In tempi recenti la diffusione della birra artigianale a livello internazionale ha favorito la nascita di diverse associazioni di rappresentanza, che naturalmente curano gli interessi dei loro soci (cioè i microbirrifici). In Italia, ad esempio, è attiva dal 1998 Unionbirrai, prima come associazione culturale e poi, dal 2017, come associazione di categoria. Realtà simili a Unionbirrai sono attive in ogni stato europeo, tuttavia fino a oggi non esisteva un soggetto sovranazionale che le riunisse tutte. In realtà molte di queste associazioni sono parte dell’EBCU, un’organizzazione europea che tuttavia si concentra più sulle esigenze dei consumatori – il nome è l’acronimo di European Beer Consumers’ Union – che sulle urgenze delle imprese produttrici di birra artigianale. Ora questo vuoto è stato colmato dalla nascita di IBE – Independent Brewers of Europe, un’alleanza internazionale di nuova concezione.
La novità è stata annunciata proprio da Unionbirrai con un post sulla relativa pagina Facebook, dove è spiegato come l’IBE riunisca le associazioni nazionali di 10 paesi europei: Germania, Finlandia, Francia, Gran Bretagna, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Svizzera, Repubblica Ceca e, ovviamente, Italia. L’obiettivo è “difendere la diversità delle birre artigianali, che rendono la cultura della birra unica e speciale”.
Questa alleanza nasce per proteggere il nostro diritto di produrre birre uniche e regionali, mantenendo viva la diversità tanto amata dagli appassionati di birra. Come birrifici indipendenti affrontiamo molte sfide – dalla concentrazione del mercato alle pratiche sleali delle multinazionali – ma uniti siamo più forti!
Il nostro obiettivo è semplice: garantire che i consumatori possano sempre accedere a birre autentiche e di qualità, prodotte con passione e rispetto per la tradizione. Crediamo nella cooperazione internazionale e nella trasparenza, con un impegno condiviso per preservare la cultura birraria. Il nostro scopo è sensibilizzare il pubblico sull’importanza dei birrifici indipendenti, lavorando insieme per garantire una concorrenza leale e nuove opportunità per i piccoli produttori.
Sin dalla sua genesi, dunque, l’IBE pone l’accento in maniera quasi esclusiva sulle differenze tra i birrifici artigianali (o meglio, indipendenti) e le multinazionali del settore, ponendosi in forte antitesi nei confronti quest’ultime. Il sito web dell’IBE, lanciato in concomitanza con l’annuncio della sua nascita, rinforza il messaggio. Ecco alcuni degli slogan che si possono leggere:
Sosteniamo l’autentica cultura birraria e lottiamo contro l’illusione della scelta imposta dalle multinazionali del settore.
Il mercato europeo della birra è dominato da pochi colossi industriali. Ciò limita l’accesso dei birrifici ai canali di vendita e riduce la scelta dei consumatori, minacciando la cultura birraria indipendente e la diversità.
Sono considerazioni sacrosante, che i consumatori di birra artigianale hanno ascoltato per anni. Proprio per questo forse appaiono un po’ anacronistiche: ricordano i payoff dei birrifici craft americani delle origini o quelli della prima fase di Brewdog. È curioso infatti che la comunicazione sia incentrata esclusivamente su questo tema, quando oggi probabilmente sono (anche) altre le criticità che minacciano la vita dei birrifici artigianali. Ci viene in mente ad esempio l’approccio neoproibizionista di una gran parte dell’opinione pubblica, rispetto alla quale andrebbe stimolata quella stessa cultura birraria che l’IBE dichiara di voler sostenere.
Al di là di queste annotazioni, l’IBE rappresenta una novità importante, che potrebbe rafforzare l’attività delle associazioni nazionali di categoria. La speranza è che possa diventare un soggetto europeo rilevante a livello politico, mostrando un’unione di intenti tra i microbirrifici nonostante il loro elevato numero.
Simone Monetti, segretario generale di Unionbirrai, ha così salutato la novità:
Abbiamo lanciato l’idea di un’unione internazionale negli scorsi anni e siamo orgogliosi di un fronte così ampio e compatto. La nostra associazione è sempre stata impegnata nel supportare i piccoli produttori e oggi entriamo in un circuito internazionale, con obiettivi comuni per un settore in crescita, che ha bisogno di tutto il sostegno possibile.
Gli fa eco Vittorio Ferraris, direttore generale di Unionbirrai:
Gli amanti della birra devono poter gustare anche e soprattutto i prodotti artigianali di alta qualità, dai sapori complessi e autentici. E insieme faremo tutto il possibile perché questo accada.
Auguriamo buon lavoro all’IBE, sperando che porti effetti positivi e tangibili all’intero comparto europeo della birra artigianale.