Se limitassimo l’analisi solamente alle nuove birre italiane, il settore dei microbirrifici apparirebbe in perfetta salute. Il numero delle novità brassicole è infatti in costante crescita e mostra progetti originali e creativi, oltre a creazioni che esplorano ingredienti locali, reinterpretano stili tradizionali e sperimentano luppolature innovative. Dalle collaborazioni che valorizzano la biodiversità locale alle evoluzioni stilistiche che spingono sempre più in là i confini del gusto, il panorama delle nuove birre italiane è quantomai dinamico e stimolante. Vediamo allora alcune delle birre più interessanti arrivate sul mercato nelle ultime settimane.
Altotevere + Birra Perugia
Non è una collaborazione come tante quella annunciata di recente dai birrifici umbri Altotevere (sito web) e Birra Perugia (sito web). Siamo piuttosto al cospetto di un progetto, battezzato Arca, che nasce con l’obiettivo di creare ricette caratterizzate dalla presenza di frutti e botaniche locali appositamente selezionati per le loro qualità. Per questa ragione assolutamente prezioso è il supporto della fondazione Archeologia Arborea, che da oltre quarant’anni ricerca e conserva antiche varietà locali di piante da frutto. La prima incarnazione del progetto è la Arca Cotogne Edition (7,5%), una Belgian Strong Ale impreziosita dall’aggiunta in bollitura di purea di mele cotogne, che valorizza il profilo fruttato e speziato del lievito belga.
In aggiunta giovedì 20 marzo il birrificio Altotevere presenterà in anteprima la sua nuovissima Trip (5,2%), una DDH IPA intensa ma molto facile da bere, che ovviamente prevede una luppolatura a freddo in diverse fasi con varietà Mosaic, Idaho 7 ed Ekuanot. L’evento di presentazione rientra nel programma di iniziative della Italy Beer Week.
Alder
Se siete amanti delle luppolate in stile West Coast, probabilmente non vorrete perdere la nuovissima Pumm (8%) del birrificio brianzolo Alder (sito web). Si tratta di una DDH Double IPA prodotta in puro stile californiano moderno, con una miscela di malti tedeschi chiari, un tocco di destrosio e fermentata con un ceppo di lievito tipico della costa occidentale degli Stati Uniti. La luppolatura è massiccia e ricorre alle cultivar Krush, Citra e Mosaic: un mix che fornisce un ventaglio aromatico piuttosto ampio, che spazia dagli agrumi alla frutta tropicale, dalle frutta a nocciolo alle bacche. L’ennesima produzione italiana ispirata alla West Coast americana, realizzata da uno dei migliori interpreti della tipologia.
Bonavena
Come raccontato di recente, negli ultimi tempi il birrificio Bonavena (sito web) è stato protagonista di profondi cambiamenti. L’arrivo del nuovo birraio Roberto Falasca ha permesso una rivisitazione della gamma dell’azienda, che ora si è arricchita di due nuove creazioni. La Floyd (4%) è una classica Irish Stout con note di caffè e cioccolato e un corpo snello e vellutato. Ha una carbonazione moderata, così come l’amaro che tende a bilanciare la base maltata. Nel finale risulta asciutta e pulita, con un lungo retrolfatto tostato. La Blood (6,5%) è invece una Bock di stampo tedesco, robusta ed equilibrata, con un profilo maltato che richiama note di caramello e frutta secca. Il gusto è spostato sulla dolcezza, mentre il corpo risulta piuttosto spesso, con una leggera amarezza che esalta la complessità aromatica. Infine è una mezza novità la Boxeo 2.0 (5,8%), evoluzione della Boxeo. In questa versione è una Modern IPA che esalta i luppoli Riwaka, Krush e Citra, risultando esplosiva (toni agrumati, tropicali e resinosi) e “dritta”.
Birrone
Come abbiamo spiegato nel nostro report Italian Craft Beer Trends, la riscoperta in chiave artigianale delle basse fermentazioni sta avvenendo attraverso strade diverse. Le Lager luppolate, ad esempio, sono in ascesa in Italia e appartiene a questa tipologia anche l’ultima nata in casa Birrone (sito web). Si chiama semplicemente Extra (4,8%) ed è una Hoppy Amber Lager che punta a esaltare il contributo del luppolo Perle, una varietà non particolarmente “moderna”, ma tra le più duttili e diffuse al mondo. Le sue eleganti note erbacee sono completate dalla resa aromatica del Cascade e del Willamette, che si innestano su una base maltata ricca e morbida. Lo stesso Perle è responsabile in gran parte dell’amaro finale, che rende la bevuta lunga e persistente.
Birrificio dei Castelli
Nelle ultime settimane il marchigiano Birrificio dei Castelli (sito web) ha rilasciato due interessanti novità. La prima si chiama Pro Domus (4,8%) ed è una Helles di colore dorato, in cui il protagonista è ovviamente il malto. I sentori di cereali, panificato e miele chiaro percepibili all’olfatto si ritrovano anche al palato, supportati da leggere sfumature floreali e speziate derivanti dal luppolo. La Pro Domus è una birra gluten free. La seconda novità è invece la Sobria (2,5%), una IPA leggerissima che rientra nel novero delle low alcohol artigianali italiane. Nonostante il corpo esile e la corsa scorrevole, non risulta sfuggente, fornendo una certa struttura alla bevuta. Il profilo intensamente fruttato ricorda il litchi, la pesca e gli agrumi, mentre il finale amaro ripulisce il palato e invita a un nuovo sorso.
Hype Brewing
Chiudiamo la carrellata odierna così come l’abbiamo aperta, cioè citando un nuovo progetto collaborativo. Si chiama Hype Beasts e nasce dall’iniziativa della beer firm Hype Brewing (sito web), che per la prima incarnazione della nuova linea ha coinvolto il friulano Basei (sito web). Dall’incontro tra i due marchi è nata la Nekomata (7,5%), una Double IPA contraddistinta da una generosa luppolatura con varietà Nectaron, Citra, Loral e Sultana, capaci di conferire toni agrumati, resinosi ed erbacei. Il grist è composto da malti Golden Promise e Maris Otter, con una piccola aggiunta di fiocchi d’avena per donare morbidezza alla bevuta. L’amaro deciso (78 IBU) è bilanciato da una base maltata elegante, mentre il lievito US-05 garantisce un profilo pulito per valorizzare al massimo il carattere dei luppoli. Ogni birra del progetto Hype Beasts riporterà in etichetta una delle “bestie” del logo, mentre per i nomi ci si orienterà alla cultura degli yōkai giapponesi, creature leggendarie spesso misteriose e affascinanti.