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Obama, la birra e la pace nel mondo

obama
Obama al tavolo con Gates, Crowley e Joe Biden (foto Ansa)

Ormai un po’ tutti sarete a conoscenza dell’antefatto: negli scorsi giorni un professore di colore di Boston è stato arrestato senza un motivo apparente dal poliziotto James Crowley, accusato dal primo di comportamento razzista. Nella disputa è entrato anche il presidente Obama, che ha etichettato come “stupida” la reazione della polizia locale. Da una vicenda di poca importanza si è alzato quindi un polverone, finché Obama, dopo essere tornato sui suoi passi, ha deciso di risolvere la questione con una mossa ad effetto: ritrovarsi tutti e tre davanti a una birra per derimere gli attriti vis à vis.

Chi tra gli appassionati non ha subito immaginato quale birra avrebbero scelto i tre protagonisti? Negli States ovviamente è immediatamente partito un totobirra e molti beer lover hanno sperato che l’episodio potesse rappresentare una ghiotta occasione di lanciare i prodotti artigianali alla ribalta dell’opinione pubblica. Le speranze tuttavia sono state disattese, visto che le scelte non sono state particolarmente interessanti: Obama ha puntato su una scontata Bud Light, Crowley su una Blue Moon e il professor Gates su una Red Stripe.

La Bud Light è la versione “leggera” della Budweiser, forse il marchio birrario più conosciuto negli USA, anche perché l’Anheuser-Busch (che la produce) per anni ha rappresentato la maggiore azienda brassicola del paese. Definizione non più valida da circa un anno, da quando cioè la società è stata acquisita da InBev, con sede in Belgio. Ah, per chi non lo avesse capito o non lo sapesse, si tratta di una schifezza industriale. Non va meglio con la Red Stripe, lageraccia di provenienza giamaicana. La Blue Moon invece è una birra che ricorda le Blanche belghe, seppure sia comunque il prodotto di una multinazionale, la SAB Miller, che risiede in Sud Africa. Altro che birre artigianali, al summit di Obama si è bevuto solo industriale!

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Curiosamente le critiche di molti appassionati – come Charlie Papazian –  non sono state comunque rivolte al disinteresse per i prodotti artigianali, quanto alla provenienza delle aziende che producono le birre scelte. In nessun caso infatti si può parlare di un prodotto statunitense al 100% e questa particolarità è vista come una grande occasione persa per supportare le aziende di casa, soprattutto in un momento di crisi. Avere questa consapevolezza è già qualcosa, visto che se la vicenda fosse accaduta da noi e si fosse scelta una Peroni, dubito che molti avrebbero conosciuto la reale nazionalità della birra.

Al di là dell’amarezza per scelte che ci si aspettava più interessanti, c’è da sottolineare l’importanza del gesto del Presidente, che ha scelto di chiarirsi con i suoi interlocutori di fronte a una birra. Come sottolinea Pete Brown, non è un caso che Obama abbia invitato i due uomini a sedere davanti a una birra, piuttosto che a spiegarsi semplicemente intorno a un tavolo. La birra infatti è la bevanda sociale per eccellenza:

Il motivo è che in ogni cultura in cui si beve birra, invitare qualcuno a berne una è qualcosa che prescinde discorsi politici; simbolizza un’offerta di amicizia. E’ sottinteso che quando fai una proposta simile, non si tratterà di una negoziazione formale, ma di un incontro rilassato tra persone sullo stesso piano. Invitandoli a bere una birra piuttosto che a partecipare a un incontro ufficiale, Obama si è tolto i panni del presidente e si è posto al medesimo livello dei suoi due interlocutori: sono solo tre ragazzi che cercano di spiegarsi a vicenda.

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E anche se la mossa di Obama rientra perfettamente nel personaggio pubblico che si è costruito, risulta comunque importante, perché riafferma la forza propulsiva della birra, che è innanzitutto una bevanda socializzante e da condividere. Un aspetto che non andrebbe mai dimenticato.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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5 Commenti

  1. Che delusione! Anch’io ero curiosa di conoscere che birre fossero. Avevo solo colto che erano diverse tra di loro.

    La prossima volta lo invitiamo noi a prendere una birra?
    O gliela portiamo noi, perchè quel tavolo in giardino (fotografi esclusi) è invitante.

    Un bel gesto comunque, la birra invita alla convivialità. Ma geniale l’idea di buttare il tutto non su semplici scuse telefoniche, ma di creare un’occasione di apparente relax

  2. ah, come mi sarei divertito ad offrire una “birraccia dalla storia” con la testa di che guevara al nostro carissimo presidente!

    😉

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