Come largamente anticipato negli scorsi giorni, sabato scorso si sono tenuti gli assaggi della prima edizione dell’IGA Beer Challenge, il concorso internazionale dedicato alle Italian Grape Ale e organizzato, tra gli altri, da Cronache di Birra. Mentre scrivo queste righe sono sul treno che mi riporterà a Roma, dopo alcuni giorni passati a Torino per lavorare alla preparazione e allo svolgimento degli assaggi e al programma di attività extra previste per i giudici. Il concorso è andato molto bene, ma per evitare toni autocelebrativi dirò solo che siamo estremamente soddisfatti di come si sono svolte le cose. Organizzare un’iniziativa del genere non è affatto facile e la sua riuscita è impossibile senza il supporto di tutti gli attori coinvolti. In questo resoconto ripercorrerò gli ultimi giorni, che non sono altro che il compimento di un lavoro durato mesi e cominciato addirittura durante il lockdown del 2020.
Giovedì 7 e giorni precedenti
Come accennato, gli assaggi delle Italian Grape Ale iscritte al concorso si sono tenuti sabato, ma abbiamo passato i giorni precedenti a preparare il campo. Fondamentale in tal senso è stato il supporto dell’Associazione La Piazza dei Mestieri di Torino, dove fisicamente si è svolto il concorso: una struttura spettacolare, che incarna diverse anime e che proprio per la sua duttilità si è rivelata perfetta per la nostra iniziativa. Difficilmente avremmo potuto trovare uno spazio migliore, e non solo dal punto meramente strutturale: estremamente preziosi sono stati il supporto e la squisita disponibilità di Maurizio Camilli (chef del ristorante), Riccardo Miscioscia (birraio), Olga e tutto lo staff de La Piazza. Oltre a gestire l’organizzazione delle bottiglie, nei giorni precedenti al concorso abbiamo preparato i ragazzi dell’ITS di Torino, che si sono occupati del servizio. Una squadra di giovani che ha affrontato la sfida con dedizione e passione, perfettamente coordinati da Andrea Camaschella.
Abbiamo concluso la giornata di giovedì cenando da Bici e Birra, locale molto peculiare a metà strada tra il pub di strada e la ciclofficina. Si tratta di una destinazione davvero piacevole, con un’evidente attenzione per la selezione delle birre. L’ambiente è informale e rilassato ed è evidente la capacità del luogo di attirare una fedele comunità di clienti. La tap list fonde in maniera intelligente nomi storici del movimento con birrifici più giovani – ho bevuto prima una creazione di Bondai, poi l’inossidabile Numero Uno di Beba. Prima di lasciare Bici e Birra abbiamo avuto occasione di assaggiare anche la versione speciale della Tipopils per il Tipopils Day, spillata direttamente dalla botticella dove ha subito un ulteriore dry hopping con luppolo fresco.
Venerdì 8
Nella giornata di venerdì ci siamo occupati degli ultimi dettagli e poi, nel pomeriggio, abbiamo ricevuto i primi dei 18 giudici arrivati a Torino per partecipare al concorso. Non ripeterò i loro nomi per l’ennesima volta, ma siamo decisamente felici della giuria che abbiamo costruito in concerto con il presidente Alessandra Agrestini: da subito si è respirato un ottimo clima, che poi ha agevolato gli assaggi del giorno successivo. Dopo la riunione tecnica del tardo pomeriggio ci siamo seduti ai tavoli del ristorante de La Piazza, dove si è tenuta una spettacolare cena con portate in abbinamento alle birre della casa.
A seguire con alcuni giudici ci siamo spinti fino da Dogana, uno dei locali più interessanti in città per la birra artigianale. Il pub si affaccia con tre vetrine su una piccola strada di Torino, che sembra un paese a sé stante. Questo contesto favorisce un clima rilassato e godibile, che si respira anche dietro le spine nonostante la selezione alla spina sia molto curata. Non ci siamo trattenuti a lungo perché il giorno successivo avremmo dovuto alzarci presto, ma personalmente ho avuto la possibilità di assaggiare la Golden Forest, un’American Golden Ale prodotta proprio da Dogana in collaborazione con La Piazza.
Sabato 9
Sabato mattina finalmente si sono svolti gli assaggi dell’IGA Beer Challenge, che sono proseguiti fino al primo pomeriggio. I 18 giudici sono stati distribuiti in diversi tavoli e poi chiamati a valutare le oltre 120 Italian Grape Ale iscritte al concorso. Nonostante la suddivisione fatta a monte nelle quattro categorie previste dal concorso, abbiamo notato un’ampia eterogeneità tra le caratteristiche delle birre di ogni flight. Non è un aspetto che ci ha sorpreso e che da un certo punto di vista rappresenta allo stesso tempo la ricchezza e il limite di questo giovane stile birrario. Per i giudici è stata una sfida interessante e inedita, perché confrontarsi su una tipologia brassicola del genere impone dei criteri diversi rispetto a stili più classici – e dunque facilmente riconoscibili. Proprio per questa ragione abbiamo favorito la discussione ai tavoli piuttosto che il mero calcolo dei punteggi.
