paradisi fiscali per “nascondere” i profitti delle sue sussidiarie ai sistemi di tassazione dei paesi in via di sviluppo, deprivandoli dunque di significative quantitร di denaro. Non si tratta di vera e propria evasione fiscale poichรฉ sono tutte operazioni legali, perรฒ la politica di SABMiller sarebbe da censurare perchรฉ immorale. Un’accusa tanto piรน forte se si considera che tali nazioni, come il Ghana, stanno cercando di sviluppare un sistema di tassazione per finanziare servizi essenziali per la comunitร , come scuole e ospedali.
Martin Hearson, specialista finanziario di ActionAid e uno dei redattori del documento, spiega nel dettaglio la situazione:
SABMiller conduce i suoi affari fiscali sotto un velo di segretezza. La societร e le sue sussidiarie trasferiscono denaro dai paesi africani a paradisi fiscali in Europa, dove le tasse sono piรน basse.
Secondo ActionAid, nel giร citato Ghana SABMiller non avrebbe pagato alcuna imposta negli ultimi due anni.
La cosa piรน sconcertante di questa storia non รจ l’incredibile ammontare di tasse eluse, ma il fatto che l’unica donna che vende birra in Ghana a eccezione di SABMiller nell’ultimo anno ha pagato piรน tasse della multinazionale.
Il comportamento elusivo di SABMiller si attuerebbe con due distinte strategie. La prima sarebbe di mantenere i marchi piรน prolifici per le birre africane in Europa, piuttosto che nei paesi di origine. Il costo nell’uso dei marchi aiuterebbe a rosicchiare i profitti delle sussidiarie africane, permettendo di pagare meno tasse. La seconda consisterebbe nel pagare “commissioni di gestione”, soprattutto verso la Svizzera, e reindirizzare le relative procure attraverso una sussidiaria con base nelle Mauritius.
Alla luce di queste rivelazioni, ActionAid chiede a SABMiller di interrompere queste politiche, poichรฉ la lotta all’elusione fiscale dovrebbe essere una prioritร per il programma di responsabilitร sociale della multinazionale. Inoltre chiede all’azienda una maggiore trasparenza fiscale, evitando di nascondersi dietro operazioni poco chiare.
In conclusione, Martin Hearson sottolinea l’ipocrisia di SABMiller:
I consumatori di birra hanno il diritto di aspettarsi di piรน da una societร che sostiene di essere impegnata nello sviluppo sostenibile.
Nonostante non si tratti di politiche illegali, รจ evidente che l’immagine della multinazionale esce a pezzi da questa vicenda – provate a guardare l’homepage del sito e ve ne renderete conto. Si attendono sviluppi e una risposta da parte di SABMiller.
Wow!! Addirittura nome e cognome sto giro… ๐
Comunque guardando la homepage lo sgomento รจ tanto se le accuse fossero vere.
aggiungo che SABMiller ha spostato di recente la sede europea ( e i 25 impiegati) da Budapest a Zug, in Svizzera, capitale dell’omonimo cantone, dove le tasse sono le piรน basse di tutta la Confederazione…tanto per fugare dubbi…
@Scauca
Eheh citazione doverosa. Comunque sul sito della SABMiller ci sono finito per scrivere l’articolo e in effetti stride immensamente se confrontato con quanto afferma ActionAid…