La vivacità dei birrifici italiani è confermata anche dai piccoli dettagli: personalmente mi è bastato prendere qualche giorno di pausa durante le vacanze natalizie per vedere aumentare a dismisura le segnalazioni di nuove birre da evadere. E partiamo allora da una novità piuttosto importante, rilanciata negli scorsi giorni dalla pagina Facebook di Berebirra: una nuova arrivata in casa Barley, la BB Boom. Dal nome avrete capito che si tratta dell’ultima new-entry nella gamma delle birre prodotte con sapa (mosto cotto di birra), di cui il birraio Nicola Perra è maestro: anni fa con la sua BB10 fu uno dei pionieri – se non il primo italiano in assoluto – a sperimentare l’incontro tra birra e vino. Poche le notizie al riguardo: sappiamo che la BB Boom è piuttosto alcolica (9%) e realizzata con uve Vermentino. È la quarta nata tra le birre con la sapa: prima di lei è toccato a BB Evò e BB9, oltre alla già citata BB10. Chiaramente c’è già grande attesa per una prova su strada.
Il locale di Stavio a Roma è stato sicuramente una delle aperture più importanti del 2014, ma il successo ottenuto non ha certo fermato la sempre fervente attività della beer firm capitolina. L’ultima novità si chiama Hoprat ed è una collaboration brew realizzata insieme al Birrificio degli Archi, produttore di Viareggio con ormai qualche anno sulle spalle. La Hoprat (5%) è definita una New Zealand Pale Ale e il luppolo principe è il Motueka, varietà originaria appunto della Nuova Zelanda. L’etichetta è davvero splendida: a mio parere in questo momento il Birrificio degli Archi è uno dei produttori italiani con le etichette più belle in assoluto. Se volete assaggiare la Hoprat l’appuntamento è proprio per questa sera da Stavio, dove saranno presenti tutti i birrai coinvolti nella cotta.
Suscita un certo scalpore venire a sapere di una birra in casa Grado Plato, sia perché l’azienda in tanti anni di militanza (ha aperto nel 2003) è rimasta fedele a una gamma pressoché invariata nel tempo, sia perché solitamente non pubblicizza le sue novità – sarà per questo che della nuova 1608 slm ho appreso tramite la pagina Facebook di Astral Beers 🙂 . La birra, dedicata all’arco alpino piemontese, nasce da una ricetta inusuale e intrigante: oltre al malto d’orzo è prevista una certa percentuale di segale, mentre tra gli ingredienti impiegati spiccano la melata d’abete e il prodotto della fermentazione di gemme di pino in acqua e zucchero. Il risultato, dopo 6 mesi di maturazione in bottiglia, è un’alta fermentazione facile da bere nonostante il contenuto alcolico non indifferente (7,5%), con particolari note resinose, balsamiche e “di bosco”.
Da un birrificio storico passiamo a uno decisamente più giovane: il Bibibir di Castellalto (TE). Due sono la novità provenienti dall’azienda abruzzese e rispondono al nome di Zero Tabù e Vedo Doppio. La Zero Tabù (6,1%) è definita un’American Dark Ale, quindi una scura molto ben luppolata (60 IBU), con note torrefatte e resinose e un buon equilibrio generale. La Vedo Doppio è invece è una classica Dubbel belga, ambrata, mediamente alcolica (7%) e dal bouquet aromatico piuttosto ricco e complesso. Entrambe le novità dovrebbero già essere disponibili da diverse settimane.
E concludiamo con una collaborazione a tre, nata dall’incontro tra i birrifici Montegioco, Civale e Dada. Il frutto di questa “partnership” è stata battezzata Apa l’Usa – preferisco non esprimermi sul nome 😛 – e può essere descritta come una IPA chiara e leggera, caratterizzata dalle note agrumate dei luppoli americani e un finale delicatamente amaro. È stata presentata in anteprima ieri, durante la degustazione del Bonaventura di Milano dedicata al birrificio Civale.
Avete avuto modo di assaggiare alcune delle birre presentate?
Ma occorre unire le forze di ben tre birrifici per partorire una banalissima Ipa chiara e leggera?
L’hai assaggiata Michele?
No Andrea. Devo dedurre che tu l’hai assaggiata ed è una birra della madonna?
No, neanche io l’ho assaggiata. Solo che definire “banalissima” una IPA chiara e leggera solo perché tale non ha senso. È come chi snobba gli stili apparentemente semplici e apprezza solo quelli più “complessi”, diciamo così.
Apprezzo anche io gli stili semplici. Ipa, Apa e luppolature americane hanno un po’ stufato però…
Sì concordo, se non fatte con cognizione di causa
Ciao Andrea.
Ti ringrazio per la segnalazione e ne approfitto per fornire qualche notizia in più sulla BB BOOM. Come hai scritto giustamente, la sapa (mosto cotto d’uva) che caratterizza questa birra è di uve Vermentino e, per la prima volta, non è fatta da noi, ma ci viene fornita dalla notissima Cantina Argiolas di Serdiana, a circa 15km. dal birrificio e realizzata secondo mie precise indicazioni sul di grado di maturazione dell’uva al momento della vendemmia, umidità totale della sapa e percentuale zuccherina della stessa.
Sono stati utilizzati 4 luppoli relativamente nuovi che aiutassero a ripercorrere la strada degli aromi e sapori che caratterizzano normalmente il Vermentino della nostra zona, con qualche sprint in più sulla parte fruttata.
La birra è in affinamento e promette molto bene.
Per cui, staremo a vedere 😉
Grazie dell’integrazione Nicola! Non ho dubbi che sarà una bomba (lo dice il nome stesso 😉 )