Ammettiamolo pure: ormai ci siamo abituati agli acquisti di birrifici craft da parte delle multinazionali. A meno che i nomi coinvolti non siano davvero altisonanti, notizie del genere vengono recepite dall’ambiente in maniera sempre più apatica. C’è una sorta di rassegnata passività , sviluppatasi per l’escalation del fenomeno: prima è toccato ai marchi di dimensioni ragguardevoli, poi a birrifici craft americani rinomati e infine ai produttori di casa nostra. Bordate su bordate che hanno destabilizzato la comunità degli appassionati. Siamo passati attraverso le cinque fasi del lutto e siamo giunti all’ultima, quella dell’accettazione: è chiaro che il panorama internazionale è profondamente cambiato e non si può più pensare alla birra artigianale come in passato. Questo però non deve spingerci a ignorare certi avvenimenti e a non assegnar loro il giusto peso. Ad esempio non si può trascurare quanto successo negli scorsi giorni, quando è stato ufficializzato l’acquisto del birrificio australiano 4 Pines da parte di AB Inbev.
Ebbene sì, la principale multinazionale birraria del mondo mette a segno un altro colpo, ottenendo il controllo di uno dei più grandi produttori del comparto craft australiana. Come spiegato da Crafty Pint, si tratta della prima operazione del genere compiuta da AB Inbev dopo la fusione con Sab Miller e arriva dopo due anni dall’ultima acquisizione di un microbirrificio locale da parte dell’industria (Mountain Goat fu ceduta a Asahi nel settembre del 2015). Per chi non conoscesse il marchio, 4 Pines è uno birrifici più rappresentativi del paese, che gode di una buona reputazione nella comunità internazionale degli appassionati. Fondato nel 2008, è proprietario di un locale stratosferico a Mainly (Sydney) e di un diversi impianti di produzione, tra i quali quello di Brookvale raggiunge una capacità di 50 hl. Le birre non sono un granché – ho potute assaggiarle direttamente in loco nel mio viaggio dello scorso inverno – ma chiaramente qui il discorso verte su argomenti ben diversi da quelli prettamente qualitativi.
L’accordo prevede la cessione del 100% delle quote di 4 Pines, ma – coerentemente con la strategia ormai consolidata di AB Inbev – il fondatore Jaron Mitchell dovrebbe rimanere alla guida del Consiglio d’Amministrazione. Le birre di 4 Pines entreranno nel portfolio di ZX Ventures, l’incubatore di AB Inbev dedicato ai prodotti (ex) artigianali, accanto a quelli di altri birrifici acquistati negli scorsi anni dalla multinazionale belga – compresa l’italiana Birra del Borgo. Portfolio che comincia a diventare davvero corposo e cosmopolita: oltre ai tanti produttori acquistati negli USA (Goose Island, 10 Barrel, Elysian, Four Peaks, Wicked Weed, ecc.) e in Europa (La Virgen, Bosteels, Camden Town, la stessa Birra del Borgo, ecc.), non bisogna dimenticare quelli di altri continenti, come Boxing Cat in Cina, Colorado in Brasile e i diversi marchi già controllati in Australia, a cui ora si aggiunge 4 Pines.
Questa volta le dichiarazioni dei protagonisti sono meno scontate del solito e un po’ più schiette. Jaron Mitchell ad esempio evita di rivendicare inutilmente un’indipendenza ormai perduta, a differenza di alcuni suoi colleghi stranieri:
Non siamo più indipendenti e di proprietà australiana. La gente che compie i suoi acquisti sulla base di questi criteri, non comprerà più le nostre birre. L’indipendenza non è necessariamente una garanzia di “qualità ”, di rispetto per i consumatori o sinonimo di buon business. Per me il concetto di indipendenza sottintende tante piccole cose. Ha significati differenti per ognuno di noi e ci sono un sacco di aspetti che, secondo me, sono l’essenza di ciò che ritengo indipendenza.
L’indipendenza è persa ma, sia per l’azienda che per la gente, c’è una nuova opportunità a livello nazionale e internazionale che permetterà alle nostre birre di migliorare drasticamente. È un compromesso, è chiaro, ma un compromesso che ha assolutamente senso.
Alla luce di questa operazione, sono due le notazioni che meritano di essere sottolineate. La prima riguarda lo stato della birra in Australia, che continua tristemente a essere molto confusa: mesi fa vi parlai del dominio dei prodotti crafty sul mercato, spesso accompagnati da comunicazioni poco chiare e fuorvianti. È ovvio che la cessione di 4 Pines contribuirà a peggiorare la situazione. In secondo luogo non possono passare inosservate le strategie di AB Inbev, che sta procedendo alla frequenza di una nuova acquisizione quasi ogni mese. Per carità , anche altre industrie stanno mettendo in campo tattiche simili (Duvel, Molson Coors, Heineken, Carlsberg), ma il ritmo che sta mantenendo la prima multinazionale al mondo è davvero impressionante. Le rivali rischiano di doversi accontentare dell briciole, mentre l’impressione è che prima o poi ci scontreremo col vero potenziale di ZX Ventures.