Il Camra, l’associazione britannica per la tutela delle tradizioni brassicole locali, è da anni tacciata di essere un’entità rigida e conservatrice, poco attenta alle veloci evoluzioni dell’ambiente. Il preoccupante scollamento sperimentato nei confronti dei consumatori più giovani deve aver suggerito qualche piccola trasformazione, soprattutto in termini di comunicazione. In tempi recenti il Camra è infatti sembrato più propenso ad avvicinare i neofiti e al tempo stesso a svecchiare il concetto di Real Ale, rendendo più “sexy” tutto il mondo che vi gira intorno. Così anche un premio importante come il National Pub of the Year nelle sue ultime edizioni è sembrato voler premiare realtà che avevano una storia particolare da raccontare. Un cambio di direzione (o quantomeno un accorgimento) che ritroviamo anche nel vincitore di quest’anno: il Sandford Park Alehouse di Cheltenham.
Nel 2015 il riconoscimento aveva portato alla ribalta la scelta di vita di Peter Tiley, un giovane appassionato che aveva deciso di lasciare un lavoro di prestigio a Londra per trasferirsi in campagna e aprire il suo “village pub” (The Salutation Inn). Qualche settimana fa, invece, il premio di miglior pub per Londra est e la City era andato al Chesham Arms, salvato pochi mesi prima da un destino ormai segnato grazie alla mobilitazione della comunità locale. Due belle storie, perfette in chiave di rilancio del Camra: da una parte c’è un ragazzo e il suo amore per le birre tradizionali, dall’altra la rivincita della forza socializzante del pub.
Quella legata al Sandford Park Alehouse è una vicenda altrettanto peculiare, ma probabilmente non unica nel suo genere. Il locale infatti nacque appena 3 anni fa dalle ceneri di un nightclub, valorizzando al massimo l’edificio georgiano che lo ospita (un “listed building” di secondo livello, cioè un “monumento classificato” di interesse speciale). Il proprietario, Grant Cook, convertì immediatamente gli interni nell’ottica della sua passione per le tradizioni brassicole nazionali: rinnovò l’arredamento, installò un nuovo tetto e una scala in stile georgiano, ma soprattutto trasformò la sala da ballo situata nel piano interrato in una perfetta cantina di stoccaggio a temperatura controllata, dove sistemare fino a 70 cask di Real Ale – e sapete bene quanto questa stanza sia fondamentale per un pub d’eccellenza.
Chiaramente gli sforzi di Cook non si sono concentrati solo sugli arredi e sulla cantina, ma anche sull’offerta del suo locale. Il Sandford Park Aleshouse vanta la bellezza di 10 handpump, di cui una dedicata al sidro, mentre la selezione in bottiglia si compone di un centinaio di etichette diverse, per lo più provenienti dal Belgio. Inoltre il pub ospita ogni anno un festival dedicato a sidro e formaggio.
Riuscire in soli 3 anni a conquistare un premio simile è un grande successo, il cui merito deriva principalmente dalla chiarezza di visione del proprietario. Interessanti ad esempio le sue dichiarazioni sul concetto di autonomia gestionale, apparse sul The Guardian:
Ho voluto essere indipendente e libero da ogni contratto con i distributori. Se ti leghi a qualche tipo di accordo, poi qualcun altro deciderà per te cosa vendere e a che prezzo. Essere libero mi permette di avere accesso a un’immensa e varia offerta birraria così da rendere felici i miei clienti.
Idee ferme e determinate, che derivano dai dieci anni di esperienza acquisiti attraverso la gestione di diversi pub a Leicester. Prima ancora però Cook aveva svolto un’altra professione… indovinate quale? Esatto, operatore nel settore dell’Information Technology. Impiego che abbandonò dopo 15 anni per cercare maggiore divertimento (ma non meno fatica, sia chiaro).
Paul Ainsworth, organizzatore del National Pub of the Year, ha così commentato la vittoria:
Il Sandford Park ha impressionato i giudici sotto ogni punto di vista, ma soprattutto per la qualità e la scelta delle sue Real Ale, con un punteggio che è tra i più alti mai ottenuti nel concorso. I giudizi inoltre hanno apprezzato l’aspetto elegante e pulito degli interni, lo staff competente e cortese e la godibile atmosfera. Data l’elevata qualità degli altri 3 pub finalisti, la vittoria di quest’anno rappresenta un riconoscimento eccezionale.
Perciò dopo la storia di un giovane che inizia una nuova vita con le Real Ale e di una comunità locale che si attiva per salvare il suo pub, il premio del Camra questa volta ci racconta un episodio di riqualificazione e di amore per la propria professione. La conversione di un nightclub in un pub d’eccellenza è un modo per riconsiderare questi locali, perché non siano più visti come il legame con consuetudini sociali del passato. Il discorso anzi si ribalta: il nightclub è ora il vecchio tipo di locale, completamente fuori moda; il pub di qualità è invece la rivincita di un’istituzione della società anglossassone e il modo di valorizzare le tradizioni brassicole di un popolo intero.