Conclusi gli assaggi ci siamo trattenuti negli spazi della Piazza dei Mestieri per una visita all’impianto di produzione e alla cantina del birrificio, guidati da Riccardo. Il tour è stata anche l’occasione per aprire una botticella di Smoking, l’ottima Rauchbier della casa. A tal proposito c’è da dire che nei giorni in cui sono rimasto a Torino ho potuto bere le birre de La Piazza in più occasioni e mi hanno positivamente convinto. La predilezione di Riccardo per le basse fermentazioni si riflette su produzioni solide e di ottimo livello, trovando a mio parere la loro summa nell’American Jasper, un’American Lager che senza dubbio si pone al top in Italia per lo stile di riferimento.
Dopo un breve passaggio in hotel siamo andati a cena all’immancabile Open Baladin, uno dei templi della birra artigianale a Torino. L’Open è uno di quei progetti straordinariamente pieno di contenuti, a partire dalla spettacolare location che immagino conosciate tutti. La selezione delle birre alla spina è sconfinata e, oltre a offrire una vasta rappresentanza della gamma del birrificio Baladin, è arricchita da molte birre ospiti, provenienti da tutta Italia. Si avverte davvero una grande attenzione alla scelta dei prodotti disponibili alla spina, così come in molti altri aspetti del locale. Tornare all’Open Baladin di Torino è sempre un piacere.
Domenica 10
Per i giudici trattenutisi a Torino anche domenica avevamo previsto altri due appuntamenti extra concorso. La mattinata è stata dedicata alla visita del birrificio Edit, che ha da poco rinnovato il suo impianto di produzione. Il dettaglio non è trascurabile, perché la nuova sala cotte di Easybrau da 20 hl occupa tutta la parte retrostante il grande bancone: l’effetto scenico è davvero impressionante e con pochi paragoni non solo in Italia. In realtà tutto il locale è il frutto di un progetto enorme, con grandi spazi curati in ogni più piccolo dettaglio e ambizioni importanti. E’ stato persino realizzato un “birrodotto” per portare il mosto dalla parte di produzione a quella di fermentazione, situata in un locale adiacente. Oltre ad averci guidato nel tour di Edit, Davide De Giorgi e il birraio Loris Mattia Landi ci hanno permesso di assaggiare diverse produzioni della casa. La gamma di Edit è interessante: punta molto sulle luppolate, ma anche su stili classici rivisitati con un’identità sempre piuttosto precisa. Il progetto nel complesso non può lasciare indifferenti e le possibilità di sviluppo sono davvero enormi.
Ultima tappa del nostro programma torinese è stato il Tripel B Fest, evento dedicato ai soli birrifici del Belgio e organizzato dal distributore Tripel B. Incastonato negli spazi dei Docks Dora, il festival ci ha permesso di tornare a parlare con birrai belgi dopo tanto tempo e di scoprire qualche nome poco conosciuto alle nostre latitudini. Il Tripel B Fest è un’iniziativa valida, che ha attratto tante persone probabilmente anche vogliose di frequentare un evento a tema dopo le restrizioni degli ultimi mesi. Come spesso accade con i birrifici del Belgio, la qualità degli assaggi è risultata altalenante: appena ci si allontana dai nomi più conosciuti, il rischio di incappare in produzioni rivedibili non è raro. Per fortuna però le sorprese positive non mancano e al limite ci si può sempre affidare alle insicurezze incrollabili della vita, come una Taras Boulba di De La Senne da lacrima e le ottime barricate di Hof Ten Dormaal.
I risultati del concorso
Questo quanto accaduto negli ultimi giorni a Torino. Per i risultati del concorso occorrerà però attendere sabato 13 novembre, quando ci ritroveremo a Ceresole d’Alba (CN), presso la sede di GAI Macchine Imbottigliatrici, per svelare i vincitori dell’IGA Beer Challenge durante un evento pubblico di premiazione (sarà possibile seguirlo anche in diretta streaming). Ovviamente forniremo aggiornamenti nei prossimi giorni.
La parte più complessa e difficile dell’IGA Beer Challenge è superata. E’ stata un’esperienza bellissima e impegnativa, che non avremmo potuto vivere senza il supporto di sponsor, partner e amici. Ringrazio tutte le persone e i locali citati in questo resoconto e i miei splendidi compagni di viaggio e di organizzazione. Appuntamento a metà novembre.
[…] ci siamo. Dopo gli assaggi tenutisi a inizio ottobre presso l’Associazione Piazza dei Mestieri di Torino, ora possiamo svelare i risultati dell’IGA Beer Challenge, il primo concorso internazionale […